Giovanni Ozzola. Atto Unico / Single Act
Dal 29 Maggio 2021 al 31 Agosto 2021
San Gimignano | Siena
Luogo: Galleria Continua
Indirizzo: Via del Castello 11
Orari: da lunedì a domenica, 10-13 / 14-19, su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 0577943134
E-Mail info: info@galleriacontinua.com
Sito ufficiale: http://www.galleriacontinua.com
“Non finisce né inizia il viaggio. Ne siamo dentro. In riposo. Sulla barca che va “nella luce che abbaglia” di un altro giorno che comincia, o che muore. Ci faremo indistinti nella grande luce, e non più soli. “
Pier Luigi Tazzi
Galleria Continua è lieta di ospitare “Atto Unico / Single Act” un progetto espositivo di Giovanni Ozzola concepito appositamente per gli spazi della galleria. Come una piece teatrale, tutto avviene e si contiene in un’immagine totalizzante che contempla in sé una moltitudine di aspetti. La mostra, pensata per gli spazi della torre, rappresenta gli estremi che sono l’essenza della vita: il giorno, la notte, il maschile, il femminile, l’interno, l’esterno. Un unicum che comprende verità molteplici; armonia e contrasti che si fondono in una poetica densa di quesiti filosofici e universali.
L’intervento rivela la specificità della ricerca di Giovanni Ozzola che, abbracciando pratiche artistiche diverse – in questo caso la fotografia, la scultura e l’installazione - si contraddistingue per un’indagine che parte sempre dall’osservazione del mondo visibile, dello spazio e della luce. Costante il dialogo con la pittura che attraversa tutti i campi della sua azione.
Il percorso espositivo si apre con “Tā 她 他” (2021), un dittico fotografico: da un lato l’immagine profusa di luce rosata che illumina un interno, dall’altro una luce blu che come una lama apre un varco nel buio. “Tā in cinese, indica sia lui che lei, la pronuncia è la stessa, solo aggiungendo altri particolari si può capire se il Tā è lui (他) o lei (她) oppure esso/essa (它) quando si riferisce a cose o oggetti inanimati. Nella lingua scritta si legge chiaramente la differenza, mentre in quella parlata tutto rimane in sospeso, come in una poesia.Il concetto stesso di Tā contempla e include, in armonia, il contrasto. Questa sospensione è concettualmente l’inizio dellamostra”, spiega l’artista.
Nella sala d’ingresso Ozzola pone l’accento sul soffitto a volta trasformandolo in ‘sfera celeste’. “Contando estrellas” - omaggio a Giotto - è la riproduzione fedele di un cielo stellato, catturato durante il periodo di lockdown nel 2020. “Dal tetto di casa, dichiara l’artista, lo sguardo andava verso il cielo, contando le stelle, viaggiando verso un infinito più grande di qualsiasi pensiero. Quelle stelle che danno la nostra posizione precisa sulla terra, erano e sono, la via di fuga verso un luogo sconosciuto. Sono anche una misura del tempo, i giorni e le fasi, la direzione da seguire; un orizzonte senza limiti”.
L’ingresso funge da punto di unione e di passaggio ad altri due ambienti espositivi. Nella prima sala l’artista interviene con un’installazione che ridefinisce lo spazio creando un nuovo orizzonte; il modus operandi è quello che caratterizza il lavoro di Ozzola da molti anni: la tecnica di stampa su cemento. “Le aperture che squarciano i muri sono cicatrici urbane, luoghi dalla simbologia così forte da farsi archetipo, per offrirci un’apertura verso altri mondi. Si completano a vicenda; a noi che guardiamo danno un senso di simmetria, perché in quelle mura ci possiamo proteggere, in quella luce possiamo invece navigare e perderci (…) ambienti chiusi che offrono una prospettiva lontana ci permettono di vivere un’esperienza esclusiva, di solitudine, che è una parola tanto complessa quanto aperta alle interpretazioni più diverse. I segni e i graffiti sono le cicatrici che ricordano il nostro passaggio. Quelle strutture sono il nostro cranio e le prospettive il nostro sguardo”. Chiosa l’artista. Nella seconda sala Giovanni Ozzola colloca un gruppo di campane recuperate da navi naufragate o demolite. “Campane utilizzate per segnalare la propria posizione; l’affermazione di sé. Sono qui, nella notte, nel buio, o semplicemente ad occhi chiusi, mi sento, occupo questo luogo, sono parte di ciò che mi circonda ma sono un centro un punto nevralgico”, racconta l’artista. “Atto Unico / Single Act” si conclude dunque con un’installazione che ci riporta idealmente al centro, a noi stessi. Alle nostre corde vocali che vibrano come le corde alle quali sono appese le campane che occupano il nucleo dell’antica torre.
