Il genio delle acque. Dalla domus in riva al mare a Tamo
Dal 29 Maggio 2014 al 31 Dicembre 2015
Ravenna
Luogo: Centro Tamo
Indirizzo: via Rondinelli 2
Orari: da marzo a ottobre tutti i giorni 10-18.30; da novembre a febbraio dal martedì al venerdì 10-17; sabato, domenica e festivi 10-18; giugno, luglio e agosto tutti i giorni 10-14 con apertura ed eventi serali nel mese di Luglio
Telefono per informazioni: +39 0544 213371
E-Mail info: press@ravennantica.org
Sito ufficiale: http://www.tamoravenna.it/
Si chiama Il genio delle acque il nuovo allestimento museale di RavennAntica che arricchisce la raccolta di mosaici antichi e moderni del centro TAMO nel Complesso di San Nicolò a Ravenna. Il titolo prende spunto dal più importante reperto esposto, la raffigurazione di un uomo con barba, simbolo di una divinità fluviale.
Il ritrovamento della divinità barbata e di altri mosaici, risalenti al I e II secolo d.C., avvenne casualmente, come accade per la maggior parte delle scoperte archeologiche. Come sempre in questi casi, Hera interruppe i lavori per consentire l'intervento degli archeologi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e il corretto recupero dei reperti. In questo caso, Hera ha sostenuto non solo le spese dello scavo archeologico ma anche quelle del distacco dei mosaici e del successivo restauro, confermando l'annosa collaborazione con la Fondazione RavennAntica e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
I reperti rinvenuti appartengono tutti a un settore di una residenza di epoca imperiale romana, con pavimenti a mosaico in bianco e nero, a motivi geometrici, appartenenti a quattro ambienti che si aprivano intorno a un’area cortilizia, pavimentata in mosaico bianco, al centro della quale si trovata anche un pozzo per attingere l’acqua di falda. L’uomo con la barba, la divinità barbata o genio delle acque -come è stato ribattezzato- è l’unico mosaico con motivi figurativi venuto in luce.
La domus di Piazza Anita Garibaldi sorgeva molto vicina alla linea di costa, ad alcune centinaia di metri dal mare, e rappresenta un’interessante conferma dello sviluppo urbano di Ravenna in epoca imperiale. Nel lungo periodo di pace e prosperità inaugurato da Augusto, la città comincia ad espandersi oltre il perimetro delle vecchie mura repubblicane, così nel corso del I e del II secondo secolo dopo Cristo molte domus e villae sorgono verso la campagna circostante e, ora lo sappiamo, anche verso il mare. I dati emersi dalle indagini archeologiche permettono quindi di aggiungere nuove informazioni alle conoscenze storiche sulla città e di avere una nuova percezione dell’aspetto urbano antico di Ravenna.
Il ritrovamento arricchisce la conoscenza dello sviluppo di Ravenna in quei secoli cruciali e prima della più famosa fase bizantina. La raffigurazione della divinità fluviale, d’altra parte, conferma il forte legame simbolico di Ravenna con l’acqua, il mare, i fiumi, le aree lagunari e lacustri. Come sappiamo il mare lambiva la città ad est, le valli la circondavano sugli altri lati e dentro la città scorrevano alcuni corsi d’acqua. Niente di più logico quindi che la simbologia acquatica avesse un peso rilevante nelle decorazioni in ambito pubblico e privato, come nella domus scoperta a pochi passi dal mare.
Dal 16 maggio, dopo quasi due millenni e dopo essere passati dalle sapienti mani dei restauratori, i preziosi mosaici di Piazza Anita Garibaldi tornano a vivere in un originale allestimento a TAMO, dove accanto al genio delle acque trovano posto altri importanti lacerti, parte dell’area cortilizia con il pozzo e una suggestiva porzione della struttura muraria di epoca tardo-antica.
Gli scavi per la realizzazione della stazione ecologica di Piazza Anita Garibaldi a Ravenna risalgono all'estete 2011: tutte le fasi di recupero e restauro sono state finanziate da Hera
Responsabile scientifico degli scavi archeologici Chiara Guarnieri, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
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