Rossella Leone. Archeologia dello sguardo
Dal 01 Giugno 2019 al 11 Novembre 2019
Palermo
Luogo: Palazzo Belmonte Riso
Indirizzo: corso Vittorio Emanuele 365
Orari: da Martedì a Domenica 10-20; lunedì chiuso eccetto festivi. La biglietteria chiude mezz’ora prima dell’orario di chiusura
Curatori: Bruno Corà
Enti promotori:
- Polo Museale Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 3. La biglietteria chiude 30 minuti prima
Telefono per informazioni: +39 091320532
E-Mail info: info@palazzoriso.it
Sito ufficiale: http://www.palazzoriso.it
Venerdì 31 maggio 2019 alle ore 18.00 il Polo Museale Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia presenta, nei saloni di Palazzo Belmonte Riso la mostra Archeologia dello sguardo di Rossella Leone curata da Bruno Corà.
L'esposizione, a cura di Bruno Corà, propone un'articolata selezione di opere di Rossella Leone che spaziano dal registro visivo a quello sonoro, in sintonia con una “partitura” nella quale convergono le riflessioni sviluppate dall'artista negli ultimi decenni, sia sul piano etico che estetico, sia formale che tematico. L'artista, dalla seconda metà degli anni ottanta, si è distinta per il suo originale uso della carta autonomamente fabbricata, dallo stato informe di polpa al foglio: carta che non è più soltanto supporto, ma vero e proprio materiale pittorico, plasmabile al limite del bassorilievo e della scultura.
Nucleo concettuale della mostra è la riflessione sulla deriva e sulla perdita dell'uomo contemporaneo come individuo e come società, a scapito della natura, dell'ambiente e della sua stessa crescita intellettuale e sentimentale.
In linea con quanto afferma Maurice Merleau Ponty I nostri occhi vedono più di quello che realmente vediamo, le opere di Leone scavano nel passato più remoto per sviluppare il continuo rapporto con il presente. Allusioni e tematiche che non raccontano il mito ma che, al contrario, lo trasformano in suo specifico linguaggio, attraverso l'uso innovativo di tecniche e materiali, dalla sua
carta alla pietra, dalle resine all'acciaio e al vetro. Per comprendere appieno il complesso lavoro dell’ artista, bisogna spingersi oltre le tradizionali categorie estetiche, in un dualismo tra passato e presente.
In mostra i diversi cicli sviluppati dall'artista, dalle grandi pitture introspettive sul tema della deliberata “Caduta” alle “Partiture afone”, dai “Talami” ai grandi “Muri” e ai “Canopi urbani”, dalle laceranti e “seducenti” lesioni vive”, fino alle opere più recenti come l'installazione Living che affronta il tema dell'assuefazione alla violenza e all'orrore che fanno ormai parte del nostro
quotidiano, fino a stravolgere persino il nostro stesso concetto di bellezza.
Se nelle partiture afone, in carta o marmo, le vibrazioni chiaroscurali erano assimilabili a partiture di sonore musicalità affidate all'intima percezione visiva del fruitore (non di rado tradotte in musica da compositori quali Tierry Bongart Lebbé, Paolo Aralla), in questa occasione l'artista propone sue spazializzazioni e partiture sonore derivate dal lunghissimo ascolto del canto delle misteriose cicale, confluito nella performance musicale Che non sia l'ultimo canto!. Appassionata invocazione tesa a
sviluppare una più partecipata lotta per fermare il disastro ambientale e climatico ormai paurosamente in atto, che Rossella Leone ha voluto estendere al violoncello di Kristi Curb e al violino di Salvo Greco.
Ecuba e Fedra, opere del ciclo dei Talami che alludono al mito, affondano nel “travagliato” femminile di sempre, oggi più che mai drammaticamente attuale.
Il lavoro sviluppato negli anni da Rossella Leone, in sintonia con le tematiche affrontate e il suo personale linguaggio espressivo, delinea una vera e propria estetica dell’orrore che nutre e forgia quotidianamente il nostro sguardo e i nostri sensi tutti, fino a insinuarsi morbosamente nel nostro cervello.
Ercole che uccide l'amazzone - dell’omonima metopa selinuntina del Museo Archeologico Salinas di Palermo - riprodotta in serie come giocoso e variegato elegante souvenir, si impone difatti, nell'installazione Living, contraltando con le drammatiche immagini degli orrori che ci hanno sconvolto negli ultimi decenni che abbiamo già dimenticate: la strage dei bambini nella scuola di Beslan, l'uomo che cade buttandosi dalle Torri gemelle, le terroriste del Teatro Dubrovka, l' intensa solitudine di Cesare Garboli nella foto di spalle in bn a piena pagina che ne annuncia la morte, ..... Immagini che Rossella Leone ha trasformato in decoro del futon e dei cuscini sui quali adagiarsi e soggetto dei variopinti souvenir con Ercole che blandisce l'amazzone Ippolita, espostii come trofei di una collezione privata.
L'attività di Rossella Leone spazia dalle arti visive (esposizioni in Italia e all'estero) al teatro, con installazioni (Aquilone sospeso, Gibellina, 1983; Anche le facciate cantano, Teatro al Massimo, Palermo, 1996; Anatomie con Vrgilio Sieni, Cantieri Cuturali alla Zisa, Palermo, 1997); azioni scenico-musicali e performances (Partitura afona, Biblioteca comunale , Palermo, 1992; L'immagine del suono con Tierry Bongart Lebbé, Atelier sul mare, Castel di Tusa,1992; Shiki con Tadashi Endo, Teatro Comunale, Cefalù, 1993; Come per una terra con P. Aralla, Gibilmanna, 1995); scene e costumi realizzati per il balletto e importanti produzioni di teatri lirici sia in Italia che all'estero: San Rocco legge la lista dei Miracoli e degli orrori di E. Isgrò, Teatro Massimo, Palermo, Gibellina, 1983; “Norma” di Vincenzo Bellini, co-produzione Teatro Bellini di Catania, Teatro de la Maestranza di Siviglia e Landestheater di Salisburgo, 1999; “Maria de Buenos Aires” di Astor Piazzolla, Teatro Massimo di Palermo, 1999); “Sette canzoni” di F. Malipiero e “Il marinaio” di A. Russo, Maggio Musicale Fiorentino, 2000; “Dialogues des Carmélites” di Francis Poulenc, StaatsOper, Stoccarda, 2011. Tra i lavori più recenti dell'artista, la riconfigurazione
del giardino storico del convento di San Francesco al Cenacolo di Monte Sion di Gerusalemme, su committenza della Custodia Francescana di Terrasanta, sviluppato come una grande scultura abitabile, punteggiata da altre minimali sculture, realizzate con la classica pietra bianca del luogo. Per vivere il silenzio sotto i grandi alberi secolari: gli alberi di Giuda (perchè tutto comincia dal tradimento) e gli alberi di mandorlo (alberi della vigilanza).
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