Quanto Bentivoglio?
Dal 17 Ottobre 2022 al 29 Gennaio 2023
Roma
Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: Viale Belle Arti 131
Orari: dal martedì a domenica dalle 9 alle 19. Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 2
Telefono per informazioni: +39 06 322981
E-Mail info: gan-amc@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://lagallerianazionale.com
La mostra Quanto Bentivoglio? celebrativa dei 100 anni di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922 – Roma 2017) – artista, curatrice, poetessa, performer e molto altro – guarda al futuro attraverso la presentazione di un centinaio di opere ancora oggi abbaglianti per la loro capacità di comunicarci, al di fuori degli standard consueti, il raggiungimento di altri significati possibili, il superamento del limite riduttivo dei confini dell’opera.
Negli anni Settanta gli artisti verbovisuali, nutriti dal clima sociale, culturale e politico di quel decennio, vogliono rovesciare la cultura egemone per trovare altri modi di sopravvivenza. Ci sono anche le donne, che pure non sono mai state nel novero della cultura dominante. Mirella Bentivoglio sceglie per loro la strada maestra, riservando alle artiste un posto in prima fila.
Grazie alla mostra Materializzazione del linguaggio nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia nel 1978, Mirella Bentivoglio sostiene e promuove una mostra, e poi molte altre a seguire, di sole donne, nella quale presenta il loro lavoro mettendole - finalmente - in luce, interrogandosi sulla questione femminile, la rappresenta, trova e promuove per ognuna delle sue artiste aspetti e circostanze specifici.
Sia il catalogo che la mostra, curata da Nicoletta Boschieroe realizzata in collaborazione con l’Archivio Mirella Bentivoglio, espandono lo sguardo dell’artista mantenendo un ruolo sperimentale, proponendo un considerevole numero di opere, alcune delle quali inedite accanto ad altre famosissime, e nel libro di accompagnamento, oltre al testo della curatrice Nicoletta Boschiero, un approfondimento su 10 lavori esemplari che ancora oggi fanno discutere. La natura dell’occasione pone le basi di quello che potrà essere un futuro catalogo ragionato pubblicando una cospicua bibliografia dell’artista, redatta da Rosaria Abate, esemplare nel mostrarci quanto sia stato corposo il suo lavoro critico.
L’esigenza di “rompere in continuazione”, oltre allo sforzo di proporre altre possibilità fuori dagli schemi prestabiliti, così insita nel temperamento dell’artista, è stata declinata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea in un allestimento inconsueto.
Le opere, provenienti per la maggior parte dall’Archivio Mirella Bentivoglio, giungono anche da prestigiose istituzioni: oltre ai tre significativi lavori appartenenti alla collezione della Galleria Nazionale stessa, da Venezia, Ca’ Pesaro, dal Mart di Rovereto, possessore della donazione dell’artista, dall’Archivio Tullia Denza, dalla collezione conservata alla Biblioteca Nazionale di Roma, e dalle raccolte di singoli appassionati collezionisti e gallerie (Galleria gramma_epsilon, Atene, tra tutte), in un panorama in grado di restituire la complessità dei fenomeni affrontati nella scrittura verbovisuale, nella land art, nelle azioni performative, in un arco temporale che va dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni.
Poetessa e artista verbo-visiva, Mirella Bentivoglio nasce a Klagenfurt (Austria) il 28 marzo del 1922, da genitori italiani, Margherita Cavalli e lo scienziato Ernesto Bertarelli. Riceve un’educazione multilinguistica, studiando nella Svizzera tedesca e in Inghilterra (consegue Diplomi di Proficiency in English nelle Università di Sheffield e Cambridge). Nel 1949 sposa
il docente universitario di Diritto Internazionale Ludovico Matteo Bentivoglio, di cui adotta
il cognome. Autrice, nella prima giovinezza, sia di pitture a olio sia di libri di poesie in italiano
e in inglese (editi da Scheiwiller e Vallecchi, e recensiti da critici quali Giorgio Caproni, Italo Defeo e Mario Praz), esprime in seguito il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine legandosi ai movimenti verbo-visivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista. Consegue per titoli, nel 1968, l’idoneità all’insegnamento di Estetica e Storia dell’Arte nelle Accademie italiane. Usufruisce di borse di studio e di ricerca presso il Salzburg Seminar for American Studies (1958) e il Getty Institute di Los Angeles (1997). Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, passa, dagli anni Sessanta in poi, a una personale forma
di poesia-oggetto. Via via, negli anni Settanta e oltre, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il celebre Ovo di Gubbio). Centrale e pluriennale è stato il suo lavoro sui libri-oggetto. Ha avuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea anche come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare cura e realizza, per la 38esima Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglie esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento. A Mirella Bentivoglio sono stati assegnati numerosi premi sia per la sua attività poetico e artistica, sia per quella critica e organizzativa. Nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). Muore a Roma nella primavera del 2017. A un anno dalla scomparsa, si è tenuta una giornata di commemorazione in suo onore alla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele di Roma, che ha presentato il fondo a lei intitolato (donato alla Biblioteca dalle sue tre figlie, Marina, Leonetta e Ilaria). Contiene volumi, cataloghi di mostre e svariati materiali della sua vasta biblioteca-archivio. Nel 2019 è nato in rete l’Archivio Mirella Bentivoglio, con lo scopo di promuovere e valorizzare il suo lavoro. Nello stesso anno, il 14 maggio, è stato inaugurato un nuovo luogo espositivo per Mirella Bentivoglio all’interno dell’itinerario Spazi900, realizzato all’interno della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. L’ambiente intitolato a Bentivoglio, che ospita l’esposizione permanente di alcune tra le sue opere, figura accanto a spazi dedicati
ad autori quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Italo Calvino.
