#EX_TRA – Exempla Trahunt
Dal 27 Gennaio 2022 al 27 Febbraio 2022
Roma
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Un’esposizione collettiva sui ponteggi di restauro di Roma di quattro artiste i cui lavori diversi tra loro sono uniti da una forte espressione iconografica: Stefania Fabrizi, Giorgia Errera, Luminita Taranu, Rosa Lucia Motta
STEFANIA FABRIZI, L’Ultima Battaglia, 2014
Passeggiata di Ripetta, 11
Il murale dal titolo “L’Ultima Battaglia” realizzato al MAAM narra di un esercito di guerrieri della luce ispirati inizialmente ad un disegno in 3D per gli elfi del Signore degli Anelli da me rielaborato e fatto mio. Sono così nati questi personaggi fantasy che avanzano ritmicamente in accordo con un cuore pulsante e colmi di sola luce per affrontare quell’ultima battaglia, che, come nell’Apocalisse, vedrà sulla terra la vittoria del bene sul mare e la sopravvivenza dei soli giusti per l’inizio di un nuovo mondo.
Stefania Fabrizi è nata a Roma. Vive e lavora a Roma.
L’artista utilizza il disegno, la pittura – realizzata su tele di piccole e grandi dimensioni – e il murale come strumenti di illuminazione e di trasfigurazione del reale, capaci di scavare nel profondo per giungere oltre le apparenze legate alla visione.
I soggetti da cui Stefania Fabrizi trae spunto sono generalmente scene di vita quotidiana, da lei colte attraverso scatti fotografici, o che trae da fotogrammi di film, fumetti, immagini fantasy e digitali.
Nel 2014 realizza il murale I Guerrieri della Luce presso il MAAM di Roma. www.stefaniafabrizi.it
GIORGIA ERRERA, Hide, 2021
Piazza della Pigna L’opera Hide, presentata dall’artista Giorgia Errera, appartiene alla serie Untitled (NO CTRL). Una serie di fotografie che fissa delle parole eteroletterali composte da tasti rimossi da una tastiera elettronica. I termini utilizzati richiamano l’information retrieval, lo scopo è quello di soddisfare il bisogno informativo dell’utente. Con la sua destrutturazione, la tastiera è priva della sua capacità di codifica, non è più funzionale a questa associazione ma diventa simbolo essa stessa.
L’opera è stata creata appositamente per il progetto #EX_TRA, pensando al luogo in cui sarebbe stata affissa: l’angolo di un palazzo che affaccia su Piazza della Pigna a Roma. Un luogo intimo e calmo nel caotico centro cittadino. Percorrendo le vie l’opera si svela sulla piazza. Da qui il termine inglese Hide, nascondere, che entra in connessione con lo spazio.
“In questo periodo storico si sente spesso parlare di censura, di contenuti online nascosti agli utenti poiché ‘potenzialmente dannosi’. Sensibili, da sempre i mezzi di comunicazione di massa si riservano il diritto di selezionare i contenuti da divulgare, decidendo come e cosa mostrare e, di conseguenza, cosa nascondere. Scopo ultimo di un qualsiasi spazio pubblicitario, fisico o digitale, è ovviamente la visibilità, è catturare l'attenzione dell'osservatore al fine di renderlo un potenziale consumatore di tale prodotto.
Personalmente credo che dal momento in cui influenza e sollecita l'emotività̀, il messaggio pubblicitario è da considerarsi un contenuto sensibile. Lavorando su questa dualità̀ visiva e concettuale il mio lavoro tende ad una riflessione sul peso e il significato della parola all'interno dell'azione artistica”. Dichiara l’artista.
