Olaf Otto Becker. Ilulissat

Olaf Otto Becker. Ilulissat
Dal 10 Dicembre 2015 al 05 Marzo 2016
Roma
Luogo: Anteprima D'Arte Contemporanea
Indirizzo: piazza Mazzini 27
Orari: da Martedì a Venerdì; Sabato solo su appuntamento
Curatori: Camilla Boemio
Telefono per informazioni: +39 06 37500282
E-Mail info: info@anteprimadartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.anteprimadartecontemporanea.it/
La galleria Anteprima D’Arte Contemporanea è lieta di presentare Ilulissat la prima mostra in Italia del fotografo Olaf Otto Becker curata da Camilla Boemio.
Ilulissat è un villaggio di 4,533 abitanti della Baia di Disko, in Groenlandia; che appartiene al comune di Qaasuitsup, il cui nome significa iceberg in Kalaallisut (lingua groenlandese).
Da più di venticinque anni la fotografia di paesaggio rappresenta l’interesse principale del lavoro di ricerca di Becker. In modo particolare è interessato a documentare le tracce visibili della sovra-popolazione umana in aree abbandonate nella natura.
Riferendosi alla storia dell’arte l'imbatto sul paesaggio romantico dato da Caspar David Friedrich ha forgiato un determinato pensiero estetico come ineluttabile opera divina con le sue raffigurazioni come: 'Il Mare di ghiaccio (Il Naufragio della Speranza )‘ del 1823, allineando un osservazione della natura profondamente legata a un introspezione personale ed un immaginario dei ghiacci ben preciso.
Le Regioni artiche sono diventate preponderanti nel nostro immaginario, anche grazie, alla pubblicazione di William Bradford 'The Arctic Regions: Illustrated with Photographs Taken on an Art Expedition to Greenland', pubblicato a Londra nel 1873 dalla celebre casa editrice Sampson Low, Marston, Low e Searle.
E 'stato uno dei libri fotografici più sontuosi del XIX secolo, parte dell'immagini scattate con una macchina fotografica che aveva una dimensione negativa di circa 46 per 30 centimetri.
Le fotografie della serie Ilulissat di Olaf Otto Becker sono il risultato dei suoi viaggi lungo la costa occidentale della Groenlandia, non in un piroscafo con una spedizione e un equipaggio, ma da solo, in un piccolo gommone Zodiac. Entrambi i viaggi, citando nuovamente Bradford, hanno raggiunto approssimativamente la stessa posizione sulla mappa, intorno a settantacinque gradi a nord, nella baia di Melville. Ancora più importante, come quelle nella spedizione Bradford, le intenzioni di Becker sono sia artistiche che scientifiche.
Il suo lavoro documentaristico ha una profonda lirica e poetica;anche se la sua preoccupazione principale è l'immagine. La sua visione personale è fondamentale, le sue fotografie devono funzionare efficacemente come documenti del paesaggio.
Nel corso degli ultimi anni, Becker ha fotografato l'Islanda e la Groenlandia, prima in bianco e nero e successivamente a colori. Gli piace fotografare nell'estremo nord perché l’esposizione solare rimane per un lungo periodo di tempo, ribadendo: "Sono interessato alla luce. Sono profondamente interessato ai paesaggi con l'acqua, ai paesaggi primordiali ".
Olaf Otto Becker (nato nel 1959, a Lübeck-Travemünde, Germany).
Influenzato inizialmente da Josef Koudelka, Henri-Cartier Bresson e dala fotografia russa; per poi avvicinarsi ai fotografi Americani come Meyerowitz, Misrach, Paul Graham, Stephen Shore, Lewis Baltz, Robert Adams, tra gli altri.
Attualmente non ha più dei veri e propri confini di influenze, se non i suoi confini personali; diventando un viaggiatore del mondo ed un abile narratore del paesaggio.
Sostiene la fotografia abbia un ruolo basilare per potere documentare il paesaggio “Sono questi resti che manifestano esattamente come trattiamo il nostro pianeta.” A seguito di un’accurata ricerca, egli lavora un paio di anni su una tematica specifica, per poi pubblicarne i risultati in un libro. Una singola immagine è per lui di grande importanza, ma sono le sequenze che gli permettono di raccontare la storia in modo esauriente. Olaf dice “Io penso a me stesso come a un’artista così come a un testimone oculare dei cambiamenti del nostro tempo che sono importanti per me. Interpreto il paesaggio e documento quello che trovo essere veramente eccezionale.”
