La Cananea restaurata. Nuove scoperte su Mattia e Gregorio Preti

Mattia Preti, Cristo e la Cananea, 1646-1647, olio su tela, cm. 235 x 235

 

Dal 12 Novembre 2020 al 04 Luglio 2021

Roma

Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini

Indirizzo: Via delle Quattro Fontane 13

Orari: da lunedì a venerdì 10.00 – 18.00. La biglietteria chiude alle 17.00

Curatori: Alessandro Cosma, Yuri Primarosa

Prolungata: fino al 4 luglio 2021

Costo del biglietto: intero 10 €, ridotto 2 € cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni. Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea, studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide e interpreti turistici, giornalisti, portatori di handicap e accompagnatore

E-Mail info: gan-aar@beniculturali.it

Sito ufficiale: http://www.barberinicorsini.org


Fino al 2 maggio 2021 le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano, nella sede di Palazzo Barberini, un focus su La Cananea restaurata. Nuove scoperte su Mattia e Gregorio Preti, a cura di Alessandro Cosma e Yuri Primarosa, incentrato sulla grande tela raffigurante Cristo e la Cananea di Mattia Preti, restaurata dal laboratorio delle Gallerie Nazionali.

Questo capolavoro di collezione privata, proveniente dalla quadreria dei Principi Colonna, esposto l’anno scorso a Palazzo Barberini in occasione della mostra Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti, costituisce un’importante aggiunta al periodo romano di Mattia Preti e testimonia l’influsso della pittura veneziana – di Tintoretto e Veronese in particolare – sull’arte del “Cavalier calabrese”.

Accanto a questo dipinto saranno esposti alcuni quadri di grande formato eseguiti autonomamente o a quattro mani dai fratelli Gregorio e Mattia Preti nella seconda metà del Seicento.

Dei due fratelli è l’Allegoria dei cinque sensi della collezione Barberini, nella quale i filosofi Eraclito e Democrito esortano a giudicare razionalmente i piaceri derivati dalle esperienze sensoriali. Mentre solo di Gregorio il dipinto Nozze di Cana del Pontificio Istituto Teutonico – per la prima volta esposto al pubblico – che testimonia lo stile attardato del pittore e lontano dalle raffinatezze del fratello, evidenti ad esempio nella Cena del ricco Epulone delle Gallerie Nazionali.
Quello di Gregorio, tuttavia, è un linguaggio discontinuo con risultati talvolta di grande qualità come nella Sant’Orsola di Santa Maria dell’Anima, databile tra il 1635 e il 1640, ritrovata da Alessandro Mascherucci e Yuri Primarosa negli ambienti privati del Pontificio Teutonico e anch’essa mai esposta al pubblico.

La collaborazione fra i fratelli si interrompe nel 1642 quando Mattia viene nominato cavaliere dell’Ordine di Malta e inizia un percorso indipendente, salvo ritrovarsi nel 1652 per dipingere insieme la controfacciata di San Carlo ai Catinari, dove appare sempre più evidente la distanza tra il mestiere di Gregorio e il talento di Mattia, in partenza da Roma l’anno successivo per proseguire a Napoli e a Malta la sua carriera.

E’ prevista la pubblicazione degli atti del convegno di studi tenutosi nel giugno 2019 a Palazzo Barberini: Barocco in chiaroscuro. Persistenze e rielaborazioni del caravaggismo nell’arte del Seicento. Roma Napoli Venezia 1630-1680, a cura di A. Cosma e Y. Primarosa (Milano, Officina Libraria 2020).


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