Giorgia Errera (1997). Nel 2020 si diploma al corso triennale di Arte e Ambiente presso l'Accademia di Belle Arti di Roma con la tesi "Cyberwarfare" e attualmente frequenta la specialistica di Arte Ambientale e Linguaggi Sperimentali. Nel 2020 espone nella collettiva autogestita "Incursione" a Scoppio (TR) e nel 2021 alla mostra "Punto di arrivo nel nuovo mondo" all'interno del Bunker Soratte di Sant'Oreste (RM). La sua ricerca si concentra sull’interpretazione dei sistemi e dei linguaggi che alimentano le disuguaglianze e le asimmetrie di conoscenza e potere, in particolar modo sui meccanismi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione di massa. In un’era sempre più proiettata verso l’immagine, i suoi lavori si basano su testi e caratteri tipografici specifici nel tentativo di rivendicare l’esercizio semantico e cognitivo.
LUMINITA TARANU, Dei e Scritture, 2017
Via dei Chiavari – Piazza dei Satiri
L’opera Dei e Scritture, Spira 3, è parte dell’Installazione monumentale Columna mutãtio - LA SPIRALE, esposta ai Mercati di Traiano nel 2017/18.
Unicum compositivo, DEI e SCRITTURE propone un itinerarium pictum, “popolato” da icone che si susseguono, intrecciate dalle scritture - nel carattere latino antico romano - che diventano immagine. Espandendosi nello spazio esterno, le icone diventano punti di energia, creando sinergie visive, immagini simboliche umanizzate e connesse, dove il corpo umano non è ispirato all’anatomia, ma al corpo umano “opera d’arte”, in un “mondo a colori”. Strumenti del mio linguaggio evocativo, ho creato le icone partendo da disegni che interpretano, attraverso la metamorfosi e la mutazione figure statuarie della Roma Antica e dalla cultura Dacica, nell’intento di raggiungere il dialogo tra l’antico e il contemporaneo, da anni al centro della mia ricerca.
Luminiţa Țăranu è nata a Lugoj, Romania, nel 1960. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, studiando con Octav Grigorescu. Titolo equipollente al diploma rilasciato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1993. Nel 1987, ha ottenuto la Borsa Nazionale dell’Unione degli Artisti Plastici della Romania per disegno e incisione.
Dal 1987 si è stabilita in Italia, dove vive e lavora.
Ha realizzato numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, musei e gallerie, in Italia e all’estero.
www.youtube.com/watch?v=mzZDcPozFVI
www.luminitataranu.it ROSA LUCIA MOTTA, Abstract, 2020
Via Alessandro Torlonia, 11
"Abstract "2020 è un’opera realizzata durante la pandemia causata dalla diffusione del Corona virus. Rappresenta in forma astratta lo Skyline delle foglie e delle piante spontanee dell'Etna tradotti in sagome. L’opera fa parte di una serie che ha come oggetto il paesaggio etneo e la natura circostante. Abstract 2020 è divisa in tre bande orizzontali che ripetono il segno in diversi cromatismi di blu e grigio. L’immagine floreale ripetuta descrive il ritmo del tempo, musica dell'anima e armonia dell'universo. La natura spontanea protagonista assoluta della bellezza del creato assume dignità nell'esistenza. Il disegno dinamico segue la ripetizione del tempo nel segno ripetuto.
Nell’opera la linea è il segno dinamico dell'esistenza. La linea è la vita, è una traccia lasciata dal punto in movimento. Non ci sono regole. La linea è libera espressione della vita in movimento. Il movimento della pennellata sulla tela suscita emozioni e crea tensioni spirituali. Più la linea è varia, più cambiano le emozioni che suscita: drammatica se è spezzata, più lirica se è curva. Affascinata dalla dicotomia luce-ombra, bianco e nero del paesaggio etneo mi lascio coinvolgere dalle sue forme e lo dipingo nella sua unicità. La tecnica pittorica è personale, parte da una mia ricerca simbolica del segno. Un divisionismo contemporaneo caratterizzato dall'uso del colore acrilico. Studio gli effetti della luce sugli oggetti, il colore e le diverse cromie che la luce genera a secondo delle ore del giorno e delle stagioni. L'accostamento è la sovrapposizione dei punti mi permettono di costruire un un'immagine tridimensionale e dinamica. Una pittura in "movimento".
