Changes/Cambiamenti. La fine dell'arte contemporanea: dall'orinale all'orale

Francesco Bonami, Changes/Cambiamenti. La fine dell'arte contemporanea: dall'orinale all'orale

 

Dal 10 Febbraio 2015 al 10 Febbraio 2015

Prato

Luogo: Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci

Indirizzo: viale della Repubblica 277

Orari: h 18

Enti promotori:

  • Comune di Prato
  • Regione Toscana

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0574 5317

E-Mail info: info@centropecci.it

Sito ufficiale: http://www.centroartepecci.prato.it


Si è concluso il ciclo dell’arte contemporanea? Ci sarà ancora spazio nei musei per quadri e sculture? La morte dell’arte è stata più volte annunciata. Nonostante questo è ancora in buonissima salute. Ma l’arte così come la conosciamo sta cambiando drammaticamente. È stato da poco tradotto in Italia il libretto dal titolo Dopo l’arte di David Joselit, già professore di Storia dell’Arte all’Università di Yale e dal 2014 alla guida del Ph.d Program di Storia dell'Arte di The City University of New York, che traccia un’analisi sull’arte contemporanea, in cui l’opera d’arte passa dall’epoca della sua riproducibilità tecnica all’epoca della proliferazione delle Reti. Il critico e curatore Francesco Bonami, tra i pochi ad aver compreso l’importanza di divulgare l’ostica Arte Contemporanea a un pubblico generalista, in conversazione con Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci, affronterà questioni epocali “azzardando” previsioni sul futuro dell’arte. Curatore dal 1999 al 2008 del Museum of Contemporary Art di Chicago, direttore della 50ª edizione dell’Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia nel 2003, dove ha condiviso la curatela con altri curatori, il critico di origini fiorentine, è un addetto ai lavori sui generis: attivo divulgatore del contemporaneo, prolifico scrittore, con un’allergia all’accademismo “ortodosso” e una grande qualità, l’ironia. Infatti, due dei suoi fortunati volumi dedicati a scardinare i luoghi comuni sull'arte contemporanea s’intitolano Potevo farlo anch’io e Dopotutto non è brutto.

Nell’incontro di martedì 10 febbraio, Bonami analizzerà come dalle Avanguardie del Novecento e dall’orinatoio di Marcel Duchamp, opera/icona universale che ha letteralmente rivoluzionato il corso della Storia dell’Arte, si è arrivati alle opere dell’artista inglese Tino Sehgal. Qui l’oggetto sparisce e il lavoro si fa tanto immateriale da non possedere nemmeno una traduzione visiva o scritta. Può essere anche ceduto ma esclusivamente con un contratto orale. Senza mai abbandonare l’irriverenza che lo contraddistingue, Bonami ci aiuterà a capire se e cosa troveremo in futuro nelle sale dei musei, tradizionalmente intesi. Anche in quelle del rinnovato Centro Pecci. 

Il ciclo Changes/Cambiamenti, che ha visto, a partire dallo scorso ottobre, la presenza di figure come Gian Marco Montesano, Suzanne Lacy, Jota Castro, Claudio Giunta ed Edwin Bendyk affronta le piccole grandi "rivoluzioni" sociali, politiche ed economiche che il mondo sta vivendo. Con la convinzione che l’arte sia anche un mezzo per comprendere il mondo, il Centro Pecci invita una serie di personalità internazionali particolarmente attente alle questioni della contemporaneità, per tentare una mappatura dei cambiamenti globali. Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci, afferma: “la rassegna è nata per cercare di comprendere dove stia andando il mondo, quanto sia importante captare i cambiamenti sociopolitici che stiamo attraversando, e quanto le attività culturali siano interrelate con quelle politiche”. 

I prossimi appuntamenti della rassegna Changes/Cambiamenti prevedono incontri con l'economista Irene Tinagli, il sociologo e filosofo Zygmut Bauman e Yung Ho Chang, architetto e designer cinese, docente di architettura presso il prestigioso MIT di Boston. 

Francesco Bonami nasce nel 1955 a Firenze, dove si diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti e fino al 1988 fa l’artista. È stato redattore di “Flash Art” da New York dove si è trasferito nel 1986. È stato a lungo curatore al Museum of Contemporary Art di Chicago, Direttore artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e dal 2010 di Enel Contemporanea. Ha diretto l’Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia nel 2003, primo cittadino americano a dirigerla. È stato poi il primo Italiano a curare nel 2010 la Whitney Biennial of American Art. Ha curato la Biennale Site Santa Fe nel 1997, Manifesta 3 nel 2000, The Fourth Sex con Raf Simons nel 2003 e nel 2008 la mostra Italics a Palazzo Grassi di Venezia. Collabora regolarmente con numerose testate tra cui “La Stampa”, “Donna Moderna”, “Vanity Fair”, “Grazia Casa”, “Icon”, “Flair” e con canali televisivi come RAI e Sky Arte HD. In uscita a maggio per Electa, Bonami dell’arteL’arte contemporanea in poche parole, l’arte contemporanea raccontata, alla luce dei nuovi scenari globali, attraverso l’incontro con ottanta protagonisti: artisti, critici e galleristi. 

Fabio Cavallucci è Direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. 

L’evento viene trasmesso in diretta streaming. 

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