Gabriele Stabile. Refugee Hotel
![Gabriele Stabile. Refugee Hotel, Museo di Roma in Trastevere Gabriele Stabile. Refugee Hotel, Museo di Roma in Trastevere](http://www.arte.it/foto/600x450/4c/23591-gabriele_stabile_refugee_hotel_large.jpg)
Gabriele Stabile. Refugee Hotel, Museo di Roma in Trastevere
Dal 18 Giugno 2014 al 28 Settembre 2014
Roma
Luogo: Museo di Roma in Trastevere
Indirizzo: piazza Sant'Egidio 1/b
Orari: da martedì a domenica 10-20
Curatori: Silvana Bonfili
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: intero € 7,50, ridotto: € 6,50; residenti € 6,50 / € 5,50
Telefono per informazioni: +39 060608
E-Mail info: museodiroma.trastevere@comune.roma.it
Sito ufficiale: http://www.museodiromaintrastevere.it
In mostra 50 scatti realizzati dal fotografo Gabriele Stabile dal 2006 al 2012 in bianco e nero e kodachrome.
Refugee Hotel è il racconto di un viaggio dei rifugiati appena sbarcati negli Stati Uniti che inizia con la prima notte americana, passata in un motel sulla strada dell'aeroporto. Un rifugiato è per definizione una persona che ha attraversato un confine per sfuggire a persecuzione religiosa, politica, sessuale o etnica. Ogni anno decine di migliaia di rifugiati vengono reintegrati negli Stati Uniti. Per sei anni, in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e altri importanti gruppi umanitari, Gabriele Stabile ha lavorato in diversi Stati dell'Unione per fotografare rifugiati cubani, africani, asiatici e mediorientali, dal momento in cui entravano in America attraverso il cruciale e doloroso processo di reinserimento. Una volta in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all'inserimento in nuove comunità e l'adattamento a nuove regole di convivenza, imparare una lingua straniera, adeguarsi a una cultura drammaticamente diversa.
Oltre a queste battaglie quotidiane, i più soffrono e si perdono nella rielaborazione dei propri traumi, delle proprie memorie e delle proprie nostalgie.
Nelle piccole città in cui vivono, nel cuore della middle America, realtà urbane come Fargo, Charlottesville, Erie o Amarillo alienazione e estraneità sono tanto più evidenti quanto irrisolvibili.
Da italiano che per anni ha vissuto e lavorato in un paese straniero, Stabile ha cercato di affrontare in questo lavoro ilsentimento di isolamento e di separazione di cui si fa esperienza quando si parte senza promessa di ritorno.
Alla luce, infine, dei recenti flussi migratori che investono le nostre coste, questo lavoro offre un'opportunità di riflessione sulle possibilità, le difficoltà, i limiti e i successi di una mirata politica di accoglienza.
Note biografiche
Gabriele Stabile vive tra Roma e New York, dove ha iniziato la sua carriera di fotografo diplomandosi all' ICP. E' stato inserito nella prestigiosa lista PDN30 nel 2010, diverse volte nell'annuale American Photography.
Refugee Hotel è il racconto di un viaggio dei rifugiati appena sbarcati negli Stati Uniti che inizia con la prima notte americana, passata in un motel sulla strada dell'aeroporto. Un rifugiato è per definizione una persona che ha attraversato un confine per sfuggire a persecuzione religiosa, politica, sessuale o etnica. Ogni anno decine di migliaia di rifugiati vengono reintegrati negli Stati Uniti. Per sei anni, in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e altri importanti gruppi umanitari, Gabriele Stabile ha lavorato in diversi Stati dell'Unione per fotografare rifugiati cubani, africani, asiatici e mediorientali, dal momento in cui entravano in America attraverso il cruciale e doloroso processo di reinserimento. Una volta in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all'inserimento in nuove comunità e l'adattamento a nuove regole di convivenza, imparare una lingua straniera, adeguarsi a una cultura drammaticamente diversa.
Oltre a queste battaglie quotidiane, i più soffrono e si perdono nella rielaborazione dei propri traumi, delle proprie memorie e delle proprie nostalgie.
Nelle piccole città in cui vivono, nel cuore della middle America, realtà urbane come Fargo, Charlottesville, Erie o Amarillo alienazione e estraneità sono tanto più evidenti quanto irrisolvibili.
Da italiano che per anni ha vissuto e lavorato in un paese straniero, Stabile ha cercato di affrontare in questo lavoro ilsentimento di isolamento e di separazione di cui si fa esperienza quando si parte senza promessa di ritorno.
Alla luce, infine, dei recenti flussi migratori che investono le nostre coste, questo lavoro offre un'opportunità di riflessione sulle possibilità, le difficoltà, i limiti e i successi di una mirata politica di accoglienza.
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Gabriele Stabile vive tra Roma e New York, dove ha iniziato la sua carriera di fotografo diplomandosi all' ICP. E' stato inserito nella prestigiosa lista PDN30 nel 2010, diverse volte nell'annuale American Photography.
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