Ontica
Dal 17 Marzo 2022 al 17 Aprile 2022
Roma
Luogo: Contemporary Cluster
Indirizzo: Via Merulana 248
Telefono per informazioni: +39 0631709949
E-Mail info: info@contemporarycluster.com
Sito ufficiale: http://www.contemporarycluster.com
Contemporary Cluster [Collective Intelligence] presenta il 17 marzo 2022, Ontica, un progetto espositivo a cura di Giacomo Guidi. In mostra opere di Valerio di Fiore, Marco Emmanuele, Luca Petti e Giusy Pirrotta.
Con il termine ontico in filosofia viene indicato tutto ciò che riguarda l’ente concreto, empirico. Ad approfondire il pensiero attorno al termine stesso è stato il filosofo tedesco Martin Heidegger che nella sua opera Essere e tempo, ne ha fatto uno dei cardini del suo pensiero, divenendo fulcro della ricerca intorno al significato dell’esistenza umana.
Secondo il filosofo, la via per conoscere l’essere - sein - passa attraverso l’Esserci - Dasein -, cioè l’uomo, in quanto ente che gode e vive del suo stesso essere. L’Esserci può conoscersi e comprendere solo attraverso il proprio essere. L’indagine ontica di Heidegger ruota intorno alla ricerca costante di un autentico senso dell’essere, inteso come l’unico davvero esistente, in sé stesso e nel tempo, assumendo come imprescindibile per l’uomo l’esistenza, che ne determina la sua essenza. L’esserci, compreso nella sua estrema possibilità d’essere, è il tempo stesso, secondo il filosofo, e non è nel tempo. Alla domanda su cosa sia il tempo Heidegger risponde illustrando come la temporalità non sia fondata dall'esistenza, ma da essa soltanto manifestata: il tempo viene così spiegato come ciò che rende possibile la decisione consapevole e l’unico modo possibile di esistere, il tempo è senso dell'esserci.
Il tempo dell’esserci si manifesta all’uomo come un percorso, non più un misurare. Avere a che fare con il tempo è questione di cura, nelle parole del filosofo, di attenzione e accortezza nei confronti della propria potenzialità, unica e autorevole, nell’estrema possibilità di esistere ed essere parte integrante del tempo, come passaggio obbligato di un processo esistenziale che coinvolge tutti. L’abisso che si espande tra la presa di coscienza e il momento dell’essere nel proprio tempo ci dimostra la finitezza dell’esistenza umana e il rischio imminente dell’oblio.
La mostra Ontica esplora il rapporto tra essere e tempo ed esprime questi temi nella reinterpretazione degli artisti in mostra, ponendo l’essere e il suo tempo al centro della narrazione come un'accettazione del vedere, un percorso che mette in scena l’essere nella sua funzione più naturale e spontanea: esserci e manifestarsi nel tempo presente.
Pensata come un percorso ideale tra le opere degli artisti, il percorso di Ontica inizia con le opere di Valerio Di Fiore che si dedica da anni alla ricerca pittorica in un personale processo di ibridazione tra media tradizionali e linguaggi dell'inner city, creando un dialogo tra cultura underground ed arte contemporanea. Di Fiore ha strutturato il proprio lavoro per Ontica partendo da tematiche come l'appartenenza e l'alterità come enigmi ontologici che contraddistinguono la storia dell'essere umano, per un riflessione sulla temporalità finita dell'uomo. L'intento dell’artista è quello di suscitare nello spettatore emozioni contrastanti, proprio come il vivere contemporaneo, ponendoci giornalmente di fronte alle nostre azioni dettate dal nostro vissuto, dalla nostra tradizione, che deve adattarsi ai continui cambiamenti sociali, dove tutto si consuma e storicizza ad alta velocità.
Il percorso prosegue con Marco Emmanuele, artista che realizza opere in ceramica, ferro e vetro, che ruotano intorno ai detriti, testimoni dell’attitudine umana alla colonizzazione ed alterazione dei luoghi. La ricerca più recente verte sulla pittura con impasto vitreo, tramite il quale l’artista cerca la luce residuale che lo circonda. Le sue opere catturano la luce e si fanno simbolo di una temporalità sospesa, in una ricerca costante di un legame profondo tra l’uomo e il suo riflesso nel tempo.
Le opere di Giusy Pirrotta ci accolgono nell’ultima sala della galleria. Il suo lavoro comprende l’uso di ceramica, film, video, fotografia e design su carta parati e tessuto. Realizza oggetti e installazioni site-specific di carattere immersivo che indagano sul modo di percepire da parte dello spettatore e interrogano sull’uso della luce nello spazio in relazione alla scultura. Lo scopo del suo lavoro è espandere i confini tra discipline come arti visive, craft, e design. Le installazioni dell’artista diventano occasione per esplorare fenomeni ottici o narrare delle storie, in una manifestazione dell’essere umano nella sua corporeità come testimonianza dell’essere nel suo tempo.
