Modigliani. Les Femme
Dal 24 Giugno 2016 al 10 Settembre 2016
Spoleto | Perugia
Luogo: Palazzo Tordelli
Indirizzo: corso Mazzini 46
Sito ufficiale: http://istitutoamedeomodigliani.it/
L’Istituto Amedeo Modigliani sarà presente al 59° Festival dei Due Mondi di Spoleto con la mostra “Modigliani, Les Femmes” dal 24 giugno al 10 settembre 2016 a Palazzo Tordelli, in corso Mazzini 46. La mostra, in preparazione del centenario della morte del grande artista livornese (1920-2020), vede la direzione artistica dello storico dell’arte Alberto D’Atanasio, e presenta 30 opere nelle quali è rappresentato l’immaginario femminile di Amedeo Modigliani, così importante per la sua formazione personale e artistica.
ARTE E TECNOLOGIA. Tali opere, delle quali l’Istituto possiede i diritti di utilizzo, sono riprodotte ad altissima definizione su uno speciale supporto montato su pannelli retroilluminati a led, grazie a un processo che ha consentito l’assoluto rispetto delle dimensioni e dei colori dell’originale. Arricchiscono e contestualizzano storicamente la mostra foto e documenti d’epoca, spesso inediti, relativi alla vita del grande artista italiano. Un corredo tecnologico di filmati ed animazioni in compositing rende infine questa mostra un evento straordinario: “Les Femmes” intende così svolgere una funzione di divulgazione culturale che, grazie ai nuovi metodi di fruizione applicati al bene culturale, darà la possibilità anche al pubblico meno abituato a frequentare mostre e musei, di lasciarsi trasportare dal fascino dell’arte e delle opere di Modigliani.
LA STORIA DELL’INEDITA “DEDE”. Inoltre, all'interno di una sala della mostra sarà esposta per la prima volta un’opera inedita attribuibile a Modigliani, per porla all’attenzione degli appassionati e degli storici dell’arte di tutto il mondo, sperando così di aprire un dibattito accademico. La tela, che ritrae una donna, fu trovata dieci anni fa, abbandonata in un quartiere periferico di Roma. Le analisi svolte da due laboratori specializzati coinvolti, uno a Milano e l’altro a Spoleto, hanno datato il dipinto nei primi due decenni del 1900, e quindi nel corso della vita dell'artista e prima che le prime copie di opere di Modigliani cominciassero ad apparire. Non è emersa alcuna traccia di bianco di titanio, entrato in uso solo nel 1924, la cui presenza sarebbe un segno rivelatore di un falso. La struttura di legno, la tela, i colori e la sporcizia in superficie sono peraltro risultati coerenti con l'epoca in cui Modigliani visse. Tutto ciò però non è sufficiente: mentre le analisi di laboratorio ci consentono di escludere di trovarci di fronte ad uno dei tanti falsi di Modigliani realizzati a partire dagli Anni ‘50 dello scorso secolo, non bastano però ad attribuire l’opera al grande Maestro, anche se lo stile, il soggetto e la sua postura, la pennellata, gli stessi colori, ci ricordano molto il tratto di Modigliani. Per questo, nulla può sostituire un lungo e difficile percorso di analisi critica da parte di un team multidisciplinare di studiosi, che dovranno esaminare i diversi fattori in grado di sgombrare il campo sulla paternità dell’opera.
“Ciò che si è fatto finora e che è tuttora in corso - afferma il Prof. Alberto D’Atanasio, in qualità di Direttore Artistico della mostra - è stato utilizzare un metodo di indagine che unisse in maniera interdisciplinare l’azione scientifica sui materiali, sullo sporco, sulle sostanze congrue, quelle sovrammesse incongrue. Non si tratta di un metodo nuovo, ma di ciò che per prassi i laboratori di restauro italiani applicano ad ogni opera che viene loro sottoposta. Occorre, infatti, armonizzare lo studio attento sull’estetica e i dati visivi dell’opera (una volta confrontati con la poetica pittorica del Maestro) con i dati e le risultanze derivanti dai tre studi scientifici svolti sull’opera in questione. I diversi team hanno in pratica voluto stabilire un metodo di indagine che unisse storia dell'arte e scienza, non mettendo banalmente a confronto due immagini fotografiche, ma piuttosto coinvolgendo tecnici di grande spessore: due laboratori scientifici e un laboratorio di restauro, tutti di alta qualità e provata esperienza. Ciò che è emerso è che non può trattarsi di un’opera realizzata a modo di falso, non dipinta recentemente ma nemmeno cinquanta o settanta anni fa. Esistono forse documenti che possano fornire una storia che provi che l’opera è stata nello studio dell’Artista e poi in possesso di altri proprietari? La risposta è no, non esiste nulla di tutto ciò. Il punto di partenza da cui ci muoviamo è la certezza tecnico-scientifica che non si tratti di un falso, insieme alla volontà di ripristinare le condizioni affinché la Storia dell’arte torni ai suoi valori autentici.
Ora, stabilito finalmente un metodo, si apra il dibattito”.
L’ISTITUTO AMEDEO MODIGLIANI E IL CENTENARIO DELLA MORTE DEL MAESTRO (1920-2020).L’istituto Amedeo Modigliani, nel perseguire l’obbiettivo di celebrare, ricordare, e diffondere la storia e l’opera di Amedeo Modigliani all’Italia e all’estero, intende, in occasione del centenario della morte dell’Artista, che cadrà nel 2020, ricostruire con la modalità della retroilluminazione l’opera omnia di Modigliani, che assomma oggi a 337 opere, mettendola a disposizione del grande pubblico e costruendo così un evento culturale mai visto prima. È quindi con grande soddisfazione che valutiamo la nostra presenza in seno al Festival dei Due Mondi di Spoleto, che rappresenta una tappa importante per le iniziative di celebrazione del centenario 1920-2020. Tutto ciò con il dovuto impegno e rigore e nella speranza che presto gli storici italiani ed europei siano in grado di mettere ordine nella ricostruzione storica e artistica del complesso mondo di Modigliani, ma che soprattutto sappiano contrastare e arginare le speculazioni, le ricostruzioni arbitrarie e confuse che spesso hanno come oggetto il genio livornese. Speculazioni, interpretazioni e dichiarazioni a volte solo determinate dalla volontà di alimentare o condizionare i grandi interessi economici che ruotano intorno alla compravendita delle opere di Modigliani. È necessario uscire dalla dietrologia e dai fantasmi del passato che hanno, purtroppo, condizionato a proprio favore sia alcune presunte attività certificatorie e alcuni sistemi editoriali, storici dell’arte e galleristi di dubbia serietà e correttezza. Per fare ciò è imprescindibile che un team qualificato di esperti, studiosi, accademici e operatori culturali, si faccia finalmente carico di una rigorosa attività di sistematizzazione delle opere di Modigliani, accostandosi senza pregiudizio e dopo un severo percorso di indagine critica a quelle passibili di attribuzione (come nel caso di “Dede”), e della messa in luce dei veri caratteri costitutivi della personalità e della vita dell’Artista, con buona pace delle tante speculazioni e approssimazioni nate dalla metà del secolo scorso per solleticare il gusto di un pubblico amante meno della verità storica e più di pezzi a effetto o film di cassetta.
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