Francesco Viscuso. Carnival Motel
Dal 07 Febbraio 2014 al 28 Febbraio 2014
Roma
Luogo: Officine Fotografiche
Indirizzo: via Giuseppe Libetta 1
Orari: da lunedì a venerdì 10.30-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 06 5125019
E-Mail info: of@officinefotografiche.org
Sito ufficiale: http://officinefotografiche.org
Francesco Viscuso presenta, venerdì 7 febbraio, presso Officine Fotografiche Roma il progetto Carnival Motel, tutte le fotografie in mostra sono in vendita fino a chiusura esposizione, il 28 febbraio 2014.
La psicosi umana nelle fotografie di Francesco Viscuso che con la dirompente serie, onirico – surreale, di Carnival Motel narra le storie tratte dai diari di Emerick Lenders. Una realtà cruda e suggestionata che contempla personalità e stati d'animo della società contemporanea. Edgar, Paulette, Clarissa e altri personaggi vivono nello stesso motel, tutti con psicosi diverse.
Il proprietario (immaginario) del motel si chiama Emerick Lenders e la sua curiosità nei confronti del comportamento umano gli fa prendere la decisione di rilevare, un giorno di Carnevale, quel motel da tempo abbandonato, ricco di suggestioni. Personaggi come Edgar, che saliva le scale canticchiando canzoni d'amore e poi la sera si dedicava alla morte, o Paulette, creatura delicata che collezionava forbici e amava cucire, ma si tolta la vita su un cedro, in una giornata di primavera. Clarissa invece vagava quasi nuda e si prostituiva per pochi soldi e, sebbene alcolizzata e fumatrice dall'età di 13 anni, è morta a settantasette anni nel sonno, serena.
Questi ed altri sono i personaggi che popolano il motel, un luogo che mette in scena attori senza teatro, cittadini senza città, orfani, schiavi, reietti, rifiutati, malati, assassini, criminali, ladri, prostitute, poeti.
Vite improbabili, ambientate in un luogo dove non si vedono mai le stanze. Immagini di folli, anime dal volto celato fasciati da un bianco e nero dal sapore gotico.
Storie che aprono uno spiraglio sulla comprensione del dramma esistenziale, sulle loro piccole e grandi follie, sull’abisso dell’umana solitudine nell’epoca del delirio capitalistico.
Artista del proprio tempo, Viscuso (alias Emerick Lenders) è artigiano delle immagini e della rappresentazione, vive la società cui appartiene esibendo una violenta critica della nostra società che produce ogni genere di aberrazione.
La psicosi umana nelle fotografie di Francesco Viscuso che con la dirompente serie, onirico – surreale, di Carnival Motel narra le storie tratte dai diari di Emerick Lenders. Una realtà cruda e suggestionata che contempla personalità e stati d'animo della società contemporanea. Edgar, Paulette, Clarissa e altri personaggi vivono nello stesso motel, tutti con psicosi diverse.
Il proprietario (immaginario) del motel si chiama Emerick Lenders e la sua curiosità nei confronti del comportamento umano gli fa prendere la decisione di rilevare, un giorno di Carnevale, quel motel da tempo abbandonato, ricco di suggestioni. Personaggi come Edgar, che saliva le scale canticchiando canzoni d'amore e poi la sera si dedicava alla morte, o Paulette, creatura delicata che collezionava forbici e amava cucire, ma si tolta la vita su un cedro, in una giornata di primavera. Clarissa invece vagava quasi nuda e si prostituiva per pochi soldi e, sebbene alcolizzata e fumatrice dall'età di 13 anni, è morta a settantasette anni nel sonno, serena.
Questi ed altri sono i personaggi che popolano il motel, un luogo che mette in scena attori senza teatro, cittadini senza città, orfani, schiavi, reietti, rifiutati, malati, assassini, criminali, ladri, prostitute, poeti.
Vite improbabili, ambientate in un luogo dove non si vedono mai le stanze. Immagini di folli, anime dal volto celato fasciati da un bianco e nero dal sapore gotico.
Storie che aprono uno spiraglio sulla comprensione del dramma esistenziale, sulle loro piccole e grandi follie, sull’abisso dell’umana solitudine nell’epoca del delirio capitalistico.
Artista del proprio tempo, Viscuso (alias Emerick Lenders) è artigiano delle immagini e della rappresentazione, vive la società cui appartiene esibendo una violenta critica della nostra società che produce ogni genere di aberrazione.
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