Belle parole. Poesia visiva e altre storie tra arte e letteratura

Eugenio Miccini, Ontologia naturale, 1983, serigrafia

 

Dal 30 Aprile 2014 al 28 Giugno 2014

Fano | Pesaro e Urbino

Luogo: Galleria Carifano - Palazzo Corbelli

Indirizzo: via Arco d’Augusto 47

Curatori: Valerio Dehò

Enti promotori:

  • Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
  • Campanotto Editore
  • Assessorato alla Cultura del Comune di Fano

Telefono per informazioni: +39 02 48008015

E-Mail info: info@studioesseci.net

Sito ufficiale: http://www.creval.it


Alla Galleria Carifano, per iniziativa della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, dal 30 aprile al 28 giugno 2014 verrà presentata la grande mostra dedicata alla Poesia visiva, la corrente artistica sviluppatasi nei primi decenni della seconda metà del Novecento come ricerca di rottura degli schemi tra le arti che si era rafforzata negli anni tra le due guerre. La parola diventata immagine e in questo modo si viene a creare un’arte nuova e affascinante, che nel corso degli ultimi 50 anni ha raccolto un gran numero di estimatori e di operatori.
La mostra, curata insieme al catalogo che l’accompagna da Valerio Dehò, prende spunto dai principali gruppi italiani per allargare il discorso anche ad alcune personalità internazionali per documentare la diffusione mondiale di un fenomeno culturale che continua ad essere fonte di interesse e di ricerca. Propone lavori di Giovanni Maria Accame, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Magdalo Mussio, Lucia Marcucci, Luciano Ori, Michele Perfetti, Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega, Stelio Maria Martini, Emilio Isgrò, Jiri Kolar, Gruppo Noigandres , Carlo Belloli, Emilio Villa, Luciano Caruso, Achille Cavellini, Gianfranco Baruchello, Ketty La Rocca, Franco Vaccari, Carlo Maria Conti, Juliane Blaine, Wiener Gruppe.
Si può dire che la Poesia visiva, in senso generale e come corrente specifica, sia nata nel 1963 a Firenze, con personaggi come Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Mirella Bentivoglio, Michele Perfetti e altri. Quindi nel 2013 si celebrano i suoi cinquant’anni.
È stata un’avanguardia che ha partecipato alla sperimentalità di quegli anni e al tentativo di riformare la poesia in direzione della comunicazione. Il punto di partenza è stata la constatazione che serviva un “nuovo volgare”, una nuova lingua che sotto la spinta dei media potesse costituire un linguaggio aggiornato ma anche libero dal potere economico della pubblicità.
Da ciò ne derivano anche i contenuti politici del gruppo fiorentino in particolare, tanto che Piccini scrisse che con la loro espressione artistica volevano compiere una “guerriglia semiotica”, usare i segni logo-iconici per fare una nuova cultura di massa.
In genere è tutto il Novecento che si situa in questo alveo, tra parola e immagine lo scambio e la simbiosi sono stati continui.
Anche in questo caso si vogliono sottolineare gli aspetti della ricerca e dell’intermedialità. Le arti hanno teso a fondersi in una comunicazione globale soprattutto tra parola scritta e visualità da Apollinaire in avanti, quindi dagli anni Dieci del secolo scorso, si è cercato di superare le differenze per proporre una modalità artistica che potesse coinvolgere varie sensibilità.
La Poesia visiva ha avuto non solo un forte collegamento con la Poesia concreta degli anni Cinquanta, ma anche con la ricerca fonetica e non a caso si è parlato anche di Poesia sonora, cioè di una poesia legata alla performance, alla parola che travalica ogni tentativo di ridurla alla scrittura.
La mostra prende spunto dai principali gruppi italiani per allargare il discorso anche ad alcune personalità internazionali per documentare la diffusione mondiale di un fenomeno culturale che continua ad essere fonte d’interesse e di ricerca.
Una sezione verrà dedicata ai libri d’artista.

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