Aristide Barilli. Pittore, Giornalista, Poeta

Aristide Barilli, Magnolie
Dal 16 Aprile 2016 al 28 Aprile 2016
Parma
Luogo: Galleria S. Andrea
Indirizzo: via Cavestro 6
Orari: da martedì a sabato 10-12 / 16-19; domenica 16-19
Enti promotori:
- Con il Patrocinio di Comune di Parma
- Provincia e Diocesi di Parma
Costo del biglietto: ingresso gratuito
La mostra antologica dedicata ad Aristide Barilli che inaugurerà sabato 16 aprile presso la Galleria S. Andrea a Parma è stata fortemente voluta dai familiari, in collaborazione con l'associazione U.C.A.I., di cui Aristide fece parte, in particolare dalle figlie Mariola, Maddalena e Giannina che, come loro stesse dichiarano nella dedica al catalogo “desidera essere una tavolozza della sua ricerca, dall’Astrattismo ironico del giovane ricercatore, all’incontro quotidiano con la realtà genetica e poetica della casa, della famiglia, del suo lavoro di cacciatore di notizie in viaggio giornalistico, con sempre appresso la sua cassetta dei colori: in caso la Bellezza lo bloccasse sui cigli della strada o nei campi o nei giardini o… Ovunque. E poi, in età matura, il riposo del giornalista si trasforma nel pittore vigoroso che ha tutto il tempo che vuole per indagarsi, dipingere interni ed esterni, scrivere, viaggiare...”.
Un inedito e più completo Aristide verrà presentato quindi alla città attraverso un excursus di opere prodotte dal 1932 al 2004 appartenenti a collezioni private, che delineano una figura poliedrica. Infatti, come ha scritto Francesco Barocelli “ ...Il mestiere di vivere lo ha trascorso tra lo sperimentalismo e la sperimentazione. Dopo un’educazione all’arte e un’applicazione precoce, scelse di seguire la poesia delle parole accanto a quella dei colori...”, facendo così “trionfare il naturalismo di Casa Barilli” come ha sostenuto Giuseppe Marchetti. Nel 1962 Pietro Bianchi scrisse della sua pittura che “ha un colore spesso intenso, e lo sa intonare e graduare, rispettoso del tono naturale. Riesce arioso, costruisce senza sforzo e se talvolta inclina all’effetto non calca la mano. V’è nella sua pittura una cordialità di emozione diretta che l’anima e la nobilita”.
La cifra di Aristide Barilli è, come ha notato successivamente Marzio Dall'Acqua “la leggerezza, è la tenuità di una esistenza che ha scelto l’interiorità per elaborare una propria visione del mondo, il privato per esperimentare la vita, la riservatezza per distillare un’essenza con la quale sfiorare il mondo. Eppure, a modo suo, è stato un personaggio avventuroso, un viaggiatore, non con la fantasia, ma realmente che si è perduto per le strade del mondo, alla ricerca misteriosa di un suo graal personale, con tenacia e pazienza”.
Un’altra passione di Aristide Barili era la musica lirica e nel 1958 ideava con la Corale Verdi il Concorso Internazionale Giovani Cantanti Lirici, che vedeva il successo di Mirella Freni, José Carreras, Katia Ricciarelli, Michele Pertusi. Diventava anche vicepresidente della Corale di cui nel 1987 veniva nominato socio benemerito.
Aristide fu anche giornalista,dal 1935 alla “Gazzetta di Parma – Corriere Emiliano” dove rimase fino al 1945. Quindi fu al “Il Resto del Carlino” a Bologna, dal 1947 al 1969. Il collega Giorgio Torelli lo omaggiò con queste parole: “Noi che non ci siamo ancora dati ragione del perché pratichiamo il giornalismo e insistiamo a credere nel bianco e nero delle parole, noi più giovani di lui ma egualmente legionari della carta mandata a stampa, noi amiamo quest’uomo alto, asciutto, sempre ironico per dare l’ombretto ai sentimenti, fieramente umile, pittore per se stesso, segretamente poeta e così figlio d’arte da essere sempre stato non soltanto Aristide Barilli, ma Aristide fu Latino, Aristide fu Cecrope e Aristide fu Bruno-il padre, il nonno e lo zio – gli incancellabili.”
Aristide se n’è andato il 12 ottobre del 2009, a 96 anni, ma di lui ci sono rimasti gli scritti e soprattutto le opere pittoriche che, come ha sottolineato P.P.Mendogni “ sono sinfonie cariche di una vivacità che trascende il puro dato fenomenico per tradursi in un messaggio di ottimismo che Aristide lancia, sottolineando l’inesauribile capacità della natura di rinnovarsi e di riproporsi in tutta la sua festosa, rigogliosa, straordinaria fantasia”.
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