Trame Mediterranee. Arti, popoli e culture
Dal 11 Settembre 2014 al 11 Gennaio 2015
Palermo
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: piazza Indipendenza 1
Orari: da lunedì a sabato 8.15-17.40; domenica e festivi 8.15-13
Enti promotori:
- Fondazione Federico II
- ARS
- Regione Sicilia
Costo del biglietto: € 5 / € 4
Telefono per informazioni: +39 091 6262833
Sito ufficiale: http://www.federicosecondo.org
Concluse le estive Notti Palatine, Palazzo dei Normanni smonta la mostra Lo scrigno di Palermo e, nella rinnovata sala Duca di Montalto del Palazzo Reale, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, accoglie un’altra esposizione con al centro la Sicilia, e non solo. La Fondazione Federico II infatti, comeannunciato ad “ArteMagazine” dal presidente, Gianfranco Zanna, allestisce la mostra dal titolo Trame Mediterranee. Arti, popoli e culture, dal 10 settembre 2014 all’11 gennaio 2015. L’esposizione è organizzata in collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Gibellina nuova.
La rassegna trae ispirazione dalle idee di Ludovico Corrao (1927–2011, sindaco e artefice della ricostruzione di Gibellina, cittadina del Belìce distrutta dal sisma del 1968), ed è una sintesi dell’attivitàcreativa degli artisti che hanno realizzato laboratori sperimentali e percorsi espositivi. Le creazioni di questi autori sono state portate in numerose capitali del Mediterraneo proprio dalla Fondazione Orestiadi. In particolare, in mostra c’è il Tappeto volante, «l’installazione in corda e rame che riproduce in scala reale metà del soffitto della Cappella Palatina di Palermo», dice Zanna. «È stato realizzato dalla Comunità Curda di Roma ed è diventato elemento simbolo e messaggero di fratellanza; ha percorso tutte le principali capitali del mondo arabo. La prima volta in Sicilia è stata a Gibellina, al Museo delle Trame Mediterranee; e adesso, come seconda tappa nell’Isola, arriva a Palazzo Reale».
Soffitto e tappeto volante nello stesso tempo, quindi, capace di proteggere la testa degli spettatori e invito al viaggio mediante il riferimento alle “Mille e una Notte”. Tappeto Volante è un vero e proprio cortocircuito culturale tra Oriente e Occidente.
Una veduta della mostra allestita nella sala Duca di Montalto a Palazzo Reale di Palermo
«Non è facile trovare le parole giuste per presentare una mostra sul Mediterraneo mentre, ancora una volta, entrano nelle nostre case le immagini di distruzione e di morte che giungono da Gaza e l’orrore delle lame del fondamentalismo jihadista», commenta il direttore della Fondazione Federico II, Francesco Forgione. Lo aveva anticipato ad “ArteMagazine” già ad agosto, camminando per le scale del Palazzo Reale: «Proprio in questo momento di crisi nel rapporto tra i popoli, vediamo quello che sta accadendo a Gaza, per quello che possiamo fare, ora più che mai vogliamo ripartire dal dialogo invece che dai conflitti».
La mostra raccoglie poi installazioni, opere di arte contemporanea, gioielli, costumi, tessuti della tradizione ebraica, terracotte che, come il Tappeto, hanno fatto tappa in tante capitali del mondo arabo di arrivare a Palermo. E il confronto tra tutti gli oggetti esposti evidenzia le analogie tra i manufatti provenienti dalla Sicilia, dalla regione mediorientale, dalla costa sud del Mediterraneo e dall’Africa Subsahariana: gli oggetti rilevano un comune linguaggio tra i Paesi rivieraschi.
Questo patrimonio si è rinnovato grazie a continue migrazioni, scambi economici e al fiorire di scuole di pensiero e di comunità di artisti, architetti e artigiani. Ed è su questo patrimonio che si concentra il messaggio della mostra: da esso l’Europa può attingere per riprendere il suo cammino in un rinnovato patto di amicizia, solidarietàe scambio tra i Popoli.
Il percorso mira infatti a reinterpretare lo spirito delle terre meridionali del mondo, per riscoprire nelle “trame mediterranee” gli influssi di tre continenti e delle tre grandi culture viventi dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam.
La rassegna trae ispirazione dalle idee di Ludovico Corrao (1927–2011, sindaco e artefice della ricostruzione di Gibellina, cittadina del Belìce distrutta dal sisma del 1968), ed è una sintesi dell’attivitàcreativa degli artisti che hanno realizzato laboratori sperimentali e percorsi espositivi. Le creazioni di questi autori sono state portate in numerose capitali del Mediterraneo proprio dalla Fondazione Orestiadi. In particolare, in mostra c’è il Tappeto volante, «l’installazione in corda e rame che riproduce in scala reale metà del soffitto della Cappella Palatina di Palermo», dice Zanna. «È stato realizzato dalla Comunità Curda di Roma ed è diventato elemento simbolo e messaggero di fratellanza; ha percorso tutte le principali capitali del mondo arabo. La prima volta in Sicilia è stata a Gibellina, al Museo delle Trame Mediterranee; e adesso, come seconda tappa nell’Isola, arriva a Palazzo Reale».
Soffitto e tappeto volante nello stesso tempo, quindi, capace di proteggere la testa degli spettatori e invito al viaggio mediante il riferimento alle “Mille e una Notte”. Tappeto Volante è un vero e proprio cortocircuito culturale tra Oriente e Occidente.
Una veduta della mostra allestita nella sala Duca di Montalto a Palazzo Reale di Palermo
«Non è facile trovare le parole giuste per presentare una mostra sul Mediterraneo mentre, ancora una volta, entrano nelle nostre case le immagini di distruzione e di morte che giungono da Gaza e l’orrore delle lame del fondamentalismo jihadista», commenta il direttore della Fondazione Federico II, Francesco Forgione. Lo aveva anticipato ad “ArteMagazine” già ad agosto, camminando per le scale del Palazzo Reale: «Proprio in questo momento di crisi nel rapporto tra i popoli, vediamo quello che sta accadendo a Gaza, per quello che possiamo fare, ora più che mai vogliamo ripartire dal dialogo invece che dai conflitti».
La mostra raccoglie poi installazioni, opere di arte contemporanea, gioielli, costumi, tessuti della tradizione ebraica, terracotte che, come il Tappeto, hanno fatto tappa in tante capitali del mondo arabo di arrivare a Palermo. E il confronto tra tutti gli oggetti esposti evidenzia le analogie tra i manufatti provenienti dalla Sicilia, dalla regione mediorientale, dalla costa sud del Mediterraneo e dall’Africa Subsahariana: gli oggetti rilevano un comune linguaggio tra i Paesi rivieraschi.
Questo patrimonio si è rinnovato grazie a continue migrazioni, scambi economici e al fiorire di scuole di pensiero e di comunità di artisti, architetti e artigiani. Ed è su questo patrimonio che si concentra il messaggio della mostra: da esso l’Europa può attingere per riprendere il suo cammino in un rinnovato patto di amicizia, solidarietàe scambio tra i Popoli.
Il percorso mira infatti a reinterpretare lo spirito delle terre meridionali del mondo, per riscoprire nelle “trame mediterranee” gli influssi di tre continenti e delle tre grandi culture viventi dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam.
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