Nato a Firenze nel 1982, Giovanni Ozzola attualmente vive e lavora alle Isole Canarie, Spagna. Ha esposto il suo lavoro a livello internazionale presso numerose istituzioni pubbliche e private, tra queste: MAC – Museo De Arte Contemporaneo De Sao Paulo, Sao Paulo, Brasile, Gangnam-Gu, Seoul, Corea, Habitat Art Space, Shanghai, Cina, Ocean Flower Island Museum, Hainan, Cina nel 2021; Museo Villa Croce, Genova, Italia, OCAT, Shanghai, Cina, Chao Art Center, Beijing, Cina, Fosun Foundation Shanghai, Cina nel 2020; Foro Romano e Palatino, Parco Archeologico del Colosseo, Roma, Italia, Centro Foundacion UNICAJA de Almeria, Almeria, Spagna nel 2019; Palacio de los Marqueses de Moctezuma, Museo Unicaja Joaquin Peinado, Ronda (Málaga), Spagna, Fundación Unicaja, CUC Centro Unicaja de Cultura de Antequera, Spagna, Rotary Waregem, Claessens Canvas, Waregem, Belgio, Foundation Louis Vuitton, Parigi, Francia, Palazzo Mazzarino, Palermo, Italia (evento collaterale MANIFESTA 12), MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma, Italia nel 2018; Untitled Association Lynchen, Berlino, Germania, Macro, Roma nel 2017; District 6 Museum, Cape Town, Sud Africa, Sms, Pisa, Italia, Abu Dhabi Art, Abu Dhabi, Emirati Arabi nel 2016. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il MART di Rovereto, in Italia; Chelsea Art Museum a New York, Stati Uniti; Sharjah Maraya Art Center a Dubai; Mori Museum a Tokyo in Giappone; Schunck-Glaspaleis a Herleen, Paesi Bassi; Künstlerhaus Palais Thurn Und Taxis, a Bregenz in Austria; Man Museo d'Arte, Nuoro, Italia; Waseda University, Tokyo, Giappone; Centre d'Art Bastille, Grenoble, Francia; GC, AC, Monfalcone, Italia; Viafarini Docva, Milano, Italia; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italia; OCAT - Contemporay Art Terminal, Shanghai, Guandong Museum of Art, Guangzhou, Cina; 2139, Jeddah, Arabia Saudita; District Six Museum, Città del Capo, Sudafrica, Star Museum, Shanghai, Cina. Tra I premi: “Premio Terna” (2008), “The Talent Prize” (2010) e il “Premio Cairo” (2011), Seat Pagine Gialle, Regione Toscana (2007).
Pier Luigi Tazzi
Galleria Continua è lieta di ospitare “Atto Unico / Single Act” un progetto espositivo di Giovanni Ozzola concepito appositamente per gli spazi della galleria. Come una piece teatrale, tutto avviene e si contiene in un’immagine totalizzante che contempla in sé una moltitudine di aspetti. La mostra, pensata per gli spazi della torre, rappresenta gli estremi che sono l’essenza della vita: il giorno, la notte, il maschile, il femminile, l’interno, l’esterno. Un unicum che comprende verità molteplici; armonia e contrasti che si fondono in una poetica densa di quesiti filosofici e universali.
L’intervento rivela la specificità della ricerca di Giovanni Ozzola che, abbracciando pratiche artistiche diverse – in questo caso la fotografia, la scultura e l’installazione - si contraddistingue per un’indagine che parte sempre dall’osservazione del mondo visibile, dello spazio e della luce. Costante il dialogo con la pittura che attraversa tutti i campi della sua azione.
Il percorso espositivo si apre con “Tā 她 他” (2021), un dittico fotografico: da un lato l’immagine profusa di luce rosata che illumina un interno, dall’altro una luce blu che come una lama apre un varco nel buio. “Tā in cinese, indica sia lui che lei, la pronuncia è la stessa, solo aggiungendo altri particolari si può capire se il Tā è lui (他) o lei (她) oppure esso/essa (它) quando si riferisce a cose o oggetti inanimati. Nella lingua scritta si legge chiaramente la differenza, mentre in quella parlata tutto rimane in sospeso, come in una poesia.Il concetto stesso di Tā contempla e include, in armonia, il contrasto. Questa sospensione è concettualmente l’inizio dellamostra”, spiega l’artista.
