Guido Guidi. Cinque paesaggi, 1983-1993
Dal 20 Settembre 2013 al 29 Novembre 2013
Roma
Luogo: Istituto centrale per il catalogo e la documentazione
Indirizzo: via di san Michele 18
Orari: da lunedì a venerdì 10- 18
Enti promotori:
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 58552220
E-Mail info: ic-cd@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.iccd.beniculturali.it/
Si apre giovedì 19 settembre 2013 alle ore 18.00 a Roma, negli spazi museali dell’ICCD recentemente ristrutturati, la prima personale di Guido Guidi a Roma. La mostra affronta il periodo inaugurale di una ricerca, avviata da Guidi nel 1982-1983, caratterizzata dal passaggio a una macchina fotografica di grande formato; con essa avvia l’esplorazione di paesaggi collocati lungo un asse geografico che dal circondario cesenate – luogo di nascita e di residenza del fotografo – si prolunga verso nord sino a Venezia, la sua città adottiva, e alle Prealpi venete. Lungo questo tragitto, compiuto settimanalmente per anni, Guidi ha fotografato dapprima autonomamente, quindi sulla scorta di incarichi ricevuti dal Dipartimento di Urbanistica dell’Università IUAV di Venezia, dando vita ad un corposo archivio di immagini in grandissima parte inedite. Da questo viaggio ripetuto e dai progetti sviluppati nel corso degli anni emergono diversi paesaggi che la mostra seleziona come altrettanti nodi di una precoce sezione della geografia italiana: il paesaggio campestre e agrario della provincia di Cesena, quello lineare della via Romea, quello dell’urbanizzazione diffusa fra Mestre, Padova e Treviso, quello industriale di Porto Marghera, e infine quello storico del Monte Grappa, teatro della Prima Guerra Mondiale.
Le 138 fotografie in mostra forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi considerati marginali dall’iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza di trent’anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica.
La mostra, ideata insieme ad Antonello Frongia, ha l’obiettivo di riallacciare un nesso fra tradizioni, pratiche e generi fotografici che critica e storiografia hanno a lungo tenuto distinti, come la fotografia di “documentazione” e quella di “ricerca”, auspicando la ripresa di un dibattito sul valore e sulle possibilità della fotografia di paesaggio in epoca contemporanea. L’iniziativa offre così un’occasione importante per continuare a sondare dimensioni concettuali e figurative del territorio italiano.
Le 138 fotografie in mostra forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi considerati marginali dall’iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza di trent’anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica.
La mostra, ideata insieme ad Antonello Frongia, ha l’obiettivo di riallacciare un nesso fra tradizioni, pratiche e generi fotografici che critica e storiografia hanno a lungo tenuto distinti, come la fotografia di “documentazione” e quella di “ricerca”, auspicando la ripresa di un dibattito sul valore e sulle possibilità della fotografia di paesaggio in epoca contemporanea. L’iniziativa offre così un’occasione importante per continuare a sondare dimensioni concettuali e figurative del territorio italiano.
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