Steve McCurry. Icons
Dal 14 Aprile 2022 al 18 Settembre 2022
Riccione | Rimini
Luogo: Villa Mussolini
Indirizzo: Viale Milano 31
Orari: Mart-ven. dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Sab., dom. e festivi dalle 10 alle 20. Lunedì chiuso. Dal 13 giugno: Mart-dom. dalle 16 alle 24. Lunedì chiuso
Curatori: Biba Giacchetti
Costo del biglietto: Open € 13,00 Intero € 12,00 Ridotto € 10,00 per gruppi di almeno 12 visitatori e titolari di convenzioni appositamente attivate Ridotto speciale € 5,00 per scuole e giovani fino a 24 anni Gratuito per minori di 6 anni, 2 accompagnatori per classe e accompagnatore di disabili. Diritto di prenotazione: € 1,00 a persona. Audioguida inclusa nel biglietto di ingresso
E-Mail info: serviziculturali@civita.art
Sito ufficiale: http://www.civita.art
“Presentiamo un’iconica mostra di Steve McCurry, fra i principali fotografi internazionali. La sua fama deriva dalla capacità di cogliere frammenti di vita e di dargli un significato mediante la raffigurazione delle emozioni, delle persone ritratte, dei colori, dei luoghi. In questo momento così delicato, le opere esposte – tratte da una pluralità di Paesi di tutto il mondo – stanno a simboleggiare la ricerca di serenità e di pace di cui tutti abbiamo bisogno. Ringraziamo il Comune per questa nuova iniziativa culturale che ci vede partecipi al suo fianco e che contribuisce ad arricchire l’offerta culturale e turistica della Città di Riccione”, afferma Giorgio Sotira, CEO di Civita Mostre e Musei.
La mostra “Steve McCurry Icons”, curata da Biba Giacchetti, raccoglie il meglio della sua vasta produzione, per proporre ai visitatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini. Dagli scatti, gli unici, in bianco e nero, realizzati tra il 1979 e il 1980 nel suo primo reportage in Afghanistan, dove era entrato insieme ai mujaheddin che combattevano contro l’invasione sovietica alle più famose foto a colori.
Dall’Afghanistan veniva anche Sharbat Gula, la ragazza che McCurry ha fotografato nel 1984 nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata una icona assoluta della fotografia mondiale.
E con i rullini cuciti addosso nei vestiti, letteralmente, Steve McCurry ha varcato i confini dell’Afghanistan un paese che ha una grande importanza nella sua storia, nel quale a partire dal 1980 è tornato più di 40 volte, e dove ha avuto modo di documentare la vita nei campi profughi, con l’esodo terribile voluto dal governo per contenere le sacche di ribelli più difficili da controllare: scatti per i quali è stato anche arrestato e interrogato dal governo afghano. A questo periodo risale lo scatto realizzato del profugo con il turbante a coprire l’occhio appena operato di cataratta (Baluchistan, Pakistan, 1981 © Steve McCurry).
Numerosi sono anche gli scatti per il National Geographic, oltre all’iconica immagine guida di mostra, la famosa foto del treno a vapore con il Taj Mahal sullo sfondo (Agra, India, 1983 © Steve McCurry), per documentare la più grande rete ferroviaria al mondo. Un vero e proprio scatto storico, perché ora non ci sono più locomotive a vapore in India, e soprattutto la ferrovia non passa più nei pressi del Taj Mahal.
Per riprodurre lo scatto, McCurry si è appostato per giorni interi nello stesso punto sino a quando non ha ritrovato la composizione giusta. La giusta combinazione che ha creato l’alchimia per lo scatto perfetto.
Il Maestro predilige sempre la pazienza con scatti eseguiti dopo lunghi appostamenti, anche se la fotografia è fatta pure di attimi fuggenti da cogliere istantaneamente, come nel caso di Desert Storm, uno degli scatti preferiti di Steve McCurry che ritrae un gruppo di donne in Rajasthan nell’atto di proteggersi da una folata di vento durante la stagione dei monsoni.
Oppure lo scatto realizzato in Yemen (Wadi Hadhramaut, Yemen, 1999 © Steve McCurry) di un gruppo di donne intente a raccogliere trifoglio che avevano colpito il fotografo per il modo in cui erano vestite ed il curioso copricapo indossato.
“Un’altra grande mostra celebra un artista internazionale e arriva a Riccione. Il talento artistico e la fama di McCurry non hanno bisogno di presentazioni, ma poter ammirare alcuni tra i suoi scatti più celebri, vere e proprie opere d’arte, nelle nuove sale di Villa Mussolini, da adesso a settembre, mi riempie di orgoglio. Offrire ai visitatori una mostra di impareggiabile livello in cui Riccione si presenta come un grande palcoscenico di eventi di primaria grandezza rappresenta la volontà che ci ha spinto in questi anni a lavorare incessantemente per presentare alla città e ai suoi turisti, sempre fedeli e numerosi nonostante la situazione sanitaria, appuntamenti e manifestazioni di valore e bellezza”, afferma Renata Tosi, Sindaco di Riccione.
