Francesco Paolo Michetti. Pittore e fotografo
Dal 05 Aprile 2014 al 11 Maggio 2014
Piacenza
Luogo: Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
Indirizzo: via San Siro 13
Orari: mar, mer, giov 9.30-12.30; ven, sab, dom 9.30-12.30 / 15-18
Telefono per informazioni: +39 0523 320742
E-Mail info: info@riccioddi.it
Sito ufficiale: http://www.riccioddi.it/
La Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi rende omaggio al pittore Francesco Paolo Michetti con una mostra dal titolo Francesco Paolo Michetti. Pittore e fotografo.
La sala XVII solitamente riservata alla Pittura del Meridione si trasforma in uno spazio dedicato unicamente all’artista abruzzese accogliendo nove capolavori di sua firma. Sette sono opere di proprietà della Galleria: cinque abitualmente esposte in collezione permanente mentre due, inedite per il pubblico, vengono dai depositi. A coronare la parte dedicata all’aspetto pittorico e interessanti perché permettono di operare un confronto con le opere della Galleria, sono invece due dipinti provenienti da prestatori pubblici: Studio da La processione del corpus Domini(1878), un olio su tavola proveniente dal Museo di San Martino di Napoli, che verrà comparato al dipinto Mammina (1877) e la grande tela del Museo Nazionale d’Abruzzo, I Morticelli (1880), che verrà accostata all’opera Il morticello (1884).
Si tratta di un’occasione unica nella storia del Museo, in cui le opere hanno la possibilità di essere messe a confronto. Una piccola esposizione, giudicata di grande interesse anche dalle tre studiose, intervenute al convegno organizzato dalla Galleria Ricci Oddi attorno alla figura dell’artista abruzzese e tenutosi sabato 5 aprile presso l’Auditorium di Santa Eufemia.
La giornata di studi ha visto infatti coinvolte la prof.ssa Marina Miraglia, una dei massimi studiosi dei rapporti fra pittura, incisione e fotografia, la dott.ssa Lucia Arbace Soprintendente ai Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici della Regione Abruzzoe la prof.ssa Anna Chiara Tommasi, storica dell’arte che ha già collaborato in passato con la Galleria, approfondendo fra l’altro la pittura michettiana.
Completano l’esposizione una serie di pannelli di taglio documentario che aiuteranno il pubblico a ricostruire e comprendere la figura dell’artista.
Innanzitutto il suo rapporto con la fotografia: un attento lavoro di ricerca svolto dalla Galleria presso gli Archivi Alinari di Firenze che dispongono dell’intero, corposo archivio fotografico di Michetti, ha portato al reperimento di alcune fotografie scattate dal pittore affini per soggetto ad alcune delle opere in mostra. I visitatori avranno così la possibilità di vedere la riproduzione digitale degli scatti originali grazie alle stampe realizzate sui pannelli.
Durante il percorso si avrà modo di cogliere anche altri due aspetti importanti della vita del pittore: il rapporto con il giapponismo e l’intimo sodalizio con Gabriele D’Annunzio.
L’interesse per la pittura giapponese si afferma con grande vigore in Francia, soprattutto fra gli Impressionisti a partire dall’Esposizione parigina del 1867. E sono proprio i numerosi viaggi compiuti a Parigi a partire dal giugno del 1871 a fornire a Michetti l'occasione per l'incontro con la tendenza Japonisme.
Per quanto riguarda invece il rapporto con il letterato Gabriele D’Annunzio è importante ricordare che i due si conoscono fin dal 1876, ma il sodalizio più intimo risale agli anni Ottanta dell’Ottocento, quando il giovane poeta viene invitato a trascorrere l’estate a Francavilla a Mare, ospite del pittore al “conventino”, il convento francescano di Santa Maria del Gesù che Michetti acquista per farne la sua dimora e trasformarlo in un vero e proprio “cenacolo artistico” nel quale scambiarsi idee ed esperienze con amici, artisti, intellettuali, letterati.
La sala XVII solitamente riservata alla Pittura del Meridione si trasforma in uno spazio dedicato unicamente all’artista abruzzese accogliendo nove capolavori di sua firma. Sette sono opere di proprietà della Galleria: cinque abitualmente esposte in collezione permanente mentre due, inedite per il pubblico, vengono dai depositi. A coronare la parte dedicata all’aspetto pittorico e interessanti perché permettono di operare un confronto con le opere della Galleria, sono invece due dipinti provenienti da prestatori pubblici: Studio da La processione del corpus Domini(1878), un olio su tavola proveniente dal Museo di San Martino di Napoli, che verrà comparato al dipinto Mammina (1877) e la grande tela del Museo Nazionale d’Abruzzo, I Morticelli (1880), che verrà accostata all’opera Il morticello (1884).
Si tratta di un’occasione unica nella storia del Museo, in cui le opere hanno la possibilità di essere messe a confronto. Una piccola esposizione, giudicata di grande interesse anche dalle tre studiose, intervenute al convegno organizzato dalla Galleria Ricci Oddi attorno alla figura dell’artista abruzzese e tenutosi sabato 5 aprile presso l’Auditorium di Santa Eufemia.
La giornata di studi ha visto infatti coinvolte la prof.ssa Marina Miraglia, una dei massimi studiosi dei rapporti fra pittura, incisione e fotografia, la dott.ssa Lucia Arbace Soprintendente ai Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici della Regione Abruzzoe la prof.ssa Anna Chiara Tommasi, storica dell’arte che ha già collaborato in passato con la Galleria, approfondendo fra l’altro la pittura michettiana.
Completano l’esposizione una serie di pannelli di taglio documentario che aiuteranno il pubblico a ricostruire e comprendere la figura dell’artista.
Innanzitutto il suo rapporto con la fotografia: un attento lavoro di ricerca svolto dalla Galleria presso gli Archivi Alinari di Firenze che dispongono dell’intero, corposo archivio fotografico di Michetti, ha portato al reperimento di alcune fotografie scattate dal pittore affini per soggetto ad alcune delle opere in mostra. I visitatori avranno così la possibilità di vedere la riproduzione digitale degli scatti originali grazie alle stampe realizzate sui pannelli.
Durante il percorso si avrà modo di cogliere anche altri due aspetti importanti della vita del pittore: il rapporto con il giapponismo e l’intimo sodalizio con Gabriele D’Annunzio.
L’interesse per la pittura giapponese si afferma con grande vigore in Francia, soprattutto fra gli Impressionisti a partire dall’Esposizione parigina del 1867. E sono proprio i numerosi viaggi compiuti a Parigi a partire dal giugno del 1871 a fornire a Michetti l'occasione per l'incontro con la tendenza Japonisme.
Per quanto riguarda invece il rapporto con il letterato Gabriele D’Annunzio è importante ricordare che i due si conoscono fin dal 1876, ma il sodalizio più intimo risale agli anni Ottanta dell’Ottocento, quando il giovane poeta viene invitato a trascorrere l’estate a Francavilla a Mare, ospite del pittore al “conventino”, il convento francescano di Santa Maria del Gesù che Michetti acquista per farne la sua dimora e trasformarlo in un vero e proprio “cenacolo artistico” nel quale scambiarsi idee ed esperienze con amici, artisti, intellettuali, letterati.
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