Giuseppe Patella in-contro Luca Maria Patella. Uno scambio tra il pensiero estetico e l’arte concettuale
Dal 25 Marzo 2015 al 25 Marzo 2015
Roma
Luogo: MACRO
Indirizzo: via Reggio Emilia 54
Orari: h 17
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato Cultura e Turismo
- Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
Sito ufficiale: http://www.museomacro.org/
Il 25 marzo 2015 il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma, nell’ambito delle attività didattiche rivolte alle Università e alle Accademie di Belle Arti,ospita l’incontro sull’artista Luca Maria Patella, presente al Museo con la mostra Luca Maria Patella, Ambienti proiettivi animati, 1964-1984 (30 gennaio - 26 aprile 2015), curata da Benedetta Carpi De Resmini e Stefano Chiodi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli.
Luca Maria Patella si può considerare il precursore di nuovi linguaggi visivi e performativi: dalle operazioni diLand Art alle sperimentazioni cinematografiche, video e fotografiche, processi inseriti nelle ricerche comportamentali e concettuali dei primi anni Sessanta.
Il lavoro dell’artista, che ha scelto Roma - dove è nato nel 1938 - come sua residenza stabile e luogo di lavoro, si caratterizza per una personale e autonoma analisi dei linguaggi visivi che vengono sottoposti a una continua riformulazione attraverso scambi contradditori e problematici con altre discipline: la psicanalisi junghiana e la scienza, con cui condivide una familiarità sia per gli studi del padre astronomo che per la sua formazione in chimica strutturale; e anche le passioni letterarie, che lo accompagnano nella sua visione “tot-ale” attraverso la razionalità e le fantasie di Dante, Rabelais e Diderot (su cui ha pubblicato un saggio, forse il più approfondito, dal titolo “Jacques le fataliste, di Denis Diderot, come autoEncyclopédie”), senza dimenticare la poesia di Ovidio.
Inevitabile il richiamo all’esperienza di Marcel Duchamp con il quale l’artista si confronta continuando quel processo di scardinamento delle consuetudini proprie della tradizione artistica utilizzando l’arma del ready-made come strumento oggettuale e soprattutto linguistico: dai giochi percettivi a quelli affidati alla parola, che attivano cortocircuiti di senso, ironici e allusivi, secondo un loro imprevedibile processo di ri-significazione.
Sempre alla ricerca di “trame teoriche” mette in relazione Diderot e Duchamp, nel saggio “DEN & DUCHdis-enemeled”, il cui titolo darà il nome alla più vasta mostra antologica, organizzata nel 1990 ad Anversa.
Partendo dalla complessità interpretativa delle opere di Luca Patella, si procede ad un confronto sul tema, sempre dibattuto, dell’arte concettuale: un approfondimento critico attraverso le parole di Giuseppe Patella, docente di Estetica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che avvia una confutazione di questa esperienza artistica.
Oltre a giocare sull’omonimia dei due relatori, quest’ambiguità linguistica, apparentemente scontata, diventa il pretesto per uno scambio teorico in cui protagonista è l’arte secondo il principio di “articolazione”, che per Giuseppe Patella “sottende l’idea che elementi di natura diversa e distinti tra loro possono essere avvicinati ed entrare in connessione...interagire e risuonare tra loro diversamente fino a trasfigurarsi così in nuove costellazioni concettuali”.
Gli spunti di riflessione che emergeranno saranno ulteriormente ampliati e verificati, secondo un approccio metodologico comune alla ricerca estetica e a quella artistico-scientifica di Luca Patella, da un parterre di esperti e addetti ai lavori.
Luca Maria Patella si può considerare il precursore di nuovi linguaggi visivi e performativi: dalle operazioni diLand Art alle sperimentazioni cinematografiche, video e fotografiche, processi inseriti nelle ricerche comportamentali e concettuali dei primi anni Sessanta.
Il lavoro dell’artista, che ha scelto Roma - dove è nato nel 1938 - come sua residenza stabile e luogo di lavoro, si caratterizza per una personale e autonoma analisi dei linguaggi visivi che vengono sottoposti a una continua riformulazione attraverso scambi contradditori e problematici con altre discipline: la psicanalisi junghiana e la scienza, con cui condivide una familiarità sia per gli studi del padre astronomo che per la sua formazione in chimica strutturale; e anche le passioni letterarie, che lo accompagnano nella sua visione “tot-ale” attraverso la razionalità e le fantasie di Dante, Rabelais e Diderot (su cui ha pubblicato un saggio, forse il più approfondito, dal titolo “Jacques le fataliste, di Denis Diderot, come autoEncyclopédie”), senza dimenticare la poesia di Ovidio.
Inevitabile il richiamo all’esperienza di Marcel Duchamp con il quale l’artista si confronta continuando quel processo di scardinamento delle consuetudini proprie della tradizione artistica utilizzando l’arma del ready-made come strumento oggettuale e soprattutto linguistico: dai giochi percettivi a quelli affidati alla parola, che attivano cortocircuiti di senso, ironici e allusivi, secondo un loro imprevedibile processo di ri-significazione.
Sempre alla ricerca di “trame teoriche” mette in relazione Diderot e Duchamp, nel saggio “DEN & DUCHdis-enemeled”, il cui titolo darà il nome alla più vasta mostra antologica, organizzata nel 1990 ad Anversa.
Partendo dalla complessità interpretativa delle opere di Luca Patella, si procede ad un confronto sul tema, sempre dibattuto, dell’arte concettuale: un approfondimento critico attraverso le parole di Giuseppe Patella, docente di Estetica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che avvia una confutazione di questa esperienza artistica.
Oltre a giocare sull’omonimia dei due relatori, quest’ambiguità linguistica, apparentemente scontata, diventa il pretesto per uno scambio teorico in cui protagonista è l’arte secondo il principio di “articolazione”, che per Giuseppe Patella “sottende l’idea che elementi di natura diversa e distinti tra loro possono essere avvicinati ed entrare in connessione...interagire e risuonare tra loro diversamente fino a trasfigurarsi così in nuove costellazioni concettuali”.
Gli spunti di riflessione che emergeranno saranno ulteriormente ampliati e verificati, secondo un approccio metodologico comune alla ricerca estetica e a quella artistico-scientifica di Luca Patella, da un parterre di esperti e addetti ai lavori.
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