Roberto Almagno. Plasmare il disegno

Roberto Almagno, Senza titolo 1, legno, 2022 I Ph. Roberto Almagno

 

Dal 05 Maggio 2022 al 28 Giugno 2022

Roma

Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Indirizzo: Viale delle Belle Arti 131

Orari: dal martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura

Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 2. Gratuito: under 18, docenti e studenti UE delle facoltà di architettura, di conservazione dei beni culturali, di scienze della formazione e dei corsi di laurea di lettere e materie letterarie con indirizzo archeologico o storico-artistico delle facoltà di lettere e filosofia, portatori di handicap e accompagnatore, giornalisti, guide turistiche, soci ICOM, dipendenti MiC

Telefono per informazioni: +39 06 322 98 221

E-Mail info: gan-amc@beniculturali.it

Sito ufficiale: http://lagallerianazionale.com


L’esposizione di Roberto Almagno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta la sua più recente produzione artistica attraverso un’installazione site-specific realizzata per il museo. 

Nelle quattro opere esposte, due sculture e due opere a parete, emergono le coordinate della ricerca artistica di Almagno. Le sculture in legno sono esemplificative del lavoro su questo materiale che l’artista conduce da anni: raccolti nei sentieri silenziosi di luoghi naturali per essere trasformati in segni mediante diversi processi meccanici e l’azione del fuoco, questi legni aspirano a restare sospesi nell’aria, distaccandosi dalla parete o sollevandosi da terra, per raggiungere un loro peculiare equilibrio che li assimila al vento. 

La partenza di Almagno è “povera”, sin dall’atto originario di riconoscimento degli elementi essenziali che costituiscono le sue opere, e a questa povertà l’artista rimane fedele: non ne maschera la natura, e la trasfigurazione cui sottopone la sua materia non ne nasconde la scaturigine. È proprio a questa complicità che lega la materia che sceglie, spoglia d’ogni seduzione e orpello d’eleganza, al lavoro “fabbrile” che la riscatta, conducendola a una forma di secolare sapienza, che Almagno deve in prima istanza l’originalità della sua opera, dal carattere attuale e al tempo stesso antico. 

Ne escono immagini d’assoluta purezza, in cerca dell’essenziale che vogliono narrare – un soffio di vento, metafora costante nella scultura dell’artista – lasciando sospesa nell’aria appena un’eco del loro consistere, del loro trascorrere veloce lo spazio che designano, dove il segno che lo attraversa sa farsi, di volta in volta, risonanza, proiezione, slancio oltre i propri confini. È l’approdo perfetto di quel sogno di una scultura mossa alla vita solo da quell’alito che Almagno da sempre ricerca, ricordando forse la speranza di Arturo Martini: “fa che io non sia un oggetto, ma un’estensione”

Insieme alle figure create da Almagno, nel progetto realizzato per la Galleria prende forma il motivo, caro all’artista, della designazione di un luogo, una sorta di riparo silenzioso dove accogliere ciò lui definisce “il bisogno di ascolto del venire al mondo dell’immagine”: in questo spazio, due opere a tecnica mista si accordano con due sculture lignee, formando un’unica composizione di grande impatto. 

Roberto Almagno è nato ad Aquino nel 1954. Trasferitosi giovanissimo a Roma, dal 198 al 1971 è allievo prima di Giuseppe Mazzullo, poi, all’Accademia di Belle Arti, di Pericle Fazzini, che avrà un peso determinante nel percorso della sua ricerca artistica e nello sviluppo del suo lavoro. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale di Roma e nel 1976, a Livorno, tiene la sua prima mostra personale ove presenta cinque sculture in ferro e pietra e venticinque disegni. Nel 1980 abbandona la scultura in pietra di indirizzo figurativo per dedicarsi a ricerche sperimentali che lo porteranno a determinare la sua personale cifra stilistica. Proprio a questi anni risale, con una mai interrotta continuità di lavoro, l’intima scelta di un unico materiale: il legno. Incipit di questa nuova ricerca è la mostra personale del 1922 presso la Galleria L’Isola di Roma. Nel 1994 partecipa al 46° Premio Michetti, dove vince il primo premio con la scultura Malena. Da questo momento in avanti la sua attività espositiva è assidua e ricca di risultati. Nel 2006 allestisce nella Sala Regia di Palazzo Venezia di Roma l’opera Sciamare, notevole per imponenza e dimensioni. Essa è costituita da 25 elementi lignei che occupano l’intera superficie, cosparsa di cenere, dell’immensa sala: può dirsi che da quel momento dati la sua definitiva collocazione nel panorama delle più significative esperienze plastiche italiane della sua generazione. Nel 2010 partecipa all’Expo di Shangai nell’ambito dell’esposizione universale 2010. Tra le mostre personali più recenti, si ricordano in particolare quelle tenute a Londra nel 2012 e a New York nel 2015.

Inaugurazione giovedì 5 maggio ore 18-22

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