Rosa Lucia Motta, artista siciliana autodidatta. Nasce a Catania, studia a Firenze dove si laurea in Scienze Politiche alla Cesare Alfieri.
Intraprende il suo percorso artistico in Sicilia, dipinge il paesaggio Etneo in chiave contemporanea e sviluppa stilisticamente una sua particolare tecnica pittorica. La tematica del trascorrere del tempo si traduce nella frammentazione dell'immagine. Il divisionismo diventa il suo studio sull' uso colore. La sua personale tecnica pittorica di matrice puntinista divisionista diventa espressionista e astratta.
L'artista legge il paesaggio in pulviscoli di frammenti che segmenta sulla tela per evidenziare il trascorrere del tempo in segni, segmenti, punti. Attimi che scandiscono l'arco temporale della vita e segnano l'esistenza, momenti nei quali si realizza l'opera.
Il paesaggio descritto in chiave "optical", figurativo e astratto, in piccoli, medi e grandi formati su tela diventano dittici, trittici e polittici ad evidenziare la frammentazione e la divisione della scomposizione del paesaggio sulla tela.
La città di Catania, dove l'artista vive e opera, diviene il punto di partenza del suo percorso artistico. Il fermento e la vivacità culturale e artistica della città sono lo stimolo per tirare fuori la passione artistica sopita e confrontarsi con la pittura in chiave personale da autodidatta. Il confronto e l’amicizia con gli artisti che frequenta e che lavorano nel territorio catanese, diventano il bagaglio di formazione artistica. Partecipa a numerose collettive nel territorio siciliano, a Roma e a Firenze. Ben presto si distingue per la sua particolare ricerca pittorica. Selezionata ad “Heart” 2018 presso il Reparto di Cardiologia del Policlinico di Catania. Ha scritto di lei il Prof. Rocco Giudice ne “L’isola fra mito e realtà” 2018 Palazzo delle Arti di Paterno’...un ingualcibile tessuto luminoso.” www.rosaluciamotta.com
STEFANIA FABRIZI, L’Ultima Battaglia, 2014
Passeggiata di Ripetta, 11
Il murale dal titolo “L’Ultima Battaglia” realizzato al MAAM narra di un esercito di guerrieri della luce ispirati inizialmente ad un disegno in 3D per gli elfi del Signore degli Anelli da me rielaborato e fatto mio. Sono così nati questi personaggi fantasy che avanzano ritmicamente in accordo con un cuore pulsante e colmi di sola luce per affrontare quell’ultima battaglia, che, come nell’Apocalisse, vedrà sulla terra la vittoria del bene sul mare e la sopravvivenza dei soli giusti per l’inizio di un nuovo mondo.
Stefania Fabrizi è nata a Roma. Vive e lavora a Roma.
L’artista utilizza il disegno, la pittura – realizzata su tele di piccole e grandi dimensioni – e il murale come strumenti di illuminazione e di trasfigurazione del reale, capaci di scavare nel profondo per giungere oltre le apparenze legate alla visione.
I soggetti da cui Stefania Fabrizi trae spunto sono generalmente scene di vita quotidiana, da lei colte attraverso scatti fotografici, o che trae da fotogrammi di film, fumetti, immagini fantasy e digitali.
Nel 2014 realizza il murale I Guerrieri della Luce presso il MAAM di Roma. www.stefaniafabrizi.it
GIORGIA ERRERA, Hide, 2021
Piazza della Pigna L’opera Hide, presentata dall’artista Giorgia Errera, appartiene alla serie Untitled (NO CTRL). Una serie di fotografie che fissa delle parole eteroletterali composte da tasti rimossi da una tastiera elettronica. I termini utilizzati richiamano l’information retrieval, lo scopo è quello di soddisfare il bisogno informativo dell’utente. Con la sua destrutturazione, la tastiera è priva della sua capacità di codifica, non è più funzionale a questa associazione ma diventa simbolo essa stessa.
