Home-Less
Dal 13 Maggio 2016 al 13 Maggio 2016
Roma
Luogo: ArtQ13
Indirizzo: via Nicola Coviello 15
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@artq13.com
Sito ufficiale: http://www.artq13.com
Home-Less raggruppa una serie di artisti che hanno fatto del nomadismo e dell’improvvisazione oltre che una scelta di vita anche una pratica artistica.
J.L.Nancy li definisce “En passant” chi non ha un luogo fisso ed abita ovunque. Caratteristica comune di questa tipologia di persone ‘senza-casa’ è il rapporto con l’oggetto, oggetto che portano sempre con se nei loro viaggi, elemento di connessione tra presente e passato, pezzo di memoria solidificata, feticcio, in quell’oggetto risiede la propria casa.
L’oggetto diventa la chiave per entrare in un luogo e in una dimensione altra, e l’assemblaggio di oggetti diversi è per questi artisti come costruire un dialogo dove la parola si fa immagine scultorea, installazione.
Laurent Faulon realizza in mostra degli stendardi post-capitalisti, recuperando oggetti di scarto e cospargendoli di nutella.
Stefano Canto decostruisce e riassembla le barriere di contenimento comunemente utilizzate per il controllo della folla e con voci di leader politici prese durante comizi pubblici crea uno stato di caos.
I Parasite2.0 presentano una installazione che si ispira alla “Mammoth Bones House”, abitazione del 20.000 d.c. costruita in ossa.
Delphine Reist posiziona nello spazio espositivo inquietanti sacchi da viaggio contenenti corpi in movimento.
Ed Alessandra Eramo realizzerà una performance/installazione intorno al tema delle radici basandosi sulle registrazioni delle voci di italiani emigrati all’estero.
L’insieme dei lavori restituisce un quadro complesso e controverso della nostra società, ogni artista sembra essere riuscito a coglierne un aspetto diverso e a darne una interpretazione scevra di retorica.
Alessandra Eramo
Migratory Echoes 2016
ARTIST: Alessandra Eramo
TITLE OF WORK: Migratory Echoes
MEDIUM: performance sonora/installazione
Descrizione
“Che suoni ti vengono in mente quando pensi alla tua Heimat – ovvero la tua casa, o luogo degli affetti, delle tue radici? Dimmi almeno tre suoni, nella lingua dei tuoi sogni.”
Migratory Echoes è un'opera che si basa su una semplice domanda, in forma di breve intervista, che Alessandra Eramo ha posto agli italiani emigrati a Berlino intorno al tema della propria "Heimat" – termine tedesco intraducibile in italiano o in inglese, che vuol dire casa, o luogo natìo o patria, ma da una prospettiva personale, che allude alla nostalgia verso il luogo di provenienza o di appartenenza. Registrando la voce degli intervistati, il loro respiro, il tono, gli accenti, le pause, i silenzi, l'artista ha creato una composizione testo-suono in cui le parole in linguamadre - lingua dei propri sogni - evocano suoni reali o immaginari, del presente, del passato o di un tempo indefinito. Suoni che si rivelano nella loro leggerezza e aprono un varco su un nuovo territorio: un paesaggio sonoro di enigmatica bellezza. Nella performance interseca la sua voce alle voci registrate attraverso il canto, gli altoparlanti e uno scatolone di cartone, dei fogli di carta e grafite, segnando, scardinando e modellando gli echi e riverberi naturali dello spazio e gli "echi" delle voci registrate degli italiani all’estero. Gesti lenti, sonorità minimali che evolvono in una installazione site-specific.
Alessandra Eramo (1982 Taranto) e un'artista, cantante e compositrice di base a Berlino che lavora principalmente con la voce e il rumore. Crea performances, composizioni testo-suono, video, disegni e installazioni, esplorando la tensione tra vocalità e scrittura, la fonetica, la fisicità e gli stati simili alla trance nel canto. La sua produzione artistica si concentra sul rapporto tra piacere e disturbo, fragilità e potere, pubblico e intimità, memoria e presente. Ha esposto e si è esibita a livello internazionale presso, tra gli altri: Flussi Media Arts Festival Avellino 2015, Museum FLUXUS+ Potsdam, Liverpool Biennial 2012, Roulette New York, Galerie Haus am Lützowplatz Berlin, “Padiglione Italia nel Mondo” - 54° Biennale di Venezia. Co-fondatrice di “Corvo Records - vinyl & sound art production” a Berlino, pubblica l'LP da solista “Come ho imparato a volare” e nel 2014 il 7'' Roars Bangs Booms, basato sulle parole onomatopeiche dal Manifesto Futurista “L'Arte dei Rumori” di Luigi Russolo. Vincitrice della sovvenzione del Senato di Berlino, IfA e Goethe Institut di Napoli, nel 2013-2014 ha curato e partecipato alla mostra d'arte sonora “Correnti Seduttive” nella sua città natale Taranto, luogo noto per il più alto tasso di inquinamento industriale in Europa. Nel 2015 è performer vocale nell'opera video di Maria Iorio & Raphaël Cuomo, esposta alla Fondazione Querini Stampalia nell'ambito della 56° Biennale di Venezia. È membro del collettivo “Errant Bodies Sound Art Space” a Berlino.
