Salvatore Caputo. Per le vie di sapidi cristalli. Visioni pittoriche tra mare e sale

Salvatore Caputo, La luna sul sale, 2021, acrilico su velluto, cm. 200x140 ca.
Dal 19 Gennaio 2022 al 25 Febbraio 2022
Palermo
Luogo: Cappella dell’Incoronata
Indirizzo: Via Incoronazione 11
Orari: da martedì a venerdì 9-13
Enti promotori:
- Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@museoartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.museoartecontemporanea.it
Con 22 opere, tra dipinti e installazioni, che rappresentano le Saline della Sicilia occidentale, si inaugura alla Cappella dell’Incoronata, mercoledì 19 gennaio alle 17.30, la mostra di Salvatore Caputo “Per le vie di sapidi cristalli. Visioni pittoriche tra mare e sale”.
Salvatore Caputo rappresenta le Saline attraverso riflessi e geometrie solo superficialmente scalfite dalla presenza della natura che, di solito, è lussureggiante nella sua produzione artistica.
Diverse le opere giocate su una paletta di colori estremamente ridotta, che esalta le geometrie di sale e cielo. Nessuna presenza umana, neppure sotto forma di statua, come per altri dipinti. Solamente geometrie di sale e cielo, solo silenzio e luce, nessuna presenza umana in quelli che, in alcuni dei dipinti, diventano paesaggi quasi lunari.
La mostra, visitabile fino al 25 febbraio, sarà inaugurata dall’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà e dal Direttore del Museo Riso, Luigi Biondo.
“La mostra delle opere pittoriche di Salvatore Caputo – evidenzia l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – è un contributo alla bellezza del paesaggio siciliano che non si impone soltanto per la forza della natura, ma che costituisce, piuttosto, un’occasione, una porta che ci conduce al viaggio interiore. I colori sfumati, le tinte “liquide”, l’apparente staticità delle opere esposte, sono un ipnotico invito all’introspezione, alla ricerca della spiritualità e di quello stato di autentica libertà a cui tutti aneliamo. Ancora una volta l’arte ci invita a guardarci dentro per ritrovare quella dimensione di unitarietà verso cui naturalmente tendiamo”.
Su Caputo, dice Luigi Biondo: “Le sue creazioni da tempo costituiscono l’evoluzione del colore e della materia in un tempo sospeso ed immaginifico con un anelito che rimbalza nei nostri ricordi e deve condurci verso la ricerca di verità celate per decenni ed un riscatto liberatorio. Stati dell’anima preziosi per una rinascita attesa da troppo tempo e mai così utile. Intensa, affascinante, piena di punti di partenza è la testimonianza del suo impegno che diventa anche tangibile consapevolezza di un’eco della poesia legata all’ideazione, punto di rottura con il passato e porta spalancata verso il futuro”.
Salvatore Caputo rappresenta le Saline attraverso riflessi e geometrie solo superficialmente scalfite dalla presenza della natura che, di solito, è lussureggiante nella sua produzione artistica.
Diverse le opere giocate su una paletta di colori estremamente ridotta, che esalta le geometrie di sale e cielo. Nessuna presenza umana, neppure sotto forma di statua, come per altri dipinti. Solamente geometrie di sale e cielo, solo silenzio e luce, nessuna presenza umana in quelli che, in alcuni dei dipinti, diventano paesaggi quasi lunari.
La mostra, visitabile fino al 25 febbraio, sarà inaugurata dall’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà e dal Direttore del Museo Riso, Luigi Biondo.
“La mostra delle opere pittoriche di Salvatore Caputo – evidenzia l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – è un contributo alla bellezza del paesaggio siciliano che non si impone soltanto per la forza della natura, ma che costituisce, piuttosto, un’occasione, una porta che ci conduce al viaggio interiore. I colori sfumati, le tinte “liquide”, l’apparente staticità delle opere esposte, sono un ipnotico invito all’introspezione, alla ricerca della spiritualità e di quello stato di autentica libertà a cui tutti aneliamo. Ancora una volta l’arte ci invita a guardarci dentro per ritrovare quella dimensione di unitarietà verso cui naturalmente tendiamo”.
Su Caputo, dice Luigi Biondo: “Le sue creazioni da tempo costituiscono l’evoluzione del colore e della materia in un tempo sospeso ed immaginifico con un anelito che rimbalza nei nostri ricordi e deve condurci verso la ricerca di verità celate per decenni ed un riscatto liberatorio. Stati dell’anima preziosi per una rinascita attesa da troppo tempo e mai così utile. Intensa, affascinante, piena di punti di partenza è la testimonianza del suo impegno che diventa anche tangibile consapevolezza di un’eco della poesia legata all’ideazione, punto di rottura con il passato e porta spalancata verso il futuro”.
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