L’opera è stata creata appositamente per il progetto #EX_TRA, pensando al luogo in cui sarebbe stata affissa: l’angolo di un palazzo che affaccia su Piazza della Pigna a Roma. Un luogo intimo e calmo nel caotico centro cittadino. Percorrendo le vie l’opera si svela sulla piazza. Da qui il termine inglese Hide, nascondere, che entra in connessione con lo spazio.
“In questo periodo storico si sente spesso parlare di censura, di contenuti online nascosti agli utenti poiché ‘potenzialmente dannosi’. Sensibili, da sempre i mezzi di comunicazione di massa si riservano il diritto di selezionare i contenuti da divulgare, decidendo come e cosa mostrare e, di conseguenza, cosa nascondere. Scopo ultimo di un qualsiasi spazio pubblicitario, fisico o digitale, è ovviamente la visibilità, è catturare l'attenzione dell'osservatore al fine di renderlo un potenziale consumatore di tale prodotto.
Personalmente credo che dal momento in cui influenza e sollecita l'emotività̀, il messaggio pubblicitario è da considerarsi un contenuto sensibile. Lavorando su questa dualità̀ visiva e concettuale il mio lavoro tende ad una riflessione sul peso e il significato della parola all'interno dell'azione artistica”. Dichiara l’artista.
Giorgia Errera (1997). Nel 2020 si diploma al corso triennale di Arte e Ambiente presso l'Accademia di Belle Arti di Roma con la tesi "Cyberwarfare" e attualmente frequenta la specialistica di Arte Ambientale e Linguaggi Sperimentali. Nel 2020 espone nella collettiva autogestita "Incursione" a Scoppio (TR) e nel 2021 alla mostra "Punto di arrivo nel nuovo mondo" all'interno del Bunker Soratte di Sant'Oreste (RM). La sua ricerca si concentra sull’interpretazione dei sistemi e dei linguaggi che alimentano le disuguaglianze e le asimmetrie di conoscenza e potere, in particolar modo sui meccanismi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione di massa. In un’era sempre più proiettata verso l’immagine, i suoi lavori si basano su testi e caratteri tipografici specifici nel tentativo di rivendicare l’esercizio semantico e cognitivo.
LUMINITA TARANU, Dei e Scritture, 2017
Via dei Chiavari – Piazza dei Satiri
L’opera Dei e Scritture, Spira 3, è parte dell’Installazione monumentale Columna mutãtio - LA SPIRALE, esposta ai Mercati di Traiano nel 2017/18.
Unicum compositivo, DEI e SCRITTURE propone un itinerarium pictum, “popolato” da icone che si susseguono, intrecciate dalle scritture - nel carattere latino antico romano - che diventano immagine. Espandendosi nello spazio esterno, le icone diventano punti di energia, creando sinergie visive, immagini simboliche umanizzate e connesse, dove il corpo umano non è ispirato all’anatomia, ma al corpo umano “opera d’arte”, in un “mondo a colori”. Strumenti del mio linguaggio evocativo, ho creato le icone partendo da disegni che interpretano, attraverso la metamorfosi e la mutazione figure statuarie della Roma Antica e dalla cultura Dacica, nell’intento di raggiungere il dialogo tra l’antico e il contemporaneo, da anni al centro della mia ricerca.
Luminiţa Țăranu è nata a Lugoj, Romania, nel 1960. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, studiando con Octav Grigorescu. Titolo equipollente al diploma rilasciato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1993. Nel 1987, ha ottenuto la Borsa Nazionale dell’Unione degli Artisti Plastici della Romania per disegno e incisione.
Dal 1987 si è stabilita in Italia, dove vive e lavora.