Infine, Luca Petti è da sempre impegnato nella comprensione dei sistemi organici e inorganici che compongono la realtà, in un’indagine sulle interrelazioni tra i macro sistemi che costituiscono l’universo in cui l’uomo è inserito. Per la mostra, Petti progetta Materia esotica, rimandando all’ultimo nucleo di ricerche dell’artista che ha fatto delle ibridazioni tra mondo animale e vegetale il suo principale campo di studi, in particolare gli effetti delle modifiche imposte negli anni si palesano e si rovesciano come un’onda sulla precaria condizione della vita umana. Siamo di fronte a una natura altra, alterata, affascinante e tossica allo stesso tempo, dove gli organismi si ricostituiscono e si ribellano all’egemonia umana, ri-aggregandosi in forme inaspettate, ancestrali ma contestualmente inedite. Elementi diversi che suggellano un patto di vita, convivono e coesistono nelle loro diversità formando un essere unico e interdipendente. Dei “super individui” eleganti e letali che restituiscono archetipi in cui le forme di vita marine e terrestri si costruiscono e ricostruiscono, in un ciclo eterno di possibilità.
Grazie alla collaborazione con Superfluo, Petti collega Milano con Roma con il progetto Bello Bellissimo. Luca Petti trasformerà, dal 12 marzo al 17 aprile, la vetrina di Superfluo in via Francesco Reina 9, Milano, in una finestra attraverso la quale poter riconoscere l’intervento di Luca Petti all’interno della mostra Ontica, grazie a un’installazione ad hoc realizzata dall’artista con il coordinamento e supporto del team di Superfluo. Inoltre, per tutta la durata della mostra verranno presentati, oltre a un contenuto editoriale inedito, una serie di approfondimenti per guidare il pubblico attraverso la poetica di Petti. Continuando la propria ricerca sull’essenziale, Superfluo pone l’accento sugli aspetti necessari e superflui del lavoro dell’artista campano.
«Questo precorrere non è altro che il futuro unico e autentico del proprio esserci.
Nel precorrere l'esserci è il suo futuro, e precisamente in modo da ritornare, in questo essere futuro, sul suo passato e sul suo presente. L'esserci compreso nella sua estrema possibilità d'essere, è il tempo stesso e non è nel tempo»
Martin Heidegger, Essere e tempo
Con il termine ontico in filosofia viene indicato tutto ciò che riguarda l’ente concreto, empirico. Ad approfondire il pensiero attorno al termine stesso è stato il filosofo tedesco Martin Heidegger che nella sua opera Essere e tempo, ne ha fatto uno dei cardini del suo pensiero, divenendo fulcro della ricerca intorno al significato dell’esistenza umana.
Secondo il filosofo, la via per conoscere l’essere - sein - passa attraverso l’Esserci - Dasein -, cioè l’uomo, in quanto ente che gode e vive del suo stesso essere. L’Esserci può conoscersi e comprendere solo attraverso il proprio essere. L’indagine ontica di Heidegger ruota intorno alla ricerca costante di un autentico senso dell’essere, inteso come l’unico davvero esistente, in sé stesso e nel tempo, assumendo come imprescindibile per l’uomo l’esistenza, che ne determina la sua essenza. L’esserci, compreso nella sua estrema possibilità d’essere, è il tempo stesso, secondo il filosofo, e non è nel tempo. Alla domanda su cosa sia il tempo Heidegger risponde illustrando come la temporalità non sia fondata dall'esistenza, ma da essa soltanto manifestata: il tempo viene così spiegato come ciò che rende possibile la decisione consapevole e l’unico modo possibile di esistere, il tempo è senso dell'esserci.
Il tempo dell’esserci si manifesta all’uomo come un percorso, non più un misurare. Avere a che fare con il tempo è questione di cura, nelle parole del filosofo, di attenzione e accortezza nei confronti della propria potenzialità, unica e autorevole, nell’estrema possibilità di esistere ed essere parte integrante del tempo, come passaggio obbligato di un processo esistenziale che coinvolge tutti. L’abisso che si espande tra la presa di coscienza e il momento dell’essere nel proprio tempo ci dimostra la finitezza dell’esistenza umana e il rischio imminente dell’oblio.
