Beirut, I Love You - A Work in Progress
Dal 10 Novembre 2012 al 06 Gennaio 2013
Torino
Luogo: Fondazione Merz
Indirizzo: via Limone 24
Orari: da martedì a domenica 11-19
Curatori: Maria Centonze
Costo del biglietto: intero euro 5, ridotto euro 3.50; gratuito ogni prima domenica del mese
Telefono per informazioni: +39 011 19719437
E-Mail info: info@fondazionemerz.org
Sito ufficiale: http://fondazionemerz.org
La Fondazione Merz presenta la video installazione Beirut, I Love You – A Work in Progress dell’artista Zena el Khalil in collaborazione con il regista Gigi Roccati, parte del progetto ideato da Artissima 19 It’s Not The End Of The World.
Il lavoro è frutto dei tre anni di collaborazione nell’adattamento dell’omonimo romanzo pubblicato da Zena el Khalil nel 2008, in un film lungometraggio ancora da realizzare, per la regia di Gigi Roccati.
Il video presentato alla Fondazione Merz svela l’approccio poetico di el Khalil ai temi e ai personaggi del film attraverso immagini documentarie, archivi familiari e una messa in scena filmata tra Beirut e New York.
L’installazione è complemento alla sfaccettata natura del progetto Beirut, I Love You e racconta una storia universale di amore tra due migliori amiche, ambientata sulla linea dei conflitti globali, nel crepuscolo del secondo millennio. In un atto di resistenza che rivendica la bellezza contro la costante minaccia della guerra Zena narra la storia della sua amica Maya, morta poco dopo la fine dell’invasione israeliana del Libano, nel 2006 . Con questo progetto el Khalil mira a rompere stereotipi, costruendo metaforici ponti tra Oriente e Occidente, attraverso il suo approccio unico e umano sul Medio Oriente oggi.
It’s Not the End of the World è un progetto concepito e prodotto da Artissima in collaborazione con i principali musei e istituzioni per il contemporaneo del territorio torinese: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Palazzo Madama (che ospita il progetto curato da Artissima). It’s Not the End of the World è un percorso unico che riunisce cinque progetti espositivi di cinque rinomati artisti internazionali selezionati da ciascuna delle istituzioni coinvolte. Il titolo, riferimento alla profezia Maya sulla fine del mondo nel dicembre 2012, vuole essere una risposta ottimistica e attiva nei confronti della difficile situazione economica attuale e dei suoi risvolti sulla cultura in generale.
Il lavoro è frutto dei tre anni di collaborazione nell’adattamento dell’omonimo romanzo pubblicato da Zena el Khalil nel 2008, in un film lungometraggio ancora da realizzare, per la regia di Gigi Roccati.
Il video presentato alla Fondazione Merz svela l’approccio poetico di el Khalil ai temi e ai personaggi del film attraverso immagini documentarie, archivi familiari e una messa in scena filmata tra Beirut e New York.
L’installazione è complemento alla sfaccettata natura del progetto Beirut, I Love You e racconta una storia universale di amore tra due migliori amiche, ambientata sulla linea dei conflitti globali, nel crepuscolo del secondo millennio. In un atto di resistenza che rivendica la bellezza contro la costante minaccia della guerra Zena narra la storia della sua amica Maya, morta poco dopo la fine dell’invasione israeliana del Libano, nel 2006 . Con questo progetto el Khalil mira a rompere stereotipi, costruendo metaforici ponti tra Oriente e Occidente, attraverso il suo approccio unico e umano sul Medio Oriente oggi.
It’s Not the End of the World è un progetto concepito e prodotto da Artissima in collaborazione con i principali musei e istituzioni per il contemporaneo del territorio torinese: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Palazzo Madama (che ospita il progetto curato da Artissima). It’s Not the End of the World è un percorso unico che riunisce cinque progetti espositivi di cinque rinomati artisti internazionali selezionati da ciascuna delle istituzioni coinvolte. Il titolo, riferimento alla profezia Maya sulla fine del mondo nel dicembre 2012, vuole essere una risposta ottimistica e attiva nei confronti della difficile situazione economica attuale e dei suoi risvolti sulla cultura in generale.
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