Gianfranco Baruchello. Come la quercia
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Gianfranco Baruchello. Come la quercia
Dal 08 Ottobre 2015 al 10 Gennaio 2016
Roma
Luogo: MACRO
Indirizzo: via Nizza 138
Curatori: Achille Bonito Oliva
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: l'ngresso alla Hall del MACRO è libero
Telefono per informazioni: +39 060608
Sito ufficiale: http://www.museomacro.org
Dal 9 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 sarà esposta nella Hall del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma l’installazione ambientale di Gianfranco Baruchello,Come la quercia.
L’opera è stata concepita nell'ambito del progetto espositivo L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte, ideato e curato da Achille Bonito Oliva, con la partecipazione di oltre trenta artisti internazionali in spazi museali ed espositivi sull'intero territorio italiano.
Il progetto di Gianfranco Baruchello al MACRO è promosso dall’Assessorato Cultura e Sport di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzato con la collaborazione della Fondazione Baruchello, con il patrocinio di EXPO 2015, la collaborazione del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT, l'organizzazione tecnica dell'Associazione culturale MetaMorfosi.
Una comune sensibilità attraversa le opere degli artisti coinvolti nel progetto. Come afferma Achille Bonito Oliva, l’installazione di Baruchello si inserisce in questa riflessione collettiva, sollecitando una presa di coscienza del pubblico nei confronti delle problematiche ambientali, dell’alimentazione e delle sue implicazioni sociali. Un monito dell'arte che prende spunto dall’immaginario dell’Albero della cuccagna, simbolo di felicità e abbondanza ma anche della fatica e della difficoltà nel raggiungerle.
Baruchello muove dall’idea che oggi “l’Albero della cuccagna” sia forse più un miraggio che una realtà e che un albero vada immaginato e pensato, attraverso un processo di sospensione, di ascolto e identificazione.
L’artista propone al MACRO uno giardino-pensatoio che invita a immaginare l’albero in una situazione di riposo, di lentezza e di sogno, uno luogo sottratto al tempo ipertrofico della produzione e del consumo standardizzati.
Lo spazio giardino di Baruchello è un vero spazio di terra nel quale una quercia giovane e una radice vecchia si dispongono ai lati di un letto, luogo del sogno, del riposo e della riflessione. Agli angoli dell’installazione una serie di monitor trasmettono immagini in movimento, sollecitazioni ulteriori da cui partire per immaginare/pensare l’albero. Su un comodino vicino al letto una serie di piccole boccette contengono essenze/parole derivate dai sogni. Il pubblico è anch’esso invitato a lasciare indicazioni per partecipare a questo laboratorio dell’immaginazione.
Per pensare l’albero, sembra dirci Baruchello, è necessaria anche la consapevolezza del contesto in cui l’albero è vissuto, vive e vivrà. Le condizioni ambientali sono prima di tutto condizioni etiche, di responsabilità e paesaggio mentale che ognuno dovrebbe percepire e affrontare. Il tempo vegetale indica pertanto un altro tempo della politica o del vivere insieme.
Il piccolo giardino è uno spazio, anche magico, in cui la storia, l’attualità, il possibile/futuro si mescolano per produrre una terza via: tra passato e presente, tra storia e memoria, tra vecchio e nuovo, ovvero tra contraddizioni apparentemente insolubili, in vista di un ipotetico futuro albero/possibile, nell’atmosfera immateriale della memoria, del sonno/sogno.
L’opera è stata concepita nell'ambito del progetto espositivo L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte, ideato e curato da Achille Bonito Oliva, con la partecipazione di oltre trenta artisti internazionali in spazi museali ed espositivi sull'intero territorio italiano.
Il progetto di Gianfranco Baruchello al MACRO è promosso dall’Assessorato Cultura e Sport di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzato con la collaborazione della Fondazione Baruchello, con il patrocinio di EXPO 2015, la collaborazione del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT, l'organizzazione tecnica dell'Associazione culturale MetaMorfosi.
Una comune sensibilità attraversa le opere degli artisti coinvolti nel progetto. Come afferma Achille Bonito Oliva, l’installazione di Baruchello si inserisce in questa riflessione collettiva, sollecitando una presa di coscienza del pubblico nei confronti delle problematiche ambientali, dell’alimentazione e delle sue implicazioni sociali. Un monito dell'arte che prende spunto dall’immaginario dell’Albero della cuccagna, simbolo di felicità e abbondanza ma anche della fatica e della difficoltà nel raggiungerle.
Baruchello muove dall’idea che oggi “l’Albero della cuccagna” sia forse più un miraggio che una realtà e che un albero vada immaginato e pensato, attraverso un processo di sospensione, di ascolto e identificazione.
L’artista propone al MACRO uno giardino-pensatoio che invita a immaginare l’albero in una situazione di riposo, di lentezza e di sogno, uno luogo sottratto al tempo ipertrofico della produzione e del consumo standardizzati.
Lo spazio giardino di Baruchello è un vero spazio di terra nel quale una quercia giovane e una radice vecchia si dispongono ai lati di un letto, luogo del sogno, del riposo e della riflessione. Agli angoli dell’installazione una serie di monitor trasmettono immagini in movimento, sollecitazioni ulteriori da cui partire per immaginare/pensare l’albero. Su un comodino vicino al letto una serie di piccole boccette contengono essenze/parole derivate dai sogni. Il pubblico è anch’esso invitato a lasciare indicazioni per partecipare a questo laboratorio dell’immaginazione.
Per pensare l’albero, sembra dirci Baruchello, è necessaria anche la consapevolezza del contesto in cui l’albero è vissuto, vive e vivrà. Le condizioni ambientali sono prima di tutto condizioni etiche, di responsabilità e paesaggio mentale che ognuno dovrebbe percepire e affrontare. Il tempo vegetale indica pertanto un altro tempo della politica o del vivere insieme.
Il piccolo giardino è uno spazio, anche magico, in cui la storia, l’attualità, il possibile/futuro si mescolano per produrre una terza via: tra passato e presente, tra storia e memoria, tra vecchio e nuovo, ovvero tra contraddizioni apparentemente insolubili, in vista di un ipotetico futuro albero/possibile, nell’atmosfera immateriale della memoria, del sonno/sogno.
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