Negli anni Settanta gli artisti verbovisuali, nutriti dal clima sociale, culturale e politico di quel decennio, vogliono rovesciare la cultura egemone per trovare altri modi di sopravvivenza. Ci sono anche le donne, che pure non sono mai state nel novero della cultura dominante. Mirella Bentivoglio sceglie per loro la strada maestra, riservando alle artiste un posto in prima fila.
Grazie alla mostra Materializzazione del linguaggio nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia nel 1978, Mirella Bentivoglio sostiene e promuove una mostra, e poi molte altre a seguire, di sole donne, nella quale presenta il loro lavoro mettendole - finalmente - in luce, interrogandosi sulla questione femminile, la rappresenta, trova e promuove per ognuna delle sue artiste aspetti e circostanze specifici.
Sia il catalogo che la mostra, curata da Nicoletta Boschieroe realizzata in collaborazione con l’Archivio Mirella Bentivoglio, espandono lo sguardo dell’artista mantenendo un ruolo sperimentale, proponendo un considerevole numero di opere, alcune delle quali inedite accanto ad altre famosissime, e nel libro di accompagnamento, oltre al testo della curatrice Nicoletta Boschiero, un approfondimento su 10 lavori esemplari che ancora oggi fanno discutere. La natura dell’occasione pone le basi di quello che potrà essere un futuro catalogo ragionato pubblicando una cospicua bibliografia dell’artista, redatta da Rosaria Abate, esemplare nel mostrarci quanto sia stato corposo il suo lavoro critico.
L’esigenza di “rompere in continuazione”, oltre allo sforzo di proporre altre possibilità fuori dagli schemi prestabiliti, così insita nel temperamento dell’artista, è stata declinata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea in un allestimento inconsueto.
Le opere, provenienti per la maggior parte dall’Archivio Mirella Bentivoglio, giungono anche da prestigiose istituzioni: oltre ai tre significativi lavori appartenenti alla collezione della Galleria Nazionale stessa, da Venezia, Ca’ Pesaro, dal Mart di Rovereto, possessore della donazione dell’artista, dall’Archivio Tullia Denza, dalla collezione conservata alla Biblioteca Nazionale di Roma, e dalle raccolte di singoli appassionati collezionisti e gallerie (Galleria gramma_epsilon, Atene, tra tutte), in un panorama in grado di restituire la complessità dei fenomeni affrontati nella scrittura verbovisuale, nella land art, nelle azioni performative, in un arco temporale che va dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni.
Poetessa e artista verbo-visiva, Mirella Bentivoglio nasce a Klagenfurt (Austria) il 28 marzo del 1922, da genitori italiani, Margherita Cavalli e lo scienziato Ernesto Bertarelli. Riceve un’educazione multilinguistica, studiando nella Svizzera tedesca e in Inghilterra (consegue Diplomi di Proficiency in English nelle Università di Sheffield e Cambridge). Nel 1949 sposa
il docente universitario di Diritto Internazionale Ludovico Matteo Bentivoglio, di cui adotta
il cognome. Autrice, nella prima giovinezza, sia di pitture a olio sia di libri di poesie in italiano
e in inglese (editi da Scheiwiller e Vallecchi, e recensiti da critici quali Giorgio Caproni, Italo Defeo e Mario Praz), esprime in seguito il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine legandosi ai movimenti verbo-visivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista. Consegue per titoli, nel 1968, l’idoneità all’insegnamento di Estetica e Storia dell’Arte nelle Accademie italiane. Usufruisce di borse di studio e di ricerca presso il Salzburg Seminar for American Studies (1958) e il Getty Institute di Los Angeles (1997). Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, passa, dagli anni Sessanta in poi, a una personale forma
di poesia-oggetto. Via via, negli anni Settanta e oltre, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il celebre Ovo di Gubbio). Centrale e pluriennale è stato il suo lavoro sui libri-oggetto. Ha avuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea anche come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare cura e realizza, per la 38esima Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglie esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento. A Mirella Bentivoglio sono stati assegnati numerosi premi sia per la sua attività poetico e artistica, sia per quella critica e organizzativa. Nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). Muore a Roma nella primavera del 2017. A un anno dalla scomparsa, si è tenuta una giornata di commemorazione in suo onore alla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele di Roma, che ha presentato il fondo a lei intitolato (donato alla Biblioteca dalle sue tre figlie, Marina, Leonetta e Ilaria). Contiene volumi, cataloghi di mostre e svariati materiali della sua vasta biblioteca-archivio. Nel 2019 è nato in rete l’Archivio Mirella Bentivoglio, con lo scopo di promuovere e valorizzare il suo lavoro. Nello stesso anno, il 14 maggio, è stato inaugurato un nuovo luogo espositivo per Mirella Bentivoglio all’interno dell’itinerario Spazi900, realizzato all’interno della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. L’ambiente intitolato a Bentivoglio, che ospita l’esposizione permanente di alcune tra le sue opere, figura accanto a spazi dedicati
ad autori quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Italo Calvino.
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