“Il settore della cultura è stato uno tra i più colpiti dalla pandemia per la chiusura dei suoi spazi e per le restrizioni che hanno coinvolto inevitabilmente il pubblico. Adesso più che mai è avvertito con forza tra le persone il bisogno di bellezza per riprendere a coltivare ciascuno i propri interessi. Ed è stata proprio questa esigenza che ci ha spinto ad investire su esposizioni di mostri sacri della fotografia mondiale, prima Erwitt ora McCurry. Investiamo quindi su contenuti di alto livello così come sui contenitori, penso non solo alla rinnovata Villa Mussolini divenuta una vera sede espositiva per rassegne ad ogni livello ma anche allo SpazioTondelli, nuovo contenitore culturale per la città. Qualità, innovazione e meraviglia sono le parole d’ordine della ricchissima programmazione culturale e turistica che ci attende in questa primavera- estate passando per numerose iniziative legate ad uno spettacolare sport”, asserisce Stefano Caldari, assessore Turismo Cultura Eventi.
“Saluto con entusiasmo la Città di Riccione che ha voluto accogliere questa mostra tanto amata dal pubblico italiano, le immagini esposte sono frutto di una selezione operata congiuntamente da me e dall’autore, con cui collaboro da 25 anni, per raccontare con le sue immagini più amate il percorso appassionante della sua carriera.", dichiara Biba Giacchetti, Curatrice della mostra.
“Il Centenario di Riccione è intrecciato a doppio giro alle iniziative culturali proposte alla città. La rassegna La Riccionese prosegue con ottimi riscontri di pubblico e gli appuntamenti dedicati con la presentazione di libri di autori locali e nazionali continuano dopo il felice esordio di Manlio Masini. Nei prossimi giorni ne seguiranno altri con varie sorprese. Le grandi mostre come il superbo McCurry e le celebrazioni del passato di Riccione, con uno sguardo al futuro, fanno parte dello stesso disegno di valorizzazione e promozione della città”, conferma Alessandra Battarra, assessore delegato al Centenario.
In una audioguida disponibile gratuitamente per tutti i visitatori, Steve McCurry racconta in prima persona molte delle foto esposte, e in un video di 12 minuti, racconta la sua lunga carriera e soprattutto il suo modo di intendere la fotografia.
Steve McCurry è considerato, da oltre trent’anni, una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea.
La maestria nell'uso del colore, l'empatia e l'umanità rendono le sue fotografie indimenticabili. Un’infinità di copertine tra libri e riviste ospitano le sue immagini, sono state pubblicate circa venti sue monografie e le sue mostre aperte in tutto il mondo si susseguono senza sosta.
Nato nei sobborghi di Philadelphia, McCurry studia cinema e storia alla Pennsylvania State University, prima di iniziare una collaborazione con un giornale locale.
Dopo molti anni come freelance compie un viaggio in India, il primo di una lunga serie. Con poco più di uno zaino per i vestiti e un altro per i rullini, viaggia nel subcontinente, esplorando il paese con la sua macchina fotografica.
Dopo molti mesi di viaggio, attraversa il confine con il Pakistan. Incontra un gruppo di rifugiati dell'Afghanistan, che gli permettono di entrare clandestinamente nel loro paese, proprio quando l'invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali. Ne riemerge con i vestiti tradizionali e una folta barba, dopo molte settimane trascorse con i Mujahideen. Mccurry sarà il primo in grado di mostrare al mondo le immagini del conflitto in Afghanistan. I suoi scatti saranno il volto umano dei titoli dei giornali.
Da allora McCurry ha continuato a scattare fotografie mozzafiato in tutti i continenti. I suoi lavori raccontano di conflitti, di culture in via di sparizione, di tradizioni antiche e di tendenze contemporanee. Nella sua fotografia l'elemento umano resta centrale e lo dimostra, in tutta la sua potenza, l'immagine più famosa di McCurry: la ragazza afgana.
McCurry è stato insignito di alcuni tra i più importanti premi della fotografia, inclusa la Robert Capa Gold Medal e il premio della National Press Photographers e per quattro volte ha ricevuto il primo premio del concorso World Press Photo. Il ministro della cultura francese lo ha nominato cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere e, più recentemente, la Royal Photographic Society di Londra gli ha conferito la Centenary Medal for Lifetime Achievement. McCurry ha pubblicato molti libri, tra cui The Imperial Way (1985), Monsoon (1988), Portraits (1999), South Southeast (2000), Sanctuary (2002), The Path to Buddha: A Tibetan Pilgrimage (2003), Steve McCurry (2005), Looking East (2006), In the Shadow of Mountains (2007), The Unguarded Moment, (2009), The Iconic Photographs (2011), Steve McCurry Icons - Conversations with Biba Giacchetti (2012), Untold: The Stories Behind the Photographs (2013), From These Hands: A Journey Along the Coffee Trail (2015), India (2015), and On Reading (2016), Afghanistan (2017), A Life in Pictures (2018), Animals (2019), In Search of Elsewhere (2020), Stories and Dreams-Portraits of Childhood (2021).
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