Terni Festival. Festival internazionale della creazione contemporanea
Dal 18 Settembre 2015 al 27 Settembre 2015
Terni
Luogo: CAOS - Centro per le Arti Opificio Siri
Indirizzo: via Luigi Campofregoso 98
Costo del biglietto: € 8 (5 € under 25/over 65) / € 5 (ridotto 3 € under 25/over 65) / € 3 / € 1
Telefono per informazioni: +39 0744 285946
E-Mail info: info@ternifestival.it
Sito ufficiale: http://www.ternifestival.it
TERNIFESTIVAL festival internazionale della creazione contemporanea (18 > 27 settembre 2015) compie 10 anni e festeggia questo giro di boa con nuove sfide: anzi che compiacersi con torta e candeline si conferma come “a safe place for unsafe ideas” un approdo sicuro per nuovi interrogativi.
Questa edizione speciale raccoglie e stimola nuove riflessioni sui cambiamenti che abbiamo registrato in questi dieci anni, ampliando lo sguardo dall’universo festival a uno scenario più vasto abbracciando nuove tendenze estetiche e processi di produzione, nuove chiavi di lettura di un decennio che ha rivoluzionato le definizioni di creazione, comunità, condivisione.
Ternifestival nasce in profonda connessione con il suo territorio e la sua comunità come occasione di sviluppo territoriale e allo stesso tempo si è configurato negli anni come punto di riferimento per gli artisti italiani e internazionali, una convergenza speciale, 11 giorni a metà settembre, in cui artisti affermati e nuove generazioni potessero incontrarsi in un tempo condiviso, dando vita a nuove connessioni capaci di nutrire la propria creatività, ridurre il senso di isolamento e garantire una visibilità protetta che non sconfinasse nella semplice esposizione del sistema mercato.
L’edizione 2015 propone 5 percorsi che si intrecciano come costellazioni di senso:
NUOVE DRAMMATURGIE: FRAMMENTI, STORIE E RICOMPOSIZIONI IMPOSSIBILI
All'interno di questo percorso s’incontra la tagliente vena contemporanea di due formazioni internazionali per la prima volta in Italia: gli spagnoli El conde de Torrefiel e l'anglo-svizzero Phil Hayes in scena con Maria Jerez e Thomas Kaserbach.
Accanto a loro in questo percorso nella scrittura contemporanea due produzioni italiane: la rivoluzione di Be Normal! del Teatro Sotterraneo e il paradosso contemporaneo di Thyssen, con la regia di Marco Plini di e con Carolina Balucani, che rilegge l'attualità con le parole del futuro.
SPAZIO URBANO, CITTÀ UTOPICHE E NUOVE COMUNITÀ
La città resta il luogo d'eccellenza per i nostri progetti più ambiziosi. Olivier Grossetête, per la prima volta in Italia, realizza un monumento temporaneo pensato per il nostro spazio urbano: 15 metri di altezza per una tonnellata di cartone: un monumento alla condivisione e alla partecipazione eretto dagli stessi cittadini che prenderanno parte al processo di costruzione e contribuiranno ad una creazione collettiva.
Accanto a questo, L'uomo che cammina del trio Delogu/Sirna/Gautier, in cui quello che sembrava essere un anonimo centro di provincia si trasfigura, prende forme insolite e i confini tra realtà e rappresentazione si assottigliano fino alla confusione, alla vertigine.
Inoltre, ArtinReti e Via Industriae, con Il Gioco del Loco, attivano un laboratorio di due giorni, condotto con il coinvolgimento di agenti del territorio e progettisti nazionali, il cui scopo è preparare il Gioco, nella sua dimensione pratica e preparare al gioco i partecipanti, introducendo i temi dello spazio pubblico e dell'arte nella sfera sociale.
GENDER E IDENTITÀ IN TRASFORMAZIONE
In questo percorso s’incontrano lo “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che, dopo 10 anni con Motus, si avventura in un esperimento dall’apparente formato di Dj/Vj Set e l'anteprima della trilogia sulla transessualità di Livia Ferracchiati, giovanissima autrice e regista tuderte.