Tra le numerose esposizioni internazionali alle quail ha partecipato: El Paso Museum of Art, Texas; Tufts University Art Gallery, Boston; Whatcom Museum, Bellingham, Washington; Nevada Museum of Art, Reno, Nevada; Al Alt + 1000 festival de photographie de montagne, Rossinière, Switzerland; al The 2nd International Festival for Photography, Gallery Iang, Seoul; all' Ulsan International Photo Festival, South Korea; The National Museum of Photography, Copenhagen; nel 2008 a un Solo Project, con la Gallery f 5,6 a ART Basel.
Ilulissat è un villaggio di 4,533 abitanti della Baia di Disko, in Groenlandia; che appartiene al comune di Qaasuitsup, il cui nome significa iceberg in Kalaallisut (lingua groenlandese).
Da più di venticinque anni la fotografia di paesaggio rappresenta l’interesse principale del lavoro di ricerca di Becker. In modo particolare è interessato a documentare le tracce visibili della sovra-popolazione umana in aree abbandonate nella natura.
Riferendosi alla storia dell’arte l'imbatto sul paesaggio romantico dato da Caspar David Friedrich ha forgiato un determinato pensiero estetico come ineluttabile opera divina con le sue raffigurazioni come: 'Il Mare di ghiaccio (Il Naufragio della Speranza )‘ del 1823, allineando un osservazione della natura profondamente legata a un introspezione personale ed un immaginario dei ghiacci ben preciso.
Le Regioni artiche sono diventate preponderanti nel nostro immaginario, anche grazie, alla pubblicazione di William Bradford 'The Arctic Regions: Illustrated with Photographs Taken on an Art Expedition to Greenland', pubblicato a Londra nel 1873 dalla celebre casa editrice Sampson Low, Marston, Low e Searle.
E 'stato uno dei libri fotografici più sontuosi del XIX secolo, parte dell'immagini scattate con una macchina fotografica che aveva una dimensione negativa di circa 46 per 30 centimetri.
Le fotografie della serie Ilulissat di Olaf Otto Becker sono il risultato dei suoi viaggi lungo la costa occidentale della Groenlandia, non in un piroscafo con una spedizione e un equipaggio, ma da solo, in un piccolo gommone Zodiac. Entrambi i viaggi, citando nuovamente Bradford, hanno raggiunto approssimativamente la stessa posizione sulla mappa, intorno a settantacinque gradi a nord, nella baia di Melville. Ancora più importante, come quelle nella spedizione Bradford, le intenzioni di Becker sono sia artistiche che scientifiche.
Il suo lavoro documentaristico ha una profonda lirica e poetica;anche se la sua preoccupazione principale è l'immagine. La sua visione personale è fondamentale, le sue fotografie devono funzionare efficacemente come documenti del paesaggio.
Nel corso degli ultimi anni, Becker ha fotografato l'Islanda e la Groenlandia, prima in bianco e nero e successivamente a colori. Gli piace fotografare nell'estremo nord perché l’esposizione solare rimane per un lungo periodo di tempo, ribadendo: "Sono interessato alla luce. Sono profondamente interessato ai paesaggi con l'acqua, ai paesaggi primordiali ".
Olaf Otto Becker (nato nel 1959, a Lübeck-Travemünde, Germany).
Influenzato inizialmente da Josef Koudelka, Henri-Cartier Bresson e dala fotografia russa; per poi avvicinarsi ai fotografi Americani come Meyerowitz, Misrach, Paul Graham, Stephen Shore, Lewis Baltz, Robert Adams, tra gli altri.
Attualmente non ha più dei veri e propri confini di influenze, se non i suoi confini personali; diventando un viaggiatore del mondo ed un abile narratore del paesaggio.
Sostiene la fotografia abbia un ruolo basilare per potere documentare il paesaggio “Sono questi resti che manifestano esattamente come trattiamo il nostro pianeta.” A seguito di un’accurata ricerca, egli lavora un paio di anni su una tematica specifica, per poi pubblicarne i risultati in un libro. Una singola immagine è per lui di grande importanza, ma sono le sequenze che gli permettono di raccontare la storia in modo esauriente. Olaf dice “Io penso a me stesso come a un’artista così come a un testimone oculare dei cambiamenti del nostro tempo che sono importanti per me. Interpreto il paesaggio e documento quello che trovo essere veramente eccezionale.”
Tra le numerose esposizioni internazionali alle quail ha partecipato: El Paso Museum of Art, Texas; Tufts University Art Gallery, Boston; Whatcom Museum, Bellingham, Washington; Nevada Museum of Art, Reno, Nevada; Al Alt + 1000 festival de photographie de montagne, Rossinière, Switzerland; al The 2nd International Festival for Photography, Gallery Iang, Seoul; all' Ulsan International Photo Festival, South Korea; The National Museum of Photography, Copenhagen; nel 2008 a un Solo Project, con la Gallery f 5,6 a ART Basel.
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