Nella sala d’ingresso Ozzola pone l’accento sul soffitto a volta trasformandolo in ‘sfera celeste’. “Contando estrellas” - omaggio a Giotto - è la riproduzione fedele di un cielo stellato, catturato durante il periodo di lockdown nel 2020. “Dal tetto di casa, dichiara l’artista, lo sguardo andava verso il cielo, contando le stelle, viaggiando verso un infinito più grande di qualsiasi pensiero. Quelle stelle che danno la nostra posizione precisa sulla terra, erano e sono, la via di fuga verso un luogo sconosciuto. Sono anche una misura del tempo, i giorni e le fasi, la direzione da seguire; un orizzonte senza limiti”.
L’ingresso funge da punto di unione e di passaggio ad altri due ambienti espositivi. Nella prima sala l’artista interviene con un’installazione che ridefinisce lo spazio creando un nuovo orizzonte; il modus operandi è quello che caratterizza il lavoro di Ozzola da molti anni: la tecnica di stampa su cemento. “Le aperture che squarciano i muri sono cicatrici urbane, luoghi dalla simbologia così forte da farsi archetipo, per offrirci un’apertura verso altri mondi. Si completano a vicenda; a noi che guardiamo danno un senso di simmetria, perché in quelle mura ci possiamo proteggere, in quella luce possiamo invece navigare e perderci (…) ambienti chiusi che offrono una prospettiva lontana ci permettono di vivere un’esperienza esclusiva, di solitudine, che è una parola tanto complessa quanto aperta alle interpretazioni più diverse. I segni e i graffiti sono le cicatrici che ricordano il nostro passaggio. Quelle strutture sono il nostro cranio e le prospettive il nostro sguardo”. Chiosa l’artista. Nella seconda sala Giovanni Ozzola colloca un gruppo di campane recuperate da navi naufragate o demolite. “Campane utilizzate per segnalare la propria posizione; l’affermazione di sé. Sono qui, nella notte, nel buio, o semplicemente ad occhi chiusi, mi sento, occupo questo luogo, sono parte di ciò che mi circonda ma sono un centro un punto nevralgico”, racconta l’artista. “Atto Unico / Single Act” si conclude dunque con un’installazione che ci riporta idealmente al centro, a noi stessi. Alle nostre corde vocali che vibrano come le corde alle quali sono appese le campane che occupano il nucleo dell’antica torre.
Nato a Firenze nel 1982, Giovanni Ozzola attualmente vive e lavora alle Isole Canarie, Spagna. Ha esposto il suo lavoro a livello internazionale presso numerose istituzioni pubbliche e private, tra queste: MAC – Museo De Arte Contemporaneo De Sao Paulo, Sao Paulo, Brasile, Gangnam-Gu, Seoul, Corea, Habitat Art Space, Shanghai, Cina, Ocean Flower Island Museum, Hainan, Cina nel 2021; Museo Villa Croce, Genova, Italia, OCAT, Shanghai, Cina, Chao Art Center, Beijing, Cina, Fosun Foundation Shanghai, Cina nel 2020; Foro Romano e Palatino, Parco Archeologico del Colosseo, Roma, Italia, Centro Foundacion UNICAJA de Almeria, Almeria, Spagna nel 2019; Palacio de los Marqueses de Moctezuma, Museo Unicaja Joaquin Peinado, Ronda (Málaga), Spagna, Fundación Unicaja, CUC Centro Unicaja de Cultura de Antequera, Spagna, Rotary Waregem, Claessens Canvas, Waregem, Belgio, Foundation Louis Vuitton, Parigi, Francia, Palazzo Mazzarino, Palermo, Italia (evento collaterale MANIFESTA 12), MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma, Italia nel 2018; Untitled Association Lynchen, Berlino, Germania, Macro, Roma nel 2017; District 6 Museum, Cape Town, Sud Africa, Sms, Pisa, Italia, Abu Dhabi Art, Abu Dhabi, Emirati Arabi nel 2016. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il MART di Rovereto, in Italia; Chelsea Art Museum a New York, Stati Uniti; Sharjah Maraya Art Center a Dubai; Mori Museum a Tokyo in Giappone; Schunck-Glaspaleis a Herleen, Paesi Bassi; Künstlerhaus Palais Thurn Und Taxis, a Bregenz in Austria; Man Museo d'Arte, Nuoro, Italia; Waseda University, Tokyo, Giappone; Centre d'Art Bastille, Grenoble, Francia; GC, AC, Monfalcone, Italia; Viafarini Docva, Milano, Italia; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italia; OCAT - Contemporay Art Terminal, Shanghai, Guandong Museum of Art, Guangzhou, Cina; 2139, Jeddah, Arabia Saudita; District Six Museum, Città del Capo, Sudafrica, Star Museum, Shanghai, Cina. Tra I premi: “Premio Terna” (2008), “The Talent Prize” (2010) e il “Premio Cairo” (2011), Seat Pagine Gialle, Regione Toscana (2007).
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