La Dolce Vita di Federico Fellini e Leo Catozzo: tra sogno, magia e realtà

Alberto Catozzo davanti alla moviola originale Steenbeck, "regina del montaggio" di capolavori com "La Dolce Vita" e "Otto e mezzo"

 

Dal 28 Ottobre 2022 al 13 Novembre 2022

Nemi | Roma

Luogo: Palazzo Ruspoli

Indirizzo: Via del Plebiscito 1

Orari: 10:00 / 13:00 - 15:00 / 18:00

Curatori: Associazione culturale Chelu e Mare

Enti promotori:

  • Con il contributo della Regione Lazio
  • Con il patrocinio del Comune di Nemi

Costo del biglietto: INGRESSO GRATUITO

Telefono per informazioni: +39 335 7432244

E-Mail info: cheluemare@gmail.com


Inaugurata, nei suggestivi spazi del Palazzo Ruspoli di Nemi, la mostra La Dolce Vita di Federico Fellini e Leo Catozzo: tra sogno, magia e realtà, volta a far conoscere il sodalizio di due grandi protagonisti del cinema italiano del dopoguerra attraverso una serie di documenti rari ed inediti che hanno caratterizzato un percorso di vita umano e professionale del regista e del suo montatore.
 
Un itinerario che si dipana dalle caricature che Federico Fellini si divertiva a fare del suo poliedrico amico e collaboratore – in mostra anche una tela ad olio inedita e numerosi disegni “improvvisati” che ne colgono la più genuina espressività – fino ai vari modelli della famosa “pressa Catozzo” che rivoluzionò a livello mondiale il montaggio cinematografico e alla famosa moviola originale Steenbeck, “regina del montaggio” che vide realizzare, nello studio di Ponte Milvio, successi come “La Dolce Vita”, “La strada” e “Otto e mezzo”.
 
“Abbiamo scelto di organizzare questa mostra secondo una prospettiva che riteniamo essere ancora poco conosciuta, la straordinaria amicizia tra Federico Fellini e Leo Catozzo – ha dichiarato Fabio Alescio, curatore della mostra insieme a Tiziana Biscu, presidente dell’Associazione culturale Chelu e Mare, promotrice dell’iniziativa –– Grazie alla sensibilità delle istituzioni locali, che hanno scelto di ospitare in questa prestigiosa cornice un frammento della storia cinematografica italiana del “dietro le quinte”, è possibile ripercorre insieme attraverso scritti, immagini e materiali multimediali, le profonde affinità e le sottili divergenze che hanno saputo costruire l’eccellenza di un rapporto artistico e umano come anche soffermarsi in maniera ravvicinata al lavoro creativo del montaggio, ingrediente autorevole, indispensabile e risolutivo nell’elaborazione di un film”.
 
Questa esposizione rappresenta un excursus sulla tecnica cinematografica in cui l’Italia fa ancora scuola – ha affermato il sindaco di Nemi Alberto Bertucci – Sono stati molte le pellicole di rilievo girate nel nostro territorio, all’interno di storici palazzi o davanti a panorami mozzafiato, compresi alcuni lavori Felliniani. Oggi siamo felici ed onorati di poter ospitare una mostra che ci fa ripercorrere la lavorazione di alcuni capolavori attraverso dei documenti che testimoniano il processo critico ed evolutivo che li ha portati al successo.”
 
Presente in sala la famiglia Catozzo al completo, che continua nella storica sede di Santa Severa il lavoro dell’azienda che fece conoscere un’eccellenza del “made in Italy” nel mondo e che ancora oggi vede utilizzare il brevetto in particolar modo nell’ambito del restauro cinematografico. È stato il figlio di Leo, Alberto Catozzo, a ricordare in particolare la relazione tra il padre e Federico Fellini: “prima di tutto erano amici e il loro legame era condito quotidianamente dallo scherzo e della goliardia, tanto che conservo ancora una collezione sterminata delle caricature che Federico fece a papà nei momenti più inaspettati; la loro storia professionale iniziò invece con “La strada” e terminò con “Otto e mezzo”, ma continuò attraverso consigli, suggerimenti e note tecniche sul montaggio che Catozzo, “coscienza critica” del regista, gli mandava, oramai impegnato in azienda per divulgare a livello internazionale la pressa, nata per la lavorazione de “Le notte di Cabiria”. Un metodo che consentiva di verificare già in moviola l’efficacia di una scena attraverso il montaggio e lo spostamento delle sequenze: ne è un celebre esempio proprio il finale de “La dolce vita”, che Fellini aveva concepito come inizio del film”.

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