Pietro Bugiani. Il colore del tempo

© Pietro Bugiani

 

Dal 04 Dicembre 2015 al 31 Gennaio 2016

Pistoia

Luogo: Palazzo Sozzifanti

Indirizzo: vicolo dei Pedoni 1

Enti promotori:

  • Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0573 974226

E-Mail info: eventi@fondazionecrpt.it

Sito ufficiale: http://www.mostrefondazionecrpt.it/



Con la mostra “Pietro Bugiani. Il colore del tempo” la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia rende omaggio ad uno dei più importanti e significativi artisti pistoiesi del Novecento, Pietro Bugiani (Pistoia 1905 – 1992), le cui opere acquisite nel corso degli anni dalla Fondazione sono esposte a Palazzo Sozzifanti dal 5 dicembre 2015 fino al 31 gennaio 2016.
Un’ampia raccolta di oli, affreschi, dipinti, incisioni, disegni e sculture, proposta ai visitatori secondo un percorso tematico distinto in sezioni: tra queste una delle più interessanti è quella in cui sono esposti, insieme all’affresco L’adorazione dei pastori conservato presso la Chiesa di San Domenico a Pistoia, alcuni cartoni preparatori risalenti agli anni Trenta, pressoché ineditidi grandi dimensioni e di altissima qualità, per molti anni conservati dallo stesso artista arrotolati in una cassapanca, acquisiti dalla Fondazione e presentati per la prima volta al pubblico in questa occasione, dopo un lungo e accurato lavoro di restauro.
È stato proprio il completamento di questo delicato intervento che ha convinto della necessità di dedicare una mostra ad uno dei maggiori esponenti pistoiesi dall’arte del Novecento, per offrire al pubblico la possibilità di conoscere la cospicua produzione di Bugiani conservata nella collezione della Fondazione Caript. Tutte le opere esposte, infatti, appartengono alla Fondazione e alla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ad eccezione di tre dipinti provenienti da collezioni private e dell’affresco di San Domenico.
Più passa il tempo, – ha dichiarato il presidente della Fondazione Prof. Ivano Paci – più Pietro Bugiani si rivela un pittore destinato a durare, più la sua opera si rivela il frutto di una poetica, magari implicita o non del tutto teorizzata, in cui la trasfigurazione artistica del reale non si affida ad ardite sperimentazioni tecniche, ma ad una progressiva interiorizzazione e contemplazione che il reale osservato restituisce sotto forma di pacata e trattenuta e al tempo stesso intensa emozione”.
Il Prof. Roberto Cadonici, consigliere della Fondazione che ha seguito l’organizzazione della mostra con la collaborazione del Prof. Edoardo Salvi, allievo dello stesso Bugiani, scrive: “L’attenzione e l’interesse che abbiamo dedicato nel corso degli anni all’opera di Pietro Bugiani è frutto di una convinzione profonda, che va molto al di là della vocazione che ci ha spinto da sempre a recuperare, tutelare e valorizzare il patrimonio artistico legato al nostro territorio. Lo testimoniano numero e qualità delle sue opere che arricchiscono la nostra collezione, decisamente superiori rispetto alla parte maggiore degli artisti rappresentati. Nel caso di Bugiani, al contrario, abbiamo raccolto molto di più, quasi tutto quello che è stato possibile”.  
In mostra, infatti, oltre alle opere che maggiormente hanno caratterizzato la sua produzione, come i tipici paesaggi delle valli della Bure, ritratti e scene sacre, sono presenti anche disegni, incisioni e perfino il suo taccuino di lavoro. 
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Roberto Cadonici ed Edoardo Salvi.

PIETRO BUGIANI Pistoia 1905 – 1992 
Iniziò a dipingere giovanissimo stimolato dall’esempio del padre Ferdinando, professore di lettere e pittore per diletto. Nel 1918, appena tredicenne, conobbe Giovanni Michelucci, che indirizzò in modo determinante la sua formazione artistica e culturale.
I primi dipinti e disegni risalgono al 1923, mentre l’anno successivo venne apprezzato da Achille Lega e da Giovanni Costetti. Nel 1925-26, militare a Torino, frequentò lo studio di Felice Casorati e incontrò, tra gli altri, Carlo Levi e Arturo Tosi. Nel 1927 trascorse alcuni mesi a Roma occupandosi, su incarico di Michelucci, di decorazione murale ma, come scrisse lui stesso, “scappando” poi dalla capitale per tornare a Pistoia. Sempre nel 1927 è presente a Firenze all’inaugurazione della “Stanza del Selvaggio” dove conobbe Rosai, Maccari e Morandi, rimanendo attratto in particolare dalle opere di Carrà e Soffici, con il quale sarà in costante rapporto nei decenni successivi. Nel 1928 partecipò alla Prima Mostra Provinciale d’Arte a Pistoia e, l’anno successivo, alla Mostra del Novecento Italiano a Milano. Nel 1931 alcune sue opere suscitarono grande entusiasmo nella mostra Toskanische Kunstlergruppe “L’Arco” a Berlino.
Ha partecipato a quattro edizioni della Biennale di Venezia dal 1936 al 1942, a II premio Bergamo nel 1940, e alle Quadriennali romane del 1939, 1943,1959. Nel 1967 Carlo Ludovico Ragghianti include suoi dipinti nella grande rassegna Arte in Italia 1915-1935 a Palazzo Strozzi, mentre la prima antologica organizzata con criterio scientifico viene allestita nel Palazzo Comunale di Pistoia nel 1998. Il più recente riconoscimento della sua pittura è costituito dalla mostra Bellezza divina. Tra Van Gogh Chagall e Fontana in corso a Palazzo Strozzi a Firenze.

Inaugurazione venerdì 4 dicembre, ore 18.

Orari
dal martedì al venerdì: 15 – 19
sabato e domenica: 10 – 18
8, 26 dicembre e 6 gennaio: 10 – 18
25, 31 dicembre e 1 gennaio: chiuso

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