FIERO DI TE. Opere di Emilio Conciatori

Opera di Emilio Conciatori

 

Dal 22 Marzo 2024 al 22 Aprile 2024

Roma

Luogo: Case Romane del Celio

Indirizzo: Via Clivo di Scauro

Orari: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi 10-16. La biglietteria chiude un’ora prima. Chiusura: martedì e giovedì non festivi

Curatori: Mauro Conciatori

Costo del biglietto: Intero € 8 | Ridotto € 6

Telefono per informazioni: +39 06 39967755

Sito ufficiale: http://www.caseromanedelcelio.it


“Ogni sua opera custodisce un'opportunità: vedere o perdersi”
R. Guidelli

Sarà inaugurata venerdì 22 marzo alle ore 18 la mostra FIERO DI TE, opere di Emilio Conciatori, visitabile sino al 22 aprile 2024 presso le Case Romane del Celio, uno dei luoghi più affascinanti della Roma sotterranea. 

Ideata e organizzata da CoopCulture in collaborazione con l’ARCHIVIO EMILIO CONCIATORI, a cura di Romina Guidelli e Tanja Mattucci, l’esposizione vuole essere il primo sentito omaggio all’artista che con la luce “divina” e i colori ipnotici delle sue tele conquistò persino Hollywood, tanto che  Stanley Kubrick volle che fosse proprio lui a creare la prima locandina del film "2001: Odissea nello spazio”.

La mostra sarà realizzata in collaborazione con il regista e fotografo Mauro Conciatori, erede del maestro e detentore unico dell'archivio storico delle sue opere, che per l’occasione presenterà il video inedito FIERO DI TE.

Le opere in mostra

I visitatori potranno ammirare dieci opere, appartenenti all’ultima produzione di Emilio Conciatori, prima della scomparsa avvenuta il 17 gennaio 2017.  La sua ricerca cromatica miscela le tecniche pittoriche dei maestri della storia dell’arte antica con nuovi pigmenti ed elementi di composizione. Base e partenza di ogni suo quadro, unico protagonista di paesaggi appassionati e misteriosi, è il colore. L’essenza del colore caratterizza, infatti, il suo mondo creativo lasciando un segno profondo nell'arte contemporanea e nella memoria di ognuno di noi.

Pianeti mai visti, Odissee e Spazi. Qualcosa va e qualcosa torna su ogni tela: lasciala andare. La libertà, questa la preghiera dipinta da Emilio in ogni quadro: che tutto accada e mai si compia perché l'energia è del divenire. Emilio era così, vivacissima e tenace potenzaOgni sua opera custodisce un'opportunità: vedere o perdersi.  Lasciare che tutto accada, qui e ora, oppure immaginare che lontano dagli occhi sta accadendo… In parti sconosciute di Universi paralleli la vita si sta compiendo e l'energia che propaga quell'azione è presenza palpabile, possibilità di visione dinamica e concreta in condizione di stasi perfetta. Ogni quadro di Emilio Conciatori è una ri-evoluzione silenziosa” scrive la curatrice Romina Guidelli -

Le fa eco Mauro Conciatori : “Per mio padre il colore era vita, la vita era colore; un binomio unico e imprescindibile per commutare la nostra presenza su questo pianeta in qualcosa di inestimabile. Da lui ho capito l’importanza della luce, la capacità di generare vita e colore attraverso la luce. E per me la luce è tutto. Lui sapeva illuminare le tele come pochi al mondo, disegnava espressioni ed emozioni attraverso la luce; quello era il suo punto di partenza e il suo punto di arrivo. Era un istintivo che aveva saputo trarre il meglio dalle sue esperienze anche dolorose. Essere stato a contatto con lui è stato come essere investito da un Tir in piena velocità, quella velocità di pensiero che lo ha sempre contraddistinto”. 

Una vita intesa

Nato a Roma il 5 gennaio del 1933, Emilio Conciatori, già a 17 anni lavora con il padre, Gino Conciatori, come assistente scenografo, pittore di fondali teatrali e restauratore, dal padre impara l'arte della produzione dei colori seguendo le antiche tecniche rinascimentali. Nei primi anni ’50 parte per Los Angeles. Qui entra in contatto con la pop art d'oltre oceano. Sulla base di questa esperienza dà il suo personale contributo alla nascita della pop art italiana. Nel 1958 inizia a utilizzare tecniche antiche elaborandole in modo nuovo superando i concetti stessi di pop art ridefinendoli nell’astrattismo figurativo. In questo periodo si dedica allo studio di dei grandi pittori italiani rinascimentali (e non solo) come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Giorgione. Dalla loro arte apprende le tecniche e la capacità di creare i colori come per magia. Nel 1968 partecipa al capolavoro di David Alfaro Siqueros “La marcia dell’umanità”. In questo stesso periodo incontra Stanley Kubrick. Il regista gli commissiona la locandina di 2001: Odissea nello spazio. Tra 1977 al 1989 Emilio Conciatori raccoglie numerosi riconoscimenti e realizza diverse esposizioni in Giappone, Sudamerica ed Europa. Tra i suoi collezionisti di quegli anni Elizabeth Taylor e Richard Burton, Frank Sinatra, Robert Altman, Michelangelo Antonioni, Riz Ortolani e Katina Ranieri, Mario Del Monaco e Charlotte Rampling, una giovanissima ma già famosa star del cinema che ebbe il piacere di dipingere sul corpo. Un’esperienza che lo fa diventare uno dei primi artisti del body painting. Tra il 1980 e il primo decennio del 2000 espone a Roma, Firenze, Milano, Bologna, Messina Catania, Lugano, Ginevra, San Francisco, Osaka, Hong Kong e Tokyo. Dal 2008 all’anno della sua scomparsa, numerose sono le tappe che lo vedono esporre tra Roma e Genova, tra le altre si ricordano: “Viaggio alla velocità della luce” nel palazzo dell’allora Provincia di Roma, “Palazzo Valentini”, alla presenza di Nicola Zingaretti;  la mostra organizzata per la IX Giornata del Contemporaneo da AMACI, 2013, in cui Emilio Conciatori inaugura nella sua casa la mostra intitolata “Tiffany Animal Academicum” in collaborazione con Zètema e Roma Capitale, evento in occasione del quale la Casa Conciatori viene riconosciuta come museo; il 13 dicembre 2013, la mostra "I luoghi dell'anima" al Museoteatro della Commenda di Prè con il patrocinio della Provincia di Genova, occasione in cui per la prima volta espone con il figlio Mauro Conciatori e la personale del 2014 “I viaggi di Ulisse” sempre a Genova, al Museo del Mare “Galata”, esposizione curata da Loredana Trestin. E l’ultima, “Demoni e Dei”, a Trieste, nel 2016. Suo vero e proprio testamento artistico.




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