Parasite2.0
The Desert, the Net and the Bones. 2016
ARTIST: Parasite2.0
TITLE OF WORK: Mammoth Living Room
MEDIUM: Scultura\installazione
Descrizione
L’installazione è parte di un più ampio progetto di ricerca sullo spazio domestico come luogo ultimo per la fuga, per immaginare la propria utopia e per l’emancipazione personale e collettiva. Guarda alla “Mammoth Bones House”, nuclei di abitazioni realizzati in ossa e risalenti al 20.000 dc, una risposta dell’uomo ad un periodo in cui il mondo era climaticamente inospitale, le bassissime temperature, le numerose tempeste e l’assenza di materiali naturali come il legno, lo spinsero a sperimentare una forma diversa di affermarsi sul mondo antropizzandolo.
Parasite2.0 è stato fondato nel 2010 da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo. Studiano lo status di habitat umano dai margini della pratica convenzionale, agendo trasversalmente tra architettura, arte, design e scienze sociali. Sono nel 2016 I vincitori di YAP MAXXI, e il loro lavoro è stato esposto alla Aformal Academy nel 2015 UABB a Shenzhen, alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2012 e 2014 e al Anuala Timisoreana de Arhitectura 2014. Recentemente hanno pubblicato il libro Primitive Future Office per i libri plug_in.
Delphine Reist
Transit 2016
ARTIST: Delphine Reist
TITLE OF WORK: Transit
MEDIUM: installazione
Descrizione
In questa installazione, il movimenti delle persone in transito, il fruscio degli sfioramenti, la promiscuità, la scomodità dei trasporti aleatori e degli alloggi di fortuna è trasposta dai soggetti agli oggetti che contengono i loro affari privati.
Description
In this installation, the movements of people intransit, the rustle of the sfioramentis, the promiscuity, the discomfort of the aleatory transports and the lodgings of fortune is transposed by the subjects to the objects that contain their private affairs.
Nata a Sion (Svizzera) nel 1970, vive e lavora a Ginevra.
Ha insegnato alla ENSBA di Lione dal 2006 al 2008. Attualmente insegna alla HEAD di Ginevra.
In Her Shows, Delphine Reist presenta ogni sorta di cosa: i veicoli e gli strumenti che partono da soli, lavandini trasformati in fontane, sedie da ufficio e bandiere che ruotano sul proprio asse ...
Se si prescinde questa impostazione spontanea di moto, la cosa più interessante è che tutti questi oggetti rimangono loro stessi. Nel suo lavoro, i carrelli rimangono carrelli, il petrolio rimane petrolio, le lattine sono vere e proprie lattine, e così via e così via. Non sono immagini di altre cose, il risultato è una forma d'arte "concreta", nel senso che si parla di "musica concreta".
Le sue opere sono state esposte a La Station (Nizza), CAN (Neuchatel) e Triple (Parigi) nel 2016; a Villa Arson (Nizza) al Lieu Unique (Nantes), il Shed (Rouen), il FRAC Limousin, a SAMCI (Sofia), Commun et à Halle nord (Ginevra) nel 2015; al Palais de Tokyo (Parigi), alla Fondazione Nishieda (Kyoto) e alla Galleria Perchersky (Mosca) nel 2014, al Mamco (Ginevra), alla Villa Arson (Nizza), al FRAC Limousin nel 2013; Biennale Dallas e Pommery (Reims), al MACRO (Roma), a La Maison Rouge (Parigi) ed Xiangning Art Museum di Shenzhen, nel 2012; il Museo Helmhaus (Zurigo) e al Göteborg d'Arte (Svezia) nel 2011; il Museo di Belle Arti di La Chaux-de-Fonds (CH) e ACCA (Melbourne) è 2010; IAC (Villeurbanne), a Fri Art (Fribourg, CH), al Store (Grenoble) e al Centre Georges Pompidou (Parigi) è del 2009.