La mostra Ontica esplora il rapporto tra essere e tempo ed esprime questi temi nella reinterpretazione degli artisti in mostra, ponendo l’essere e il suo tempo al centro della narrazione come un'accettazione del vedere, un percorso che mette in scena l’essere nella sua funzione più naturale e spontanea: esserci e manifestarsi nel tempo presente.
Pensata come un percorso ideale tra le opere degli artisti, il percorso di Ontica inizia con le opere di Valerio Di Fiore che si dedica da anni alla ricerca pittorica in un personale processo di ibridazione tra media tradizionali e linguaggi dell'inner city, creando un dialogo tra cultura underground ed arte contemporanea. Di Fiore ha strutturato il proprio lavoro per Ontica partendo da tematiche come l'appartenenza e l'alterità come enigmi ontologici che contraddistinguono la storia dell'essere umano, per un riflessione sulla temporalità finita dell'uomo. L'intento dell’artista è quello di suscitare nello spettatore emozioni contrastanti, proprio come il vivere contemporaneo, ponendoci giornalmente di fronte alle nostre azioni dettate dal nostro vissuto, dalla nostra tradizione, che deve adattarsi ai continui cambiamenti sociali, dove tutto si consuma e storicizza ad alta velocità.
Il percorso prosegue con Marco Emmanuele, artista che realizza opere in ceramica, ferro e vetro, che ruotano intorno ai detriti, testimoni dell’attitudine umana alla colonizzazione ed alterazione dei luoghi. La ricerca più recente verte sulla pittura con impasto vitreo, tramite il quale l’artista cerca la luce residuale che lo circonda. Le sue opere catturano la luce e si fanno simbolo di una temporalità sospesa, in una ricerca costante di un legame profondo tra l’uomo e il suo riflesso nel tempo.
Le opere di Giusy Pirrotta ci accolgono nell’ultima sala della galleria. Il suo lavoro comprende l’uso di ceramica, film, video, fotografia e design su carta parati e tessuto. Realizza oggetti e installazioni site-specific di carattere immersivo che indagano sul modo di percepire da parte dello spettatore e interrogano sull’uso della luce nello spazio in relazione alla scultura. Lo scopo del suo lavoro è espandere i confini tra discipline come arti visive, craft, e design. Le installazioni dell’artista diventano occasione per esplorare fenomeni ottici o narrare delle storie, in una manifestazione dell’essere umano nella sua corporeità come testimonianza dell’essere nel suo tempo.
Infine, Luca Petti è da sempre impegnato nella comprensione dei sistemi organici e inorganici che compongono la realtà, in un’indagine sulle interrelazioni tra i macro sistemi che costituiscono l’universo in cui l’uomo è inserito. Per la mostra, Petti progetta Materia esotica, rimandando all’ultimo nucleo di ricerche dell’artista che ha fatto delle ibridazioni tra mondo animale e vegetale il suo principale campo di studi, in particolare gli effetti delle modifiche imposte negli anni si palesano e si rovesciano come un’onda sulla precaria condizione della vita umana. Siamo di fronte a una natura altra, alterata, affascinante e tossica allo stesso tempo, dove gli organismi si ricostituiscono e si ribellano all’egemonia umana, ri-aggregandosi in forme inaspettate, ancestrali ma contestualmente inedite. Elementi diversi che suggellano un patto di vita, convivono e coesistono nelle loro diversità formando un essere unico e interdipendente. Dei “super individui” eleganti e letali che restituiscono archetipi in cui le forme di vita marine e terrestri si costruiscono e ricostruiscono, in un ciclo eterno di possibilità.
Grazie alla collaborazione con Superfluo, Petti collega Milano con Roma con il progetto Bello Bellissimo. Luca Petti trasformerà, dal 12 marzo al 17 aprile, la vetrina di Superfluo in via Francesco Reina 9, Milano, in una finestra attraverso la quale poter riconoscere l’intervento di Luca Petti all’interno della mostra Ontica, grazie a un’installazione ad hoc realizzata dall’artista con il coordinamento e supporto del team di Superfluo. Inoltre, per tutta la durata della mostra verranno presentati, oltre a un contenuto editoriale inedito, una serie di approfondimenti per guidare il pubblico attraverso la poetica di Petti. Continuando la propria ricerca sull’essenziale, Superfluo pone l’accento sugli aspetti necessari e superflui del lavoro dell’artista campano.
«Questo precorrere non è altro che il futuro unico e autentico del proprio esserci.
Nel precorrere l'esserci è il suo futuro, e precisamente in modo da ritornare, in questo essere futuro, sul suo passato e sul suo presente. L'esserci compreso nella sua estrema possibilità d'essere, è il tempo stesso e non è nel tempo»
Martin Heidegger, Essere e tempo
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