Licia Galizia e Michelangelo Lupone. Oasi
Dal 10 Aprile 2014 al 07 Settembre 2014
Roma
Luogo: MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma
Indirizzo: via Nizza 138
Orari: da martedì a domenica 11-19; sabato 11-22
Curatori: CRM - Centro Ricerche Musicali
Costo del biglietto: intero non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €; ridotto non residenti 10,50 €, residenti 9,50 €
Telefono per informazioni: +39 06 671070400
E-Mail info: stampa.macro@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museomacro.org
Dal 10 aprile al 7 settembre 2014, il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta OASI, l'originale installazione scultoreo-musicale adattiva nata dalla collaborazione tra l’artista Licia Galizia eil compositore Michelangelo Lupone.
Appositamente concepita per lo spazio del MACRO, l'opera è il risultato artistico di un progetto di ricerca denominato ADAMO (Adaptive Art and Music Opera) promosso da Space Italia, realizzato dal CRM - Centro Ricerche Musicali di Roma con il sostegno di FILAS-Regione Lazio.
L’installazione, fruibile a tutti senza barriere di accessibilità, è concepita come un luogo di esperienza multisensoriale, che integra le forme plastiche alla musica, generata e modulata dalle stesse, e consente al visitatore una fruizione più partecipata, mediante un ambiente interattivo nel quale immergersi, in grado di mutare comportamento in funzione degli accadimenti che si svolgono al suo interno.
Tutti gli elementi dell’installazione sono infatti sensibili alla posizione, al movimento, al contatto con il fruitore, mutando e adattandosi rispetto ai suoi gesti e alle condizioni dell’ambiente circostante: la presenza e la posizione del pubblico, i momenti del giorno e lo scorrere del tempo, i suoni, i rumori o le voci circostanti, le variazioni di luce e le azioni tattili effettuate su di essa.
L'opera si basa sui Planofoni, una particolare tecnologia ideata dal compositore Michelangelo Lupone e sviluppata al CRM, in grado di produrre e diffondere il suono che emana dai materiali naturali e sintetici (metalli, legno, carta, vetro e derivati di questi) utilizzati e messi in vibrazione con appositi dispositivi elettronici, che danno vita ad una partitura musicale indotta dalla struttura della materia, dalle geometrie del design, dagli orientamenti e le curvature delle superfici, dai volumi plastici occupati.
Si tratta di sistemi multifonici d’ascolto che permettono di dare al suono le caratteristiche timbriche del materiale utilizzato e consentono, attraverso una irradiazione puntuale su tutta la superficie, di disegnare lo spazio acustico in relazione allo spazio architettonico.
L’installazione OASI presenta due aree contigue e interconnesse, caratterizzate ciascuna da un punto catalizzatore delle attività adattive, dove il fruitore può stabilire un dialogo intimo con la musica e dar vita alle sue mutazioni cogliendone la coerenza con le forme plastiche e le caratteristiche della materia.
In ognuno degli ambienti il visitatore è invitato ad entrare scalzo, al fine di percepire meglio le forme, le qualità vibrazionali delle pavimentazioni, le diverse risposte musicali degli ambienti in funzione della sua posizione, della quantità e della rapidità dei suoi movimenti.
Licia Galizia (artista, Teramo 1966)
Vive e lavora a L’Aquila e a Roma.
La sua ricerca è caratterizzata da un continuo riferimento a problematiche estetico-concettuali che ruotano intorno alla percezione e alla comprensione dello spazio-tempo, nei limiti della sua definibilità artistica e del suo continuo divenire e mutare nelle forme e nelle relazioni. Il rigore astratto, in alcuni casi rivolto alla scoperta e alla discussione di nuove geometrie, si configura, dalle origini del suo percorso, in immagini nitide e complesse, all’interno delle quali il rapporto con lo spazio figurativo, prescelto o obbligato, è importante quanto il segno che lo definisce. La sua scelta di un’espressione in senso lato “scultorea” e/o “architettonica” piuttosto che “pittorica” non è pregiudiziale, ma riguarda piuttosto una progressiva maturazione e una diversa consapevolezza dell’affinità tra la mente che pensa l’oggetto d’arte, il braccio che esegue l’opera e i materiali usati. La sua opera vuole essere perciò un work in progress, come testimonia il suo curriculum artistico ed esistenziale.
Michelangelo Lupone (Compositore, Solopaca, 1953)
La sua attività si distingue per l’approccio interdisciplinare che ha permesso di orientare la sua ricerca artistica verso forme d’arte integrate coniugando le esigenze d’innovazione del linguaggio musicale con il pensiero scientifico. Per la creazione di proprie opere, ha concepito sistemi digitali innovativi per la performance in tempo reale Fly10 (1983) e Fly30 (1989) e strumenti “aumentati” (Feed-Drum, SkinAct, Wind-Back).
