Un certo numero di possibilità per una mostra (e per un museo)
Dal 18 Giugno 2020 al 18 Giugno 2020
Faenza | Ravenna
Luogo: Canale YouTube ISIA Faenza
Indirizzo: online
Orari: ore 18
Sito ufficiale: http://www.youtube.com/channel/UCGObpfmqQjeKJ7Frwwl5gGw
Giovedì 18 giugno 2020 alle ore 18, si terrà il talk online con Lorenzo Balbi e Cesare Pietroiusti dal titolo Un certo numero di possibilità per una mostra (e per un museo), parte del ciclo di incontri “In Between”, organizzato da ISIA Faenza con i protagonisti del mondo del design, dell’arte e della creatività contemporanea. La conferenza potrà essere seguita pubblicamente sul canale YouTube di ISIA Faenza e sarà moderata Marinella Paderni e Giovanna Cassese, rispettivamente direttrice e presidente dell’istituto faentino.
L’intervento di Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna dal 2017, sarà incentrato sulla pratica curatoriale, focalizzandosi in particolare sulla mostra Un certo numero di cose / A Certain Number of Things, che l’istituzione bolognese ha dedicato all’artista Cesare Pietroiusti dal 3 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020. Il progetto espositivo, curato da Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì, vincitore della IV edizione del bando Italian Council della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (oggi Direzione Generale Creatività Contemporanea), costituisce la prima antologica dell’artista romano in un’istituzione museale. Si tratta di una riflessione sul concetto stesso di retrospettiva e sull’effettiva possibilità di rappresentare un percorso di ricerca artistica in tale formato.
Da questa indagine nasce l’idea-provocazione di cui parlerà, nel corso del suo intervento, Cesare Pietroiusti: autonarrarsi non solo attraverso le opere prodotte ma anche tramite oggetti, suggestioni, episodi, gesti, azioni, comportamenti, ricordi riferiti alla propria vita, a partire dall’anno di nascita, il 1955. Il percorso di visita nella Sala delle Ciminiere del museo si è articolato attraverso l’esposizione di “oggetti-anno” che rappresentano gli anni dal 1955 al 2018, allestiti in ordine non rigorosamente cronologico intorno all’ultimo “oggetto”, relativo al 2019, collocato al centro della sala, in una struttura paragonabile a un “ring”, teatro di un workshop con studenti e giovani artisti. Insieme alla mostra è stato pubblicato un catalogo, che raccoglie gli oggetti e le opere in mostra, questa volta in ordine cronologico, corredandole non di una didascalia tecnica o di una riflessione critica del curatore, ma di testi scritti dallo stesso Pietroiusti come in una sorta di diario ai posteri.
Lorenzo Balbi concluderà il suo intervento raccontando il progetto Nuovo Forno del Pane attraverso cui il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna ridefinisce la propria azione e il proprio ruolo trasformandosi in centro di produzione e mettendo a disposizione della comunità creativa bolognese i propri spazi. Al fine di favorire e promuovere l'arte contemporanea e le sue espressioni più attuali in questo momento particolarmente difficile, l’Istituzione Bologna Musei | MAMbo ha voluto offrire un supporto concreto ad artiste e artisti locali attraverso un avviso pubblico che ha lo scopo di selezionare 12 nomi che potranno utilizzare dal 1 luglio al 31 dicembre 2020 spazi a loro dedicati nella Sala Ciminiere del MAMbo per avviare o realizzare opere e progetti artistici in una cornice istituzionale.
Lorenzo Balbi (Torino, 1982) è direttore artistico del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dal 2017, data in cui ha assunto il ruolo di Responsabile dell'Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei. Dopo gli studi in Conservazione dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si specializza in Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Torino. Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 2006 al 2017, insegna “Metodologia della Curatela” al corso per curatori Campo, e si occupa dello sviluppo di progetti espositivi della fondazione, in Italia e all’estero. È stato curatore e responsabile della Residenza per Giovani Curatori Stranieri per tre edizioni dal 2015 al 2017. Dal 2018 ha assunto la direzione artistica di ART CITY Bologna, rassegna di eventi espositivi in città promossa in occasione di Arte Fiera; è membro del consiglio direttivo di AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e del coordinamento del Forum dell’Arte Contemporanea Italiana. Tra le mostre recentemente curate: That’s IT! Sull'ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine (22 giugno 2018 - 6 gennaio 2019); Mika Rottenberg (31 gennaio - 19 maggio 2019); Julian Charrière. All we Ever Wanted Was Everything and Everywhere (9 giugno - 8 settembre 2019); Cesare Pietroiusti. Un certo numero di cose / A Certain Number of Things (4 ottobre 2019 - 6 gennaio 2020); AGAINandAGAINandAGAINand con opere di Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul (23 gennaio – 3 maggio 2020).
La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) si è sviluppata fin dal 1977 in una dialettica critica rispetto alle logiche di musei e mercato. Interprete originale della pratica performativa e relazionale, si è mosso tra sperimentazione linguistica e riflessione concettuale, dimostrando un particolare interesse per situazioni e oggetti apparentemente poco significativi, paradossali, normalmente non considerati meritevoli di attenzione, indagine o rappresentazione. Il tema della relazione nella pratica artistica, intesa come scambio bilaterale o multilaterale, è trasversale al suo lavoro, in opposizione all’autorialità individuale. Il suo agire è quindi aperto all'incontro e al contributo di altri, e teso alla costruzione di reti. A partire dagli anni 2000 il lavoro di Pietroiusti si è rivolto in particolare alla riflessione sulle dinamiche economiche, dello scambio denaro/merce, dei paradossi che attraversano il sistema capitalista basato sul mercato. L’artista ha irreversibilmente trasformato banconote altrui, ha regalato migliaia di disegni originali e firmati, ha organizzato mostre in cui le opere potevano essere cedute in cambio di idee, venduto storie, ingerito banconote per poi restituirle ai proprietari dopo l’evacuazione. Alcune di queste azioni sono avvenute anche al MAMbo, dove l’artista, nel 2008, insieme a Stefano Arienti, è stato protagonista del progetto Regali e Regole. Prendere, dare, sbirciare nel museo, un complesso progetto co-autoriale che indagava le caratteristiche del museo d'arte contemporanea e le pratiche che possono consentirgli di rispondere adeguatamente alle questioni riguardanti l'autorialità, il valore dell'opera d'arte, la sua distribuzione e la sua conservazione, il rapporto con il collezionismo e la partecipazione del pubblico.
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