Armodio. La dimora delle verità silenti
Dal 15 Settembre 2012 al 05 Ottobre 2012
Palermo
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: piazza del Parlamento 1
Curatori: Daniela Brignone, Giovanni Faccenda
Telefono per informazioni: +39 091 6262833
E-Mail info: fondazione@federicosecondo.org
Sito ufficiale: http://www.federicosecondo.org
Armodio, tra i maggiori interpreti dell’arte contemporanea, torna a esporre a Palermo nella splendida e suggestiva sede di Palazzo Reale. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Federico II e dalla Casa d’Arte San Lorenzo e inaugurata il 14 settembre 2012, presenta circa 40 opere inedite realizzate nell’ultimo anno. Una mostra che ripropone i temi cari all’artista, la cui pittura unisce una raffinata vena umoristica e surreale ad una tecnica di esecuzione straordinaria. Dopo la recente mostra ospitata presso il Chiostro del Bramante in Roma, “Entità Incombenti” e la partecipazione all’ultima edizione della Biennale di Venezia, Armodio ritrova il piacere dell’intimità dello studio e, nell’assoluto silenzio e nella più totale armonia, crea una serie di piccoli lavori di preziosità assoluta. La mostra, infatti, è composta da venti piccoli “racconti”, rappresentati attraverso il lavoro del maestro, e propone al pubblico siciliano una serie di soggetti sviluppati secondo le tecniche tradizionali a lui più consone.
L’intero universo poetico di Armodio è qui ben rappresentato e trova, in questa serie di recenti lavori, la giusta collocazione senza nulla togliere al pathos e alla cifra pittorica caratterizzante l’opera dell’autore stesso. Poesia, oniricità, metafisica sono le sostanziali prerogative del lavoro tutto del celebre artista ed in questa mostra tocca livelli emotivi di altissima caratura. Le pitture di Armodio, popolate da oggetti rivisitati ed interpretati in chiave beffarda e trasgressiva, ci proiettano in universi paralleli, costruiti intorno ad un’assenza. Una lettura del reale, che propