Gonzalo Orquin. Librografie
Dal 26 Ottobre 2015 al 26 Novembre 2015
Roma
Luogo: Casa delle Letterature
Indirizzo: piazza dell'Orologio 3
Orari: lun-ven 9.30-18.30
Curatori: Giorgia Calò, Maria Ida Gaeta
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 68134697
E-Mail info: casadelleletterature@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.casadelleletterature.it
La mostra è incentrata sul dialogo tra arte e letteratura e comprende venti ritratti 40x30 cm realizzati dall’artista spagnolo, classe 1982, ispirati da alcuni dei maggiori autori della letteratura italiana del Novecento: Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Tommaso Landolfi, Carlo Levi, Giorgio Manganelli, Elsa Morante, Alberto Moravia, Anna Maria Ortese, Cesare Pavese e Pier Paolo Pasolini a cui è dedicato un grande lavoro site specific in occasione del quarantennale della morte.
Afferma Maria Ida Gaeta: “È emozionante scoprire che quelle parole lette o rilette oggi possono essere uno stimolo importante per favorire l’espressione di una sensibilità artistica contemporanea ed è un modo lieve ma incisivo per ricordare Pasolini insieme a tanti suoi amici, una generazione di autori che ha scritto la storia del nostro passato recente”.
Orquín in questo lungo studio ha lavorato alla maniera di un regista che procede al suo casting: ha scelto e selezionato volti contemporanei, da mettere in relazione con testi e trame dei libri attraverso la parola dipinta. I personaggi rappresentati sono viventi, amici, conoscenti o persone incontrate per caso, ma che in qualche maniera l’artista è riuscito a mettere in relazione con il romanzo prescelto. È proprio per sottolineare l’importanza della parola che Orquín sceglie come mezzo per le sue opere la carta, supporto per antonomasia degli scrittori, cosi come le parole, che vengono letteralmente ricamate sul foglio ora leggibili, ora sotto forma di segno astratto.
Come spiega Giorgia Calò: “dal linguaggio dialettale di Cesare Pavese a quello ricercato di Tommaso Landolfi, dalla coscienza critica del borghese di Alberto Moravia all’analisi dell’umanità più umile e indifesa di Elsa Morante e al mondo contadino di Carlo Levi, dagli scritti allegorico-fiabeschi di Italo Calvino al motivo della "casa" come rifugio mitico di Anna Maria Ortese, dai racconti-visione di Manganelli alla narrazione concreta di Natalia Ginzburg, fino a giungere all’installazione site specific dedicata alla poetica di Pier Paolo Pasolini. In questo modo l’artista rintraccia un percorso che non è solamente la commemorazione di questi dieci grandi autori, ma è più profondamente l’analisi di una realtà popolare che dagli anni della resistenza e dell’immediato dopoguerra ha ispirato centinaia di romanzi. L’artista parte proprio da questa considerazione, andando a rintracciare un linguaggio fatto di segno, immagine e parola capace di dare voce al popolo, quello stesso popolo salito alla ribalta della storia e capace di raccontare se stesso. In questo modo anima i personaggi attraverso una rassegna di volti protagonisti dei più celebri romanzi della letteratura del ‘900”.
A fare da collante tra i visi raffigurati nelle opere e i romanzi scelti sono infatti, più che le somiglianze dirette, proprio le citazioni d’autore – esatte al millimetro, senza la minima variazione – rintracciate tra le pagine e concretamente realizzate a punto e filo, ricamate sull’opera. A loro è affidato il compito di far scattare il cortocircuito tra la parola scritta e l’immagine rappresentata. Così i volti disegnati si trasformano in volti parlanti tramite frasi brevissime, tratte dai romanzi, in grado di evocare, oltre al libro in sé, lo stile e la poetica dell’autore rappresentato.
La tecnica del thoughts on paper permette inoltre a Orquín di lavorare anche sull’aspetto tridimensionale e plastico, dando all’opera un aspetto scultoreo. Il personaggio ritratto in questa maniera si anima, o meglio si animano i suoi sogni, i suoi pensieri, incisi sulla carta attraverso la tecnica del ricamo.
“Non ho cercato l’aforisma o la bella frase tanto per creare l’effetto - spiega Orquín - la sfida è stata piuttosto quella di trovare frasi, magari cortissime, perfino composte da un'unica parola, in grado di svolgere un doppio ruolo: evocare il mondo del romanziere e generare al tempo stesso nell’osservatore un effetto sorpresa, di straniamento di fronte a quei personaggi parlanti che dicono cose che possono sembrare a prima vista bizzarre, decontestualizzate, spiazzanti. C’è a mio avviso, o almeno dovrebbe esserci, se non tutto almeno tanto Moravia in quello Stefano che ama la moglie ma non la desidera, c’è o dovrebbe esserci la quintessenza del mondo familiare di Ginzburg in quel ritornello che suona rumba-la-rumba-la rumba-là, c’è la poetica di Morante in quel dichiarato odio di un protagonista per suo padre…”.
A partire dalle ore 18.00 in occasione dell’inaugurazione della mostra si terrà l’incontro letterario “La letteratura fuori di sé: dove rintracciamo oggi l’eredità letteraria?”. Coordinato da Maria Ida Gaeta e Filippo La Porta - curatori anche dei successivi incontri letterari che si terranno lunedì 2 novembre alle ore 18.00 (Letture da Opere di Pier Paolo Pasolini) e mercoledì 25 novembre ore 18.00 (Presentazione del libro Pasolini integrale di Gianni Borgna a cura di Carla Benedetti, Castelvecchi editore)- intende mettere a fuoco le ragioni della cesura che sembra essersi determinata nella vicenda letteraria del nostro paese sin dagli anni ’80 del secolo scorso : nuove generazioni di scrittori che dichiarano di avere modelli extraletterari; la letteratura fortemente ridimensionata nella formazione intellettuale; lo scambio generazionale che sembra interrotto; il Canone sostituito da miriadi di micro canoni che sembrano prefigurare un azzeramento della tradizione…e pur tuttavia il ritrovamento dell’insegnamento di alcuni nostri grandi scrittori in altri linguaggi, in altre discipline…
Infine, giovedì 26 novembre alle ore 18.00, in occasione del finissage della mostra, verrà presentato il catalogo Librografie. Opere su carta di Gonzalo Orquín, con testi di Giorgia Calò, Maria Ida Gaeta, Filippo La Porta, Marco Vallora.
Afferma Maria Ida Gaeta: “È emozionante scoprire che quelle parole lette o rilette oggi possono essere uno stimolo importante per favorire l’espressione di una sensibilità artistica contemporanea ed è un modo lieve ma incisivo per ricordare Pasolini insieme a tanti suoi amici, una generazione di autori che ha scritto la storia del nostro passato recente”.
Orquín in questo lungo studio ha lavorato alla maniera di un regista che procede al suo casting: ha scelto e selezionato volti contemporanei, da mettere in relazione con testi e trame dei libri attraverso la parola dipinta. I personaggi rappresentati sono viventi, amici, conoscenti o persone incontrate per caso, ma che in qualche maniera l’artista è riuscito a mettere in relazione con il romanzo prescelto. È proprio per sottolineare l’importanza della parola che Orquín sceglie come mezzo per le sue opere la carta, supporto per antonomasia degli scrittori, cosi come le parole, che vengono letteralmente ricamate sul foglio ora leggibili, ora sotto forma di segno astratto.