Laurent Faulon
Tout ensemble en vente 2016
ARTIST: Laurent Faulon
TITLE OF WORK: Tout ensemble en vente
MEDIUM: installazione
Descrizione
Tout ensemble en vente utilizza il sistema estetico ed economico dei beni di consumo per mettere in discussione il regime estetico e politico dell'opera d'arte.
Description
Tout ensemble en vente uses the aesthetic and economic system of consumer goods for questioning the aesthetic and political regime of art.
Vive e lavora a Ginevra, ha insegnato presso la scuola d'arte di Annecy. La pratica artistica di Laurent Faulon è fortemente contestualizzata e trasitoria. In venti anni, il suo lavoro si è spostato dalla performance all'installazione. I suoi interventi partono dalla analisi del contesto per arrivare a toccare tematiche sociali, politiche ed economiche. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie private e istituzioni in Francia e in Europa (Fondation Cartier nel 1988, il Museo d'Arte Moderna della Città di Parigi, nel 1992, Eric Fabre galleria a Parigi nel 1995 e nel 1997, Mamco a Ginevra nel 2006 , Printemps de Septembre a Tolosa nel 2008, Macro di Roma nel 2012, Stadtgalerie Saarbrücken nel 2013 ...), collabora con altri artisti, mostre di design, residenze ed eventi che combinano l'arte e la musica sperimentale ( 1,2,3 occupazione, a Lisbona nel 2001, Kronstadt sempre a San Pietroburgo nel 2006, Back to Wild Life a Stoccolma nel 2007, KONKRET a Stoccarda nel 2009, 1,2,3 manovre a Ginevra 2007-2012, ... ).
Stefano Canto
Propaganda 2010
ARTIST: Stefano Canto
TITLE OF WORK: Propaganda
MEDIUM: installazione
Descrizione
“La voce della gente esprime la sua mentalità, e quella mentalità è costruita dai leaders dei gruppi nei quali essa crede e da quelle persone che sanno manipolare l'opinione pubblica"
Edward L. Bernays
L'installazione è composta da un assemblaggio di cinque transenne metalliche utilizzate per la regolamentazione dei flussi della folla, prima destrutturate, poi riassemblate verticalmente, e da una traccia audio costituita da vari estratti di discorsi pubblici di personalità politiche e religiose internazionali scelte a caso sul web, mixati, sovrapposti e distorti fino a diventare incomprensibili.
Il titolo si ispira all'omonimo saggio di Edward L. Barney, nel quale il noto pubblicitario esprime le sue teorie sul concetto di manipolazione dell'opinione pubblica.
Stefano Canto è nato a Roma nel 1974, dove si è laureato in Architettura nel 2003 e dove attualmente vive e lavora. Le sue produzioni artistiche si esprimono attraverso la poetica del luogo, passando attraverso le implicazioni sociali insite nel rapporto tra uomo e architettura. «La mia ricerca artistica – afferma Canto – ha avuto inizio dall’osservazione dell’ambiente circostante, inteso come una realtà complessa, polimorfa e polisemantica, costituita da molteplici elementi, in continuo dialogo gli uni con gli altri, dotati di una propria identità e di proprie valenze simboliche, evocative e comunicative». Con questa premessa il suo lavoro si è aperto nell’ambito di campi di indagine che abbracciano la semiotica dell’oggetto, dell’architettura e dei luoghi.
I suoi lavori sono stati esposti in diverse gallerie e istituzioni, ”Les Temoins de l’Invisible”, Biennale di Dakar (Senegal 2016); ”Dislodging the Silence Public Art Intervening in Mussolini’s Foro Italico”, American Academy Roma (Italia 2015); ”Janela: Migrating Forms and Migrating Gods”, Museo di Goa per la Biennale di Kochi Muziris, (India 2014); “All That Fall”, Museo Riso, Palermo (Italia 2014), ”The stones are my idea of imagination”, Museo del Marmo, Carrara (Italia 2013); “Connect the dots (and see the unseen)”, Museo MACRO, Roma (Italia 2012); ”Bachem-Natter Happy-Christmas”, Museo Carandente, Spoleto (Italia 2010); “Contemporary Energy Italian Attitudes”, SUPEC Shanghai (China 2010); “Energia: Umanità = Futuro: Ambiente” Museo MAXXI e Tempio di Adriano, Roma (Italia 2009). Attualmente in residenza a Viafarini, Milano.
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