Ha realizzato numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, musei e gallerie, in Italia e all’estero.
www.youtube.com/watch?v=mzZDcPozFVI
www.luminitataranu.it ROSA LUCIA MOTTA, Abstract, 2020
Via Alessandro Torlonia, 11
"Abstract "2020 è un’opera realizzata durante la pandemia causata dalla diffusione del Corona virus. Rappresenta in forma astratta lo Skyline delle foglie e delle piante spontanee dell'Etna tradotti in sagome. L’opera fa parte di una serie che ha come oggetto il paesaggio etneo e la natura circostante. Abstract 2020 è divisa in tre bande orizzontali che ripetono il segno in diversi cromatismi di blu e grigio. L’immagine floreale ripetuta descrive il ritmo del tempo, musica dell'anima e armonia dell'universo. La natura spontanea protagonista assoluta della bellezza del creato assume dignità nell'esistenza. Il disegno dinamico segue la ripetizione del tempo nel segno ripetuto.
Nell’opera la linea è il segno dinamico dell'esistenza. La linea è la vita, è una traccia lasciata dal punto in movimento. Non ci sono regole. La linea è libera espressione della vita in movimento. Il movimento della pennellata sulla tela suscita emozioni e crea tensioni spirituali. Più la linea è varia, più cambiano le emozioni che suscita: drammatica se è spezzata, più lirica se è curva. Affascinata dalla dicotomia luce-ombra, bianco e nero del paesaggio etneo mi lascio coinvolgere dalle sue forme e lo dipingo nella sua unicità. La tecnica pittorica è personale, parte da una mia ricerca simbolica del segno. Un divisionismo contemporaneo caratterizzato dall'uso del colore acrilico. Studio gli effetti della luce sugli oggetti, il colore e le diverse cromie che la luce genera a secondo delle ore del giorno e delle stagioni. L'accostamento è la sovrapposizione dei punti mi permettono di costruire un un'immagine tridimensionale e dinamica. Una pittura in "movimento".
Rosa Lucia Motta, artista siciliana autodidatta. Nasce a Catania, studia a Firenze dove si laurea in Scienze Politiche alla Cesare Alfieri.
Intraprende il suo percorso artistico in Sicilia, dipinge il paesaggio Etneo in chiave contemporanea e sviluppa stilisticamente una sua particolare tecnica pittorica. La tematica del trascorrere del tempo si traduce nella frammentazione dell'immagine. Il divisionismo diventa il suo studio sull' uso colore. La sua personale tecnica pittorica di matrice puntinista divisionista diventa espressionista e astratta.
L'artista legge il paesaggio in pulviscoli di frammenti che segmenta sulla tela per evidenziare il trascorrere del tempo in segni, segmenti, punti. Attimi che scandiscono l'arco temporale della vita e segnano l'esistenza, momenti nei quali si realizza l'opera.
Il paesaggio descritto in chiave "optical", figurativo e astratto, in piccoli, medi e grandi formati su tela diventano dittici, trittici e polittici ad evidenziare la frammentazione e la divisione della scomposizione del paesaggio sulla tela.
La città di Catania, dove l'artista vive e opera, diviene il punto di partenza del suo percorso artistico. Il fermento e la vivacità culturale e artistica della città sono lo stimolo per tirare fuori la passione artistica sopita e confrontarsi con la pittura in chiave personale da autodidatta. Il confronto e l’amicizia con gli artisti che frequenta e che lavorano nel territorio catanese, diventano il bagaglio di formazione artistica. Partecipa a numerose collettive nel territorio siciliano, a Roma e a Firenze. Ben presto si distingue per la sua particolare ricerca pittorica. Selezionata ad “Heart” 2018 presso il Reparto di Cardiologia del Policlinico di Catania. Ha scritto di lei il Prof. Rocco Giudice ne “L’isola fra mito e realtà” 2018 Palazzo delle Arti di Paterno’...un ingualcibile tessuto luminoso.” www.rosaluciamotta.com
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