UN'EUROPA FLUIDA TRA CONFINI E CONFLITTI
L'anima politica del festival si dipana tra l'installazione di Robert Montgomery, che farà brillare con il fuoco una poesia dedicata all'Europa in un rito di purificazione collettivo, e il collettivo Ligna che ci catapulterà nel 1915 con Il grande rifiuto che esplora le possibilità individuali e collettive di cambiare gli eventi attraverso il re-enactment di una storia che non ha mai avuto luogo e di cui non si conosce la fine.
Inoltre, Arkadi Zaides approfondisce la sua riflessione sul conflitto israelo-palestinese selezionando ed esaminando i filmati dei volontari del progetto Camera del B’Tselem, che prevedeva la distribuzione di telecamere a palestinesi in zone di conflitto affinchè documentassero episodi di violazione dei diritti umani, mentre Markus Ohrn, attraverso un’installazione dal doppio punto di vista, esplora la cultura occidentale applicando un doppio sguardo straniante nella visione del film Persona.
ATTRAVERSAMENTI, APPARIZIONI E SCOPERTE
Le visioni dei Menoventi, i corpi eterei di Silvia Costa e i percorsi itineranti realizzati da altre tre compagnie: l’opera museal-coreografica dei Nanou, in cui l’ospite/spettatore è invitato a scegliere il suo tempo di fruizione muovendosi liberamente con un proprio percorso; l’esplorazione itinerante del buio e dell’ignoto fatta da Christian Bakalov in Bright; il percorso in nove stazioni di Trickster-p che intrappola la fiaba di Biancaneve in un onirico viaggio sonoro.
Inoltre torna in Umbria, dopo anni di assenza, Romeo Castellucci, con la rimessa in scena di uno dei suoi storici capolavori, il Giulio Cesare, del 1997, oggi riportato in vita e parte integrante del progetto Corso di Linguistica generale curato da Piersandra di Matteo.
Accanto al programma di festival si dipanano due progetti di residenza commissionati ai migranti bloccati a Ventimiglia nei primi giorni di luglio 2015: WE ARE NOT GOING BACK, WE NEED TO PASS!
WE ARE NOT GOING BACK
Per mappare il nostro viaggio e il percorso che condividiamo con alcuni artisti, abbiamo invitato quattro compagnie che, come il Ternifestival, sono arrivate al decimo anno di attività, Teatro Sotterraneo, Menoventi, Opera e Leonardo Delogu (oggi nel trio Delogu/Sirna/Gautier), ad abitare uno spazio dismesso e trasformarlo, attraverso un rischioso processo di co-creazione, in un luogo di sospensione spazio-temporale, un annullamento dei codici e ritmi ordinari, una base da aprire e vivere insieme al pubblico durante il festival, in orari prestabiliti, come un miracolo che avviene a comandamento: BASE 10 a metà tra un campo di addestramento e la piattaforma di lancio per un viaggio interstellare.
WE NEED TO PASS
Il nostro bisogno di spostare i confini e attraversare i limiti si manifesta nella piattaforma di lavoro sullo spazio urbano commissionata al quartetto di danzatrici italiane Contessa/D'Intino/Guarino/Mancini che con il provocatorio titolo Out Streets Are Not Paved With raccontano di un quartiere come di una piccola nazione, terra di approdi, migrazioni, strade, storie e comunità. E così gli spettatori potranno ascoltare le storie dei migranti al citofono delle case, potranno sperimentare gli innumerevoli metodi con cui i profughi cercano di fuggire dai territori in guerra, avranno modo di costruire quelle strade dorate di cui l'Europa sembra aver perso conoscenza.
Novità di questa decima edizione è inoltre che il Teatro Stabile dell’Umbria diviene titolare del Ternifestival, le due realtà, fra cui è da sempre viva una collaborazione, oggi divengono un’unica entità permettendo di integrare e arricchire ancor meglio le due anime del teatro umbro quella più consolidata e quella più giovane e sperimentale.
Il festival, infine, è partner di alcune delle più importanti reti internazionali dedicate alle arti performative come IETM, BJCEM e l'italiana Finestate festival con cui ha inaugurato i programmi di circuitazione internazionale TRANSARTE e SWISS TIME che vedono coinvolti rispettivamente Institut Francais e Pro Helvetia.
