ARS MEMORIAE / EDOARDO DIONEA CICCONI ~ XYZT
Dal 26 Settembre 2021 al 17 Ottobre 2021
Palermo
Luogo: Palazzo Branciforte
Indirizzo: Largo Gae Aulenti 2
Orari: dalle 16:00 alle 20:00. Sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00
Curatori: Zerial Art Project
Costo del biglietto: € 7 (biglietto intero) € 5 (biglietto ridotto: gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 65 anni, categorie convenzionate) La collezioni di archeologia (solo piano terra): € 3 (senza visita guidata) Ingresso gratuito per scuole e minori di 18 anni
Telefono per prevendita: +39.091.7657621
Telefono per informazioni: +39.091.8887767
E-Mail info: info@palazzobranciforte.it
Sito ufficiale: http://www.palazzobranciforte.it
Il progetto, promosso da: Settimana delle Culture; Fondazione Sicilia; Sicily Art & Culture, curato da Zerial Art Project, presenta la mostra collettiva site-specific di Desideria Burgio, Camilla Marinoni, Chiara Tubia, Federico Clapis, Leonardo Meoni e Andrea Guastavino, Ars Memoriae, da sabato 25 settembre al 17 ottobre 2021, al Monte dei Pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte. Il Monte dei Pegni di Santa Rosalia è un luogo che ancora oggi preserva la memoria di un tempo passato e carico di intensità emotiva. La suggestiva struttura lignea, che ospitava il banco dei pegni, è composta da scaffalature alte sino al soffitto, custode del sacrificio dei palermitani.
La mostra, dal titolo Ars Memoriae, vuole raccontare la potenza dell'immaginazione e di come questa sia in grado di consolidare la memoria in una dimensione vivibile e visitabile. Ars Memoriae è un'opera in latino di Giordano Bruno, pubblicata a Parigi nel 1582. La dea della memoria, Mnemosine, è la madre delle nove divinità greche che presiedono alle arti. Per Bruno è lo strumento di conoscenza e di rappresentazione della realtà. Il luogo che rappresenta quell'unità da cui le idee sono emanate. La memoria è in generale la capacità di conservare traccia di informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte riconoscendole come stati di coscienza trascorsi. Il termine indica anche i contenuti stessi dell’esperienza in quanto sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neuro-fisiologici, che permettono di registrare e successivamente di richiamare informazioni.
L'idea che unisce i sei artisti, attraverso sei installazioni site-specific, articolate all'interno delle sale del Monte dei Pegni di Santa Rosalia, è la ricerca di una profondità nel proprio lavoro che agisce da motore di ricerca e da linguaggio tecnico.
Desideria Burgio, con l'installazione Oggi come ieri dichiara l'intrecciarsi del tempo e della nostra memoria come contenitore identitario, spesso deformato dal nostro passato. La memoria, quindi, diventa un deposito di tracce consapevoli, un nesso significativo che viene costruito fra presente e passato, la scelta di cosa portare con noi nel futuro. Camilla Marinoni riflette sul concetto di scambio, di sussistenza e di utilizzo di risorse naturali come fonte primaria e assoluta per garantire la sopravvivenza degli esseri umani. L'opera Misericors consiste in sette pani ricamati, legata alla relazione indissolubile tra denaro e cibo e tra cibo e vita. Il lavoro diventa memoria di quella che era la funzione del Monte dei Pegni e un'ammonizione nei confronti del consumismo della società. Chiara Tubia, presenta le installazioni I dreamed I was a butterfly e Yab-yum: l'artista riflette sull’esplorazione di schemi e memorie sociali apparentemente strutturati nel tempo in rapporto alle infinite possibilità dell’Essere con l’Uno. Il suo lavoro si fonda su un percorso di ricerca interiore che dall’inconscio si propone di arrivare ad un livello più alto e conoscitivo del sé divenendo veicolo di un messaggio universale e profondo. Federico Clapis, con l'opera NFT Everlasting Memory riflette su come la memoria sia un nodo esistenziale: passato e futuro si incontrano accomunati da un senso di mancanza. La proiezione virtuale e la tecnologia, temi ricorrenti nei suoi lavori, diviene metafora contemporanea per indagare i nostri stati emotivi senza tempo. Leonardo Meoni presenta il video