Uno Sguardo su Fayyum. Le Ceramiche della Scuola di Evelyne Porret. I Ritratti di Al-Fayyum di Carlo Bevilacqua

Uno Sguardo su Fayyum. Le Ceramiche della Scuola di Evelyne Porret. I Ritratti di Al-Fayyum di Carlo Bevilacqua
Dal 12 Aprile 2014 al 03 Maggio 2014
Roma
Luogo: Zadig
Indirizzo: via del Pellegrino 136
Orari: 10-13.30 / 15.30-19.30. Chiuso domenica e lunedì mattina
Telefono per informazioni: +39 06 68134435
E-Mail info: info@zadigstore.it
Sito ufficiale: http://www.zadigstore.it/
Quella che vorremmo raccontare da Zadig è la storia di sguardi che si incontrano.
Quello colto e appassionato di Carlo Bevilacqua e quello spontaneo e fantasioso dei ragazzi della Scuola di ceramica di Evelyne Porret.
Sono sguardi ricchi di suggestioni che presentano l’immagine di un luogo abitato da egizi, greci, romani, che nei secoli si sono fusi intrecciando raffinate culture e millenarie tradizioni.
Il percorso espositivo si apre presentando i suggestivi Ritratti di Al Fayyum di Carlo Bevilacqua, una rivisitazione dei dipinti su tavoletta di legno eseguiti in Egitto nell’epoca romana tra il I e il III secolo dopo Cristo raffiguranti i volti delle mummie.
“Con una personale interpretazione - racconta Carlo Bevilacqua - ho intrapreso l’avventura pittorica su quei ritratti, affascinato sia dalla empatia creatasi fra loro e me, sia per sperimentare la tecnica dell’encausto su tavola, che così bene aveva permesso loro di invecchiare, senza però che perdessero l’autenticità e la veridicità che traspare dai loro sguardi, nelle ricche e ingioiellate acconciature femminili o nelle capigliature maschili, spesso arricchite da fluenti baffi e barbe”.
La mostra prosegue con una collezione di oltre 200 pezzi di ceramiche create dai ragazzi della Scuola fondata negli anni 80 dai ceramisti svizzeri Evelyne Porret e Michel Pastore, con l’intento di insegnare a bambini e adolescenti tecniche e utilizzo dei materiali locali, ispirandosi ai precetti del grande architetto egiziano Ramses Wissa Wassef.
Ramses, con cui Evelyne lavorò negli anni 60, fu il primo ad istituire atelier per i giovani contadini del proprio paese convinto che ogni essere umano nascesse artista ma che il talento potesse esprimersi solo se l’attività artistica fosse incoraggiata dalla prima infanzia attraverso la pratica del fare.
La natura, gli animali, il lavoro nei campi, la preghiera, il gioco: la vita che scorre veloce sulle ceramiche della Scuola di Evelyne si ferma nello sguardo fisso e intenso, a volte superbo a volte sereno, dei ritratti di Carlo Bevilacqua.
Gli occhi guidano chi varca questo spazio trasportandolo in un viaggio ricco di storia, misteri, visioni, suggestioni e memorie.
Quello colto e appassionato di Carlo Bevilacqua e quello spontaneo e fantasioso dei ragazzi della Scuola di ceramica di Evelyne Porret.
Sono sguardi ricchi di suggestioni che presentano l’immagine di un luogo abitato da egizi, greci, romani, che nei secoli si sono fusi intrecciando raffinate culture e millenarie tradizioni.
Il percorso espositivo si apre presentando i suggestivi Ritratti di Al Fayyum di Carlo Bevilacqua, una rivisitazione dei dipinti su tavoletta di legno eseguiti in Egitto nell’epoca romana tra il I e il III secolo dopo Cristo raffiguranti i volti delle mummie.
“Con una personale interpretazione - racconta Carlo Bevilacqua - ho intrapreso l’avventura pittorica su quei ritratti, affascinato sia dalla empatia creatasi fra loro e me, sia per sperimentare la tecnica dell’encausto su tavola, che così bene aveva permesso loro di invecchiare, senza però che perdessero l’autenticità e la veridicità che traspare dai loro sguardi, nelle ricche e ingioiellate acconciature femminili o nelle capigliature maschili, spesso arricchite da fluenti baffi e barbe”.
La mostra prosegue con una collezione di oltre 200 pezzi di ceramiche create dai ragazzi della Scuola fondata negli anni 80 dai ceramisti svizzeri Evelyne Porret e Michel Pastore, con l’intento di insegnare a bambini e adolescenti tecniche e utilizzo dei materiali locali, ispirandosi ai precetti del grande architetto egiziano Ramses Wissa Wassef.
Ramses, con cui Evelyne lavorò negli anni 60, fu il primo ad istituire atelier per i giovani contadini del proprio paese convinto che ogni essere umano nascesse artista ma che il talento potesse esprimersi solo se l’attività artistica fosse incoraggiata dalla prima infanzia attraverso la pratica del fare.
La natura, gli animali, il lavoro nei campi, la preghiera, il gioco: la vita che scorre veloce sulle ceramiche della Scuola di Evelyne si ferma nello sguardo fisso e intenso, a volte superbo a volte sereno, dei ritratti di Carlo Bevilacqua.
Gli occhi guidano chi varca questo spazio trasportandolo in un viaggio ricco di storia, misteri, visioni, suggestioni e memorie.
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