Ottobre 1968. “arte povera più azioni povere” agli Arsenali di Amalfi
Dal 13 Ottobre 2018 al 31 Marzo 2019
Rivoli | Torino
Luogo: Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Indirizzo: piazza Mafalda di Savoia
Orari: da martedì a venerdì 10-17; sabato, domenica e festivi 10-19; 24 dicembre, 31 dicembre 10-17; 1 novembre, Lunedì di Pasqua, 1° maggio 10-19; chiuso lunedì, 1˚ gennaio e 25 dicembre
Enti promotori:
- Regione Piemonte
- Città di Torino
- Città di Rivoli
- Fondazione CRT
Costo del biglietto: Hito Steyerl. The City of Broken Windows / La città delle finestre rotte+ Nalini Malani: La rivolta dei morti. Retrospettiva 1969-2018 Parte II + Cally Spooner. Everything Might Spill + Collezione Permanente: Intero € 8,50, Ridotto € 6,50, gratuito Giornalisti, disabili e loro accompagnatori, minori di 11 anni, insegnanti accompagnatori di gruppi, guide turistiche, possessori di Abbonamenti Musei Torino + Piemonte Card, Royal Card e Contemporary Card, membri ICOM e CIMAM
Telefono per informazioni: +39 011 9565222
E-Mail info: info@castellodirivoli.org
Sito ufficiale: http://https://www.castellodirivoli.org
In occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI e del cinquantenario della rassegna arte povera più azioni povere (Antichi Arsenali della Repubblica, Amalfi, 4-6 ottobre 1968), il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea dedica una mostra documentaria a questo fondamentale momento dell’arte del dopoguerra.
arte povera più azioni povere venne organizzata nel 1968 dal Centro Studi Colautti di Salerno promosso da Marcello Rumma, illuminato collezionista, editore e mecenate, e curata daGermano Celant (che aveva già allestito la prima mostra di Arte povera Arte Povera-IM spazio, Galleria La Bertesca, Genova, settembre-ottobre 1967, e pubblicato il manifesto teorico “Arte povera. Appunti per una guerriglia”, novembre 1967, Flash Art). La mostra costituì il primo importante momento di internazionalizzazione degli artisti degli anni sessanta in cui protagonisti dell’arte concettuale, del postminimalismo e della Land Art si incontrarono, anticipando mostre di fama quali When Attitudes Become Form (Kunsthalle Bern, Berna; Institute of Contemporary Art, Londra, 1969), Op Losse Schroeven: Situaties and Cryptostructuren (Stedelijk Museum, Amsterdam, 1969) e documenta 5 (Kassel, 1972). La rassegna di Amalfi può essere considerata la prima mostra di Arte povera tenutasi in uno spazio pubblico. Insieme a Giovanni Anselmo (1934), Alighiero Boetti (1940-1994),Luciano Fabro (1936-2007), Jannis Kounellis (1936-2017), Mario Merz (1925-2003), Marisa Merz (1926), Giulio Paolini (1940), Pino Pascali (1935-1968), Michelangelo Pistoletto(1933), Emilio Prini (1943-2016), Gilberto Zorio (1944), (l’artista Piero Gilardi -1942- partecipò al convegno), la rassegna di Amalfi incluse anche altri artisti quali Ableo (1944- 2017), Paolo Icaro (1936), Pietro Lista (1941) Gino Marotta (1935-2012), Gianni Piacentino(1945), e artisti europei come l’inglese Richard Long (1945) e gli olandesi Jan Dibbets(1941) e Ger van Elk (1941-2014).
Allestita negli spazi degli antichi Arsenali della cittadina di Amalfi, la mostra presentò una serie di opere di natura processuale, insieme ad azioni, happening e performance: Long stringeva le mani ai passanti, Icaro restaurava un angolo di un palazzo, Anne Marie Boetti affidava alle onde del mare una zattera in polistirolo, Dibbets collocava una linea bianca in mare, Lista seppelliva la luce di un neon sotto la sabbia accompagnato da un concertino a flauto di Anne Marie Boetti, Pistoletto faceva un concerto di fischietto a due con Ableo e metteva in scena lo spettacolo L’uomo ammaestrato insieme al gruppo I Guitti, oltre ad esporre opere fisiche con stracci, candele e bollitori. Alighiero Boetti realizzò per l’occasione l’istallazione Shaman-Showman, la sua opera più effimera e performativa.
Nelle giornate di Amalfi la dimensione performativa e laboratoriale si estese anche al dibattito critico. Alcune delle figure più importanti del momento si riunirono a discutere le nuove forme e possibilità dell’arte e del suo sistema: con Marcello Rumma e Germano Celant, Achille Bonito Oliva, Gillo Dorfles, Piero Gilardi, Filiberto Menna, Angelo Trimarco e Tommaso Trini animarono un’assemblea che rifletteva sul ruolo della critica in un contesto artistico in rapida mutazione.
La mostra al Castello di Rivoli Ottobre 1968. “arte povera più azioni povere” agli Arsenali di Amalfi è incentrata sulle fotografie scattate ad Amalfi nel 1968 da Bruno Manconi, provenienti dall’archivio di Lia Rumma e di cui una copia è stata donata all’archivio del Museo in questa occasione. Il corpus di immagini è di altissimo valore, in quanto in alcuni casi si tratta dell’unico documento esistente capace di raccontare opere e azioni del tutto effimere. Al tempo stesso, esso testimonia l’eccezionale momento storico che vide riunite le creatività di alcuni tra i maggiori artisti e intellettuali che hanno rivoluzionato l’arte contemporanea a livello internazionale. Oggi la critica è concorde nel riconoscere arte povera più azioni povere come una tra le mostre collettive più importanti tenutesi in Europa a partire dagli anni Sessanta.
Questa mostra documentaria anticipa una serie di celebrazioni per il cinquantenario dell’evento di Amalfi e dedicate alla figura di Marcello Rumma. Morto prematuramente nel 1970, Rumma fu l’animatore fondamentale della scena artistica campana con una serie di progetti espositivi a Salerno e agli antichi Arsenali di Amalfi affidati a curatori e critici tra i più attivi negli anni ‘60 sulla scena italiana. In ordine cronologico i progetti inclusero:
1966, Ritorno alle cose stesse, a cura di Renato Barilli
1967, L’impatto percettivo, a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna 1968, Ricognizione cinque, a cura di Angelo Trimarco
1968, arte povera più azioni povere, a cura di Germano Celant Il Philadelphia Museum of Art aprirà il 27 ottobre 2018 (fino al 7 luglio 2019) la rassegnaArte Povera: Homage to Amalfi ’68, curata da Carlos Basualdo e Erica Battle, mentre nell’ottobre 2019 il Museo Madre di Napoli presenterà una mostra su Marcello Rumma a cura di Andrea Viliani e Gabriele Guercio.
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