Umberto Ippoliti. Segni Smarriti

Umberto Ippoliti, T capovolta
Dal 18 Aprile 2024 al 30 Maggio 2024
Roma
Luogo: Galleria Pavart
Indirizzo: Via Giuseppe Dezza 6B
Curatori: Velia Littera
Enti promotori:
- Ministero della Cultura
Telefono per informazioni: +39 06 58303356
E-Mail info: info@pavart.it
Sito ufficiale: http://www.pavart.it
Il 18 aprile 2024 alle ore 18 Pavart gallery presenta la mostra personale “Segni smarriti" curata da Velia Littera, una serie di grandi tele realizzate dall’artista Umberto Ippoliti.
Un’opera accade e basta.
Nell'atelier silenzioso dell’eccentrico artista Umberto Ippoliti, l'aria è impregnata di creatività e mistero. Tra queste pareti una strana energia sembra danzare nell'aria, come se l'arte stessa stia prendendo vita. È qui che si celano le sue opere in divenire che saranno esposte in questa mostra straordinaria.
Al centro dello studio, una tela imponente è appoggiata, ancora priva di ogni traccia di colore. L'artista, con gli occhi pieni d’ispirazione, afferra deciso un pennello carico di tinte vibranti e lo posa sulla tela bianca con una determinazione febbrile.
Ma anziché tracciare linee decise o forme definite, l'artista lascia che il pennello vaghi liberamente sulla tela, seguendo il flusso del pensiero e dell'emozione. Le linee si uniscono, si sovrappongono, si contorcono, creando un intreccio caotico di colori e forme, come segni che cercano una via d'uscita, una direzione da seguire, ma si trovano smarriti in un labirinto senza fine.
Ecco che aggiunge anche oggetti ritrovati, chiodi, pezzi di metallo arrugginiti…
Le azioni diventano sempre più frenetiche, sempre più disperate, mentre l'artista si abbandona completamente al processo creativo. Ogni tratto, ogni segno, sembra portare con sé un frammento della sua anima, un pezzo del suo essere che cerca di trovare la sua espressione sulla tela o su una tavola.
Il tempo sembra sfuggire, dilatarsi e contrarsi in un ciclo senza fine mentre l'opera prende forma. E finalmente, quando l'artista si ferma, si trova di fronte a un'opera d'arte che non può essere spiegata con le parole.
I segni smarriti si intrecciano in un intricato labirinto di colori e forme, lasciando all’osservatore il compito di trovare il proprio significato in quella visione enigmatica.
E così, l'opera accadde e basta, senza bisogno d’interpretazioni. I segni smarriti sulla tela sono una testimonianza dell'imprevedibile bellezza della creatività, un richiamo alla libertà e all'incanto dell'arte che si manifesta senza schemi né limiti.
Un'opera che si è compiuta attraverso le pennellate casuali del destino attraverso l’imprevedibilità del processo artistico. L'artista diventa un mezzo attraverso cui l'opera si manifesta, piuttosto che il suo unico artefice.
Essa ha una vita propria, indipendente dall'intenzione originaria dell'artista o dalle futili analisi dei fruenti. Si può percepire e interpretare l'opera in modi unici e personali, aggiungendo ulteriori strati di significato alla sua esistenza.
Le opere d'arte più potenti sono quelle che accadono spontaneamente e…. basta!
Un’opera accade e basta.
Nell'atelier silenzioso dell’eccentrico artista Umberto Ippoliti, l'aria è impregnata di creatività e mistero. Tra queste pareti una strana energia sembra danzare nell'aria, come se l'arte stessa stia prendendo vita. È qui che si celano le sue opere in divenire che saranno esposte in questa mostra straordinaria.
Al centro dello studio, una tela imponente è appoggiata, ancora priva di ogni traccia di colore. L'artista, con gli occhi pieni d’ispirazione, afferra deciso un pennello carico di tinte vibranti e lo posa sulla tela bianca con una determinazione febbrile.
Ma anziché tracciare linee decise o forme definite, l'artista lascia che il pennello vaghi liberamente sulla tela, seguendo il flusso del pensiero e dell'emozione. Le linee si uniscono, si sovrappongono, si contorcono, creando un intreccio caotico di colori e forme, come segni che cercano una via d'uscita, una direzione da seguire, ma si trovano smarriti in un labirinto senza fine.
Ecco che aggiunge anche oggetti ritrovati, chiodi, pezzi di metallo arrugginiti…
Le azioni diventano sempre più frenetiche, sempre più disperate, mentre l'artista si abbandona completamente al processo creativo. Ogni tratto, ogni segno, sembra portare con sé un frammento della sua anima, un pezzo del suo essere che cerca di trovare la sua espressione sulla tela o su una tavola.
Il tempo sembra sfuggire, dilatarsi e contrarsi in un ciclo senza fine mentre l'opera prende forma. E finalmente, quando l'artista si ferma, si trova di fronte a un'opera d'arte che non può essere spiegata con le parole.
I segni smarriti si intrecciano in un intricato labirinto di colori e forme, lasciando all’osservatore il compito di trovare il proprio significato in quella visione enigmatica.
E così, l'opera accadde e basta, senza bisogno d’interpretazioni. I segni smarriti sulla tela sono una testimonianza dell'imprevedibile bellezza della creatività, un richiamo alla libertà e all'incanto dell'arte che si manifesta senza schemi né limiti.
Un'opera che si è compiuta attraverso le pennellate casuali del destino attraverso l’imprevedibilità del processo artistico. L'artista diventa un mezzo attraverso cui l'opera si manifesta, piuttosto che il suo unico artefice.
Essa ha una vita propria, indipendente dall'intenzione originaria dell'artista o dalle futili analisi dei fruenti. Si può percepire e interpretare l'opera in modi unici e personali, aggiungendo ulteriori strati di significato alla sua esistenza.
Le opere d'arte più potenti sono quelle che accadono spontaneamente e…. basta!
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