In questa edizione, Ternifestival ospita una sessione di lavoro del progetto europeo finanziato dal programma Creative Europe dal titolo N.O.W. New Open Processes for the Performing Arts: un progetto in cui 7 partner da Belgio, Francia, Islanda, Italia, Spagna e Ungheria intraprendono un percorso sperimentale e di ricerca finalizzato a elaborare nuovi strumenti di creazione, produzione e documentazione per rispondere alle urgenze del presente.
Oggi Terni, anche grazie al festival è stata inserita nella shortlist delle 10 candidate a Capitale Italiana della Cultura 2016/2017.
Questa edizione speciale raccoglie e stimola nuove riflessioni sui cambiamenti che abbiamo registrato in questi dieci anni, ampliando lo sguardo dall’universo festival a uno scenario più vasto abbracciando nuove tendenze estetiche e processi di produzione, nuove chiavi di lettura di un decennio che ha rivoluzionato le definizioni di creazione, comunità, condivisione.
Ternifestival nasce in profonda connessione con il suo territorio e la sua comunità come occasione di sviluppo territoriale e allo stesso tempo si è configurato negli anni come punto di riferimento per gli artisti italiani e internazionali, una convergenza speciale, 11 giorni a metà settembre, in cui artisti affermati e nuove generazioni potessero incontrarsi in un tempo condiviso, dando vita a nuove connessioni capaci di nutrire la propria creatività, ridurre il senso di isolamento e garantire una visibilità protetta che non sconfinasse nella semplice esposizione del sistema mercato.
L’edizione 2015 propone 5 percorsi che si intrecciano come costellazioni di senso:
NUOVE DRAMMATURGIE: FRAMMENTI, STORIE E RICOMPOSIZIONI IMPOSSIBILI
All'interno di questo percorso s’incontra la tagliente vena contemporanea di due formazioni internazionali per la prima volta in Italia: gli spagnoli El conde de Torrefiel e l'anglo-svizzero Phil Hayes in scena con Maria Jerez e Thomas Kaserbach.
Accanto a loro in questo percorso nella scrittura contemporanea due produzioni italiane: la rivoluzione di Be Normal! del Teatro Sotterraneo e il paradosso contemporaneo di Thyssen, con la regia di Marco Plini di e con Carolina Balucani, che rilegge l'attualità con le parole del futuro.
SPAZIO URBANO, CITTÀ UTOPICHE E NUOVE COMUNITÀ
La città resta il luogo d'eccellenza per i nostri progetti più ambiziosi. Olivier Grossetête, per la prima volta in Italia, realizza un monumento temporaneo pensato per il nostro spazio urbano: 15 metri di altezza per una tonnellata di cartone: un monumento alla condivisione e alla partecipazione eretto dagli stessi cittadini che prenderanno parte al processo di costruzione e contribuiranno ad una creazione collettiva.
Accanto a questo, L'uomo che cammina del trio Delogu/Sirna/Gautier, in cui quello che sembrava essere un anonimo centro di provincia si trasfigura, prende forme insolite e i confini tra realtà e rappresentazione si assottigliano fino alla confusione, alla vertigine.
Inoltre, ArtinReti e Via Industriae, con Il Gioco del Loco, attivano un laboratorio di due giorni, condotto con il coinvolgimento di agenti del territorio e progettisti nazionali, il cui scopo è preparare il Gioco, nella sua dimensione pratica e preparare al gioco i partecipanti, introducendo i temi dello spazio pubblico e dell'arte nella sfera sociale.
GENDER E IDENTITÀ IN TRASFORMAZIONE
In questo percorso s’incontrano lo “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che, dopo 10 anni con Motus, si avventura in un esperimento dall’apparente formato di Dj/Vj Set e l'anteprima della trilogia sulla transessualità di Livia Ferracchiati, giovanissima autrice e regista tuderte.
UN'EUROPA FLUIDA TRA CONFINI E CONFLITTI
L'anima politica del festival si dipana tra l'installazione di Robert Montgomery, che farà brillare con il fuoco una poesia dedicata all'Europa in un rito di purificazione collettivo, e il collettivo Ligna che ci catapulterà nel 1915 con Il grande rifiuto che esplora le possibilità individuali e collettive di cambiare gli eventi attraverso il re-enactment di una storia che non ha mai avuto luogo e di cui non si conosce la fine.