Wind builds up the stand. Proiettato su un grande pannello circolare, si osservano scene di un mosaico caotico di paesaggi naturali e urbani che narrano di sovrapposizioni e memorie. Il movimento circolare modifica e stratifica le esperienze passate dando continuamente un nuovo volto alle situazioni. La memoria opera nei lavori di Andrea Guastavino come un notes magico dove il susseguirsi di sovrapposizioni e cancellazioni registra l'esperienza dell'artista nel suo intimo navigare all'interno di un anonimo archivio fotogra fico di inizio secolo. Accompagna l'installazione l'intervento sonoro di Andrea Lovo. L'arte è lo strumento del ricordo, che solo attraverso la potenza creativa può essere celebrata: «La fantasia (non senza l'atto della facoltà cogitativa) potrà giungere a un tal genere di conversione che la cogitativa (non separata dall'atto della fantasia) renderà potentemente memorabili tutte le cose.» (Bruno 2008, parte II, XII, p. 150)
EDOARDO DIONEA CICCONI ~ XYZT
In occasione della X edizione della "Settimana delle Culture", l'arte contemporanea entra all'interno degli spazi museali di Palazzo Branciforte a Palermo, ristrutturato dall'Architetto Gae Aulenti con un magistrale intervento di recupero architettonico.
La sala, al piano terreno, comprende la collezione di archeologia con oltre 4.751 reperti (preistorici e protostorici, greci, sicelioti, magnogreci e indigeni di età arcaica, classica ed ellenistica), oltre a terrecotte architettoniche e votive, bronzi, monili, vetri e avori. Di età romana sono un’erma bifronte e un’anfora commerciale vinaria recuperata dal mare. L’allestimento dell’artista si fonde con la collezione archeologica, dando una soluzione di continuità non invasiva alla sala stessa. I reperti dell’antichità dialogano con le sculture di Dionea Cicconi, rimescolando le carte del tempo e dando una nuova identità (anche cronologica) all'esposizione permanente del Museo.
Le sculture sono strutture autoportanti in metallo con una superficie specchiante sul fronte. La superficie dello specchio, dritta e nitida, presenta una particolarità: a tratti riflette la realtà distorcendola. Attraverso un meccanismo nascosto, l’immagine si distorce per poi tornare al suo aspetto iniziale: è l’opera a muoversi cogliendo in fallo lo spettatore, che viene distorto fino a scomparire per poi riapparire di nuovo.
Influenzato dagli studi della fisica contemporanea, Dionea Cicconi tenta di stabilire un dialogo tra le fasi del tempo (passato, presente e futuro) e le loro alterazioni. Gli spettatori potranno interagire con la scultura e, attraverso un gioco di riflessi, anche con la collezione archeologica. Infatti a sorpresa e ad intermittenza, gli specchi distorceranno la realtà riflessa: i visitatori “spariranno” e si fonderanno con lo spazio circostante e con i reperti stessi. L’esperienza sensoriale dello spettatore viene inoltre distorta dalla luce stroboscopica, che vuole simboleggiare la frammentazione del continuum. Ogni flash è già un frammento che è già un ricordo, un potenziale déjà vu. La barriera spazio-tempo in questo modo viene abbattuta, fagocitata dagli specchi. Come una sorta di buco nero, in cui tutto viene concentrato al suo interno e in cui, ancora oggi, non sappiamo dove questa totalità vada a finire: un portale verso l'ignoto in cui tutto è assolutamente relativo.
Edoardo Dionea Cicconi (Roma 1985).
Affrontando tematiche universali, sperimenta nuove tecniche utilizzando materiali innovativi e realizzando installazioni, sculture, audio e altri media, che portano lo spettatore in una dimensione atemporale. Interessandosi alla percezione della luce e alla geometria degli elementi nello spazio, Edoardo Dionea Cicconi studia le forze che governano la realtà, tentando di trovare una sintesi tra Arte e Scienza. La sua ricerca, tesa all’interazione con lo spettatore, indaga la percezione del tempo attraverso specchi cinetici. Queste opere, che l’artista chiama kinetic mirrors, interagiscono con lo spazio circostante, distorcendo la realtà come in un buco nero.
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Lisetta Carmi. Molto vicino, incredibilmente lontano