Come spiega Giorgia Calò: “dal linguaggio dialettale di Cesare Pavese a quello ricercato di Tommaso Landolfi, dalla coscienza critica del borghese di Alberto Moravia all’analisi dell’umanità più umile e indifesa di Elsa Morante e al mondo contadino di Carlo Levi, dagli scritti allegorico-fiabeschi di Italo Calvino al motivo della "casa" come rifugio mitico di Anna Maria Ortese, dai racconti-visione di Manganelli alla narrazione concreta di Natalia Ginzburg, fino a giungere all’installazione site specific dedicata alla poetica di Pier Paolo Pasolini. In questo modo l’artista rintraccia un percorso che non è solamente la commemorazione di questi dieci grandi autori, ma è più profondamente l’analisi di una realtà popolare che dagli anni della resistenza e dell’immediato dopoguerra ha ispirato centinaia di romanzi. L’artista parte proprio da questa considerazione, andando a rintracciare un linguaggio fatto di segno, immagine e parola capace di dare voce al popolo, quello stesso popolo salito alla ribalta della storia e capace di raccontare se stesso. In questo modo anima i personaggi attraverso una rassegna di volti protagonisti dei più celebri romanzi della letteratura del ‘900”.
A fare da collante tra i visi raffigurati nelle opere e i romanzi scelti sono infatti, più che le somiglianze dirette, proprio le citazioni d’autore – esatte al millimetro, senza la minima variazione – rintracciate tra le pagine e concretamente realizzate a punto e filo, ricamate sull’opera. A loro è affidato il compito di far scattare il cortocircuito tra la parola scritta e l’immagine rappresentata. Così i volti disegnati si trasformano in volti parlanti tramite frasi brevissime, tratte dai romanzi, in grado di evocare, oltre al libro in sé, lo stile e la poetica dell’autore rappresentato.
La tecnica del thoughts on paper permette inoltre a Orquín di lavorare anche sull’aspetto tridimensionale e plastico, dando all’opera un aspetto scultoreo. Il personaggio ritratto in questa maniera si anima, o meglio si animano i suoi sogni, i suoi pensieri, incisi sulla carta attraverso la tecnica del ricamo.
“Non ho cercato l’aforisma o la bella frase tanto per creare l’effetto - spiega Orquín - la sfida è stata piuttosto quella di trovare frasi, magari cortissime, perfino composte da un'unica parola, in grado di svolgere un doppio ruolo: evocare il mondo del romanziere e generare al tempo stesso nell’osservatore un effetto sorpresa, di straniamento di fronte a quei personaggi parlanti che dicono cose che possono sembrare a prima vista bizzarre, decontestualizzate, spiazzanti. C’è a mio avviso, o almeno dovrebbe esserci, se non tutto almeno tanto Moravia in quello Stefano che ama la moglie ma non la desidera, c’è o dovrebbe esserci la quintessenza del mondo familiare di Ginzburg in quel ritornello che suona rumba-la-rumba-la rumba-là, c’è la poetica di Morante in quel dichiarato odio di un protagonista per suo padre…”.
A partire dalle ore 18.00 in occasione dell’inaugurazione della mostra si terrà l’incontro letterario “La letteratura fuori di sé: dove rintracciamo oggi l’eredità letteraria?”. Coordinato da Maria Ida Gaeta e Filippo La Porta - curatori anche dei successivi incontri letterari che si terranno lunedì 2 novembre alle ore 18.00 (Letture da Opere di Pier Paolo Pasolini) e mercoledì 25 novembre ore 18.00 (Presentazione del libro Pasolini integrale di Gianni Borgna a cura di Carla Benedetti, Castelvecchi editore)- intende mettere a fuoco le ragioni della cesura che sembra essersi determinata nella vicenda letteraria del nostro paese sin dagli anni ’80 del secolo scorso : nuove generazioni di scrittori che dichiarano di avere modelli extraletterari; la letteratura fortemente ridimensionata nella formazione intellettuale; lo scambio generazionale che sembra interrotto; il Canone sostituito da miriadi di micro canoni che sembrano prefigurare un azzeramento della tradizione…e pur tuttavia il ritrovamento dell’insegnamento di alcuni nostri grandi scrittori in altri linguaggi, in altre discipline…
Infine, giovedì 26 novembre alle ore 18.00, in occasione del finissage della mostra, verrà presentato il catalogo Librografie. Opere su carta di Gonzalo Orquín, con testi di Giorgia Calò, Maria Ida Gaeta, Filippo La Porta, Marco Vallora.
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