Inoltre, Arkadi Zaides approfondisce la sua riflessione sul conflitto israelo-palestinese selezionando ed esaminando i filmati dei volontari del progetto Camera del B’Tselem, che prevedeva la distribuzione di telecamere a palestinesi in zone di conflitto affinchè documentassero episodi di violazione dei diritti umani, mentre Markus Ohrn, attraverso un’installazione dal doppio punto di vista, esplora la cultura occidentale applicando un doppio sguardo straniante nella visione del film Persona.
ATTRAVERSAMENTI, APPARIZIONI E SCOPERTE
Le visioni dei Menoventi, i corpi eterei di Silvia Costa e i percorsi itineranti realizzati da altre tre compagnie: l’opera museal-coreografica dei Nanou, in cui l’ospite/spettatore è invitato a scegliere il suo tempo di fruizione muovendosi liberamente con un proprio percorso; l’esplorazione itinerante del buio e dell’ignoto fatta da Christian Bakalov in Bright; il percorso in nove stazioni di Trickster-p che intrappola la fiaba di Biancaneve in un onirico viaggio sonoro.
Inoltre torna in Umbria, dopo anni di assenza, Romeo Castellucci, con la rimessa in scena di uno dei suoi storici capolavori, il Giulio Cesare, del 1997, oggi riportato in vita e parte integrante del progetto Corso di Linguistica generale curato da Piersandra di Matteo.
Accanto al programma di festival si dipanano due progetti di residenza commissionati ai migranti bloccati a Ventimiglia nei primi giorni di luglio 2015: WE ARE NOT GOING BACK, WE NEED TO PASS!
WE ARE NOT GOING BACK
Per mappare il nostro viaggio e il percorso che condividiamo con alcuni artisti, abbiamo invitato quattro compagnie che, come il Ternifestival, sono arrivate al decimo anno di attività, Teatro Sotterraneo, Menoventi, Opera e Leonardo Delogu (oggi nel trio Delogu/Sirna/Gautier), ad abitare uno spazio dismesso e trasformarlo, attraverso un rischioso processo di co-creazione, in un luogo di sospensione spazio-temporale, un annullamento dei codici e ritmi ordinari, una base da aprire e vivere insieme al pubblico durante il festival, in orari prestabiliti, come un miracolo che avviene a comandamento: BASE 10 a metà tra un campo di addestramento e la piattaforma di lancio per un viaggio interstellare.
WE NEED TO PASS
Il nostro bisogno di spostare i confini e attraversare i limiti si manifesta nella piattaforma di lavoro sullo spazio urbano commissionata al quartetto di danzatrici italiane Contessa/D'Intino/Guarino/Mancini che con il provocatorio titolo Out Streets Are Not Paved With raccontano di un quartiere come di una piccola nazione, terra di approdi, migrazioni, strade, storie e comunità. E così gli spettatori potranno ascoltare le storie dei migranti al citofono delle case, potranno sperimentare gli innumerevoli metodi con cui i profughi cercano di fuggire dai territori in guerra, avranno modo di costruire quelle strade dorate di cui l'Europa sembra aver perso conoscenza.
Novità di questa decima edizione è inoltre che il Teatro Stabile dell’Umbria diviene titolare del Ternifestival, le due realtà, fra cui è da sempre viva una collaborazione, oggi divengono un’unica entità permettendo di integrare e arricchire ancor meglio le due anime del teatro umbro quella più consolidata e quella più giovane e sperimentale.
Il festival, infine, è partner di alcune delle più importanti reti internazionali dedicate alle arti performative come IETM, BJCEM e l'italiana Finestate festival con cui ha inaugurato i programmi di circuitazione internazionale TRANSARTE e SWISS TIME che vedono coinvolti rispettivamente Institut Francais e Pro Helvetia.
In questa edizione, Ternifestival ospita una sessione di lavoro del progetto europeo finanziato dal programma Creative Europe dal titolo N.O.W. New Open Processes for the Performing Arts: un progetto in cui 7 partner da Belgio, Francia, Islanda, Italia, Spagna e Ungheria intraprendono un percorso sperimentale e di ricerca finalizzato a elaborare nuovi strumenti di creazione, produzione e documentazione per rispondere alle urgenze del presente.
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