Atlas Coelestis | Davide Dormino
Dal 27 Ottobre 2018 al 17 Novembre 2018
Roma
Luogo: Spazio Menexa
Indirizzo: via di Montoro 3
Orari: Lun-Ven 10-19
Curatori: Fabrizio Pizzuto
Telefono per informazioni: +39 06 66019323
E-Mail info: info@spaziomenexa.it
Sito ufficiale: http://https://spaziomenexa.it/it/
TRA CIELO E TERRA In anatomia, l’atlante è la prima vertebra, posta subito sotto la testa. Permette una vantaggiosa mobilità del corpo formando l’articolazione che connette cranio e colonna vertebrale. Il suo nome richiama l’Atlante mitologico perché così come egli è il sostegno del mondo, questa è supporto e sostegno della testa. Devo dunque pensare che il mondo abbia il ruolo della testa. Intravedo il cervello come formicolìo vibrante di input e pensieri, distribuiti nello spazio pensante come continenti. Si muovono e spaziano in maniera autonoma dal supporto, portati in giro da lui. Si rivolgono agli altri come ad altri pianeti. Atlante connette il corpo alla testa dunque, che è, certamente, parte del corpo, ma che al contempo vola dimenticandosi di esso. Ne ho adesso immagine separata. Il mio corpo tuttavia cammina direzionando la testa non solo come pensiero ma come raggio di visione e di collaborazione con gli altri, di interazione. Atlante viene chiamato “Telamone”, nome usato anche per designare un volume che raccoglie carte geografiche o carte illustrate. Una traslazione. L’Atlante è, in definitiva, la porta del confronto, la connessione del viaggiatore con il luogo. Per astratto diventa il mondo stesso, o la testa stessa, di cui doveva essere solo sostegno. Nel momento in cui se ne fa astrazione si cammina vicino all’idea di simbolo, quasi porta dell’immaginazione. La sua struttura, tuttavia, nel lavoro di Davide Dormino, si trasforma in materia. Nella maniera che gli è più consona, ovvero quella scultorea, materica, sensibile. Il lavoro invade e occupa gli spazi. Come un’idea svela nuove possibilità. Accade iscrivendo un segno nell’idea stessa perché il segno rende la materia viva. Non carne, ovviamente, ma ferro, superficie lucente e poi carta, mondo opaco, tratto che affianca e cammina formando il disegno. Ogni variazione di supporto materica svela nuove capacità e potenzialità. Il tratto mostra il percorso grafico, ne segui il disegno come segui le ossa. L’ossatura dell’uomo vola via da esso, le sue simbologie sono nel ruolo che essa ricopre. Fa capolino la storia del nome e di quanto accade attorno ad esso. Ma è solo un’istante poi si rifugia nuovamente nei pensieri. Rimane che qualcosa è, ed è inciso, vivo, e segnala lo spazio attorno ad esso e guardandolo, entrando, segnalo io lo spazio attorno a me, segnalo che io sono alto, largo, profondo, mi muovo, penso. Tutto dei pensieri vola via e si imprigiona in una nuova forma che chiameremo visione. Non esattamente icona, come si diceva, bensì piuttosto aggressione lucente e scultorea dello spazio. Porta di comunicazione, non alchemica, ma visionaria tra i significanti e il significato. E poi infine azione site specific, prettamente artistica. Azione che invade e sfonda gli spazi. Li misura, ne fa nuovo stato dell’animo, nuova ambientazione, attraversabile col corpo. Imprimendosi nell’occhio direi attraversabile anche con la mente, infine visibile col corpo. Manifestazione di una forma materiale. Pensiero tra cielo e terra.
Nato a Udine il 19 Giugno 1973, la sua ricerca si esprime attraverso la scultura e il disegno. Cerca nuove forme elaborando i sistemi arcaici della lavorazione dei materiali come il marmo, il bronzo e il ferro.
Dormino affida tutta la sua ricerca artistica alla monumentalità del processo esecutivo: in ogni suo lavoro c’è una ricerca di senso attraverso il riferimento a tematiche imprescindibili per l’Uomo.
Dialoga con la dimensione, operando ad ogni scala che sia in grado di rappresentare l’idea e inserirla nel contenitore adatto. Per Dormino ogni manifestazione artistica diviene terreno fertile attraverso cui relazionarsi con l’ambiente esterno in modo esclusivo ed incisivo. Flussi, vettori, ponti, opere piccole e grandi, materiali trasformati senza artificio ma adattati alla volontà di interpretare lo spirito d’artista senza tempo.
Ha realizzato opere d’Arte Pubblica in Italia e all’estero, nel 2011 “Breath” il Monumento ad Haiti realizzato ad un anno dalla catastrofe del terremoto, per incarico delle Nazione Unite.
Attualmente è impegnato con “Anything to say?”: una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d’informazione che ha iniziato il suo percorso da Berlino (Alexanderplatz) il 1’ Maggio del 2015 successivamente l’Opera si e’ spostata a Dresda (Theatrerplatz, Ostrale), Ginevra (Place des Nations), Parigi (Place Georges Pompidou), Strasburgo (Place Klèber), Tours (Gare de Tours), Perugia ( Piazza IV Novembre), Belgrado (Dev9t Festival), Ptuj-Slovenia (Art Stay Festival), Roma (p.le Aldo amori). Per quest’opera ha ricevuto dall’’organizzazione francese AntiCor il Prix éthique 2016.
Ha partecipato alla Biennale della Pietra in Portogallo (2003, 2005), alla 5a edizione de La Escultura en Norte in Spagna (2009), alla XIV Biennale d’Arte Sacra (2010), Un’Ita-Italian Artists in New York (2011), ad Ostrale 012 a Dresda in Germania (2012). Ha esposto al C.I.A.C di Genazzano, Roma (2008), all’accademia dello Scompiglio, Lucca (2010), alla Venaria di Torino (2013), al Castello di Rivara (2013)
Ha tenuto mostre personali a Roma, Torino, Milano.
Lavora a Roma ed insegna Scultura e Disegno alla R.U.F.A. Rome University of Fine Arts.
Opening sabato 27 ottobre 2018 ore 18
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