Joseph Pace. Filtranisme. Sperimentazioni sulle nuove possibilità dell’arte, dalle incisioni elaborate al computer alla tecnica delle sculture di gioielli
Dal 12 Gennaio 2015 al 28 Dicembre 2015
Roma
Luogo: Museo Fondazione Crocetti
Indirizzo: via Cassia 492
Orari: da lunedì a venerdì 11-13 / 15-19; sabato 11-19
Curatori: Pascale Brisson
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 33711468
E-Mail info: info@fondazionecrocetti.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionecrocetti.it
Dal 12 al 28 gennaio 2015, il Museo Venanzo Crocetti presenta “Joseph Pace. Filtranisme. Sperimentazioni sulle nuove possibilità dell’arte, dalle incisioni elaborate al computer alla tecnica delle sculture di gioielli”, una grande mostra dedicata all’artista Joseph Pace. Con più di quaranta tra sculture, assemblaggi, dipinti e grandi incisioni elaborate al computer, provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo, l'evento è l'ennesima grande mostra realizzata in Italia e dedicata a questo artista negli ultimi vent’anni. Ispirato da fonti diverse quali la moda, la storia, la musica elettronica e le arti decorative, Joseph Pace utilizza tecniche diverse (come la pittura, la scultura, le incisioni elaborate al computer e, in questo caso, la scultura-assemblaggio di bijou della serie “MIDAS”), influenzato dall’iconografia della società di massa, dalla filosofia e dalla psicanalisi. Il suo lavoro si colloca in un percorso artistico e intellettuale attraverso cui l’artista reinterpreta le nostre più profonde realtà psichiche.
In occasione della mostra “L’Eva Futura, Joseph Pace” al Museo Boncompagni della Galleria Nazionale d’arte Moderna, Mariastella Margozzi, direttrice del museo e che da qualche anno si occupa dell’artista, scrive: “Pace, è uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo-esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime artisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. L'Eva Futura è un’opera dal linguaggio ricercato ed estetizzante, che riprende alcuni temi cari alla letteratura novecentesca che hanno reso popolare il termine "androide". L’opera prefigura la possibilità di vita degli esseri umani artificiali, discute la questione etica del confine tra "umano" e "non umano" e dei limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando così anche una sorta di ricerca nell'ambito dell'archeologia industriale applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme.
Pittore, scultore, incisore, è uno dei più importanti, influenti e eruditi artisti del momento. Con la sua opera, dona un nuovo contenuto al significato che l’arte può assumere in un periodo dominato dalla cultura dell’immagine. Le recenti sculture di gioielli della serie MIDAS, i dipinti come le grandi incisioni elaborate al computer, dal forte carico emotivo, trattano temi quali l’edonismo tragico, la precarietà e l’impermanenza della vita, delle cose e dei fenomeni. Il suo lavoro, è stato stato presentato recentemente al Museo Boncompagni Ludovisi (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dicembre 2014 - gennaio 2015), al Museu Afro Brasil di São Paulo (giugno-novembre 2014), all’Ambasciata d’Italia a Brasilia (giugno-ottobre 2013), al Museo Diocesano di Amalfi (giugno-luglio 2012), al CRC di São Paulo (marzo 2012), a Forte Sangallo di Nettuno (luglio 2011), al Teatro Municipal de Jaguariuna (maggio 2011), al CRC de São Paulo (maggio 2010), al Museu de Arte do Parlamento de São Paulo (luglio 2010).
Joseph Pace (1959, Morbegno, Sondrio), espone solo ai fini culturali. Si forma in Africa nello Zaire, è laureato in sociologia alla Sapienza, si perfeziona in lingue e letteratura alla Sorbonne, ha un master e una specializzazione in psicoterapia. Autodidatta, espone dal 1980 eminentemente per fini culturali. Le sue opere fanno parte nel mondo di importanti collezioni pubbliche.
In occasione della mostra “L’Eva Futura, Joseph Pace” al Museo Boncompagni della Galleria Nazionale d’arte Moderna, Mariastella Margozzi, direttrice del museo e che da qualche anno si occupa dell’artista, scrive: “Pace, è uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo-esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime artisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. L'Eva Futura è un’opera dal linguaggio ricercato ed estetizzante, che riprende alcuni temi cari alla letteratura novecentesca che hanno reso popolare il termine "androide". L’opera prefigura la possibilità di vita degli esseri umani artificiali, discute la questione etica del confine tra "umano" e "non umano" e dei limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando così anche una sorta di ricerca nell'ambito dell'archeologia industriale applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme.
Pittore, scultore, incisore, è uno dei più importanti, influenti e eruditi artisti del momento. Con la sua opera, dona un nuovo contenuto al significato che l’arte può assumere in un periodo dominato dalla cultura dell’immagine. Le recenti sculture di gioielli della serie MIDAS, i dipinti come le grandi incisioni elaborate al computer, dal forte carico emotivo, trattano temi quali l’edonismo tragico, la precarietà e l’impermanenza della vita, delle cose e dei fenomeni. Il suo lavoro, è stato stato presentato recentemente al Museo Boncompagni Ludovisi (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dicembre 2014 - gennaio 2015), al Museu Afro Brasil di São Paulo (giugno-novembre 2014), all’Ambasciata d’Italia a Brasilia (giugno-ottobre 2013), al Museo Diocesano di Amalfi (giugno-luglio 2012), al CRC di São Paulo (marzo 2012), a Forte Sangallo di Nettuno (luglio 2011), al Teatro Municipal de Jaguariuna (maggio 2011), al CRC de São Paulo (maggio 2010), al Museu de Arte do Parlamento de São Paulo (luglio 2010).
Joseph Pace (1959, Morbegno, Sondrio), espone solo ai fini culturali. Si forma in Africa nello Zaire, è laureato in sociologia alla Sapienza, si perfeziona in lingue e letteratura alla Sorbonne, ha un master e una specializzazione in psicoterapia. Autodidatta, espone dal 1980 eminentemente per fini culturali. Le sue opere fanno parte nel mondo di importanti collezioni pubbliche.
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