La collaborazione con artisti visivi e coreografi come Momo, Pistoletto, Uecker, Moricone, Galizia, Paladino, ha segnato un percorso artistico che sempre più si è rivolto all'uso integrato dell'ambiente di ascolto, che ha dato origine a grandi installazioni musicali temporanee e permanenti basate su tecnologie d’invenzione: Tubi sonori, Planofoni®, Olofoni, Schermi riflettenti.
Co-fondatore del Centro Ricerche Musicali – CRM di Roma è docente e direttore del Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie al Conservatorio di S. Cecilia di Roma.
Appositamente concepita per lo spazio del MACRO, l'opera è il risultato artistico di un progetto di ricerca denominato ADAMO (Adaptive Art and Music Opera) promosso da Space Italia, realizzato dal CRM - Centro Ricerche Musicali di Roma con il sostegno di FILAS-Regione Lazio.
L’installazione, fruibile a tutti senza barriere di accessibilità, è concepita come un luogo di esperienza multisensoriale, che integra le forme plastiche alla musica, generata e modulata dalle stesse, e consente al visitatore una fruizione più partecipata, mediante un ambiente interattivo nel quale immergersi, in grado di mutare comportamento in funzione degli accadimenti che si svolgono al suo interno.
Tutti gli elementi dell’installazione sono infatti sensibili alla posizione, al movimento, al contatto con il fruitore, mutando e adattandosi rispetto ai suoi gesti e alle condizioni dell’ambiente circostante: la presenza e la posizione del pubblico, i momenti del giorno e lo scorrere del tempo, i suoni, i rumori o le voci circostanti, le variazioni di luce e le azioni tattili effettuate su di essa.
L'opera si basa sui Planofoni, una particolare tecnologia ideata dal compositore Michelangelo Lupone e sviluppata al CRM, in grado di produrre e diffondere il suono che emana dai materiali naturali e sintetici (metalli, legno, carta, vetro e derivati di questi) utilizzati e messi in vibrazione con appositi dispositivi elettronici, che danno vita ad una partitura musicale indotta dalla struttura della materia, dalle geometrie del design, dagli orientamenti e le curvature delle superfici, dai volumi plastici occupati.
Si tratta di sistemi multifonici d’ascolto che permettono di dare al suono le caratteristiche timbriche del materiale utilizzato e consentono, attraverso una irradiazione puntuale su tutta la superficie, di disegnare lo spazio acustico in relazione allo spazio architettonico.
L’installazione OASI presenta due aree contigue e interconnesse, caratterizzate ciascuna da un punto catalizzatore delle attività adattive, dove il fruitore può stabilire un dialogo intimo con la musica e dar vita alle sue mutazioni cogliendone la coerenza con le forme plastiche e le caratteristiche della materia.
In ognuno degli ambienti il visitatore è invitato ad entrare scalzo, al fine di percepire meglio le forme, le qualità vibrazionali delle pavimentazioni, le diverse risposte musicali degli ambienti in funzione della sua posizione, della quantità e della rapidità dei suoi movimenti.
Licia Galizia (artista, Teramo 1966)
Vive e lavora a L’Aquila e a Roma.
La sua ricerca è caratterizzata da un continuo riferimento a problematiche estetico-concettuali che ruotano intorno alla percezione e alla comprensione dello spazio-tempo, nei limiti della sua definibilità artistica e del suo continuo divenire e mutare nelle forme e nelle relazioni. Il rigore astratto, in alcuni casi rivolto alla scoperta e alla discussione di nuove geometrie, si configura, dalle origini del suo percorso, in immagini nitide e complesse, all’interno delle quali il rapporto con lo spazio figurativo, prescelto o obbligato, è importante quanto il segno che lo definisce. La sua scelta di un’espressione in senso lato “scultorea” e/o “architettonica” piuttosto che “pittorica” non è pregiudiziale, ma riguarda piuttosto una progressiva maturazione e una diversa consapevolezza dell’affinità tra la mente che pensa l’oggetto d’arte, il braccio che esegue l’opera e i materiali usati. La sua opera vuole essere perciò un work in progress, come testimonia il suo curriculum artistico ed esistenziale.
Michelangelo Lupone (Compositore, Solopaca, 1953)
La sua attività si distingue per l’approccio interdisciplinare che ha permesso di orientare la sua ricerca artistica verso forme d’arte integrate coniugando le esigenze d’innovazione del linguaggio musicale con il pensiero scientifico. Per la creazione di proprie opere, ha concepito sistemi digitali innovativi per la performance in tempo reale Fly10 (1983) e Fly30 (1989) e strumenti “aumentati” (Feed-Drum, SkinAct, Wind-Back).
La collaborazione con artisti visivi e coreografi come Momo, Pistoletto, Uecker, Moricone, Galizia, Paladino, ha segnato un percorso artistico che sempre più si è rivolto all'uso integrato dell'ambiente di ascolto, che ha dato origine a grandi installazioni musicali temporanee e permanenti basate su tecnologie d’invenzione: Tubi sonori, Planofoni®, Olofoni, Schermi riflettenti.
Co-fondatore del Centro Ricerche Musicali – CRM di Roma è docente e direttore del Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie al Conservatorio di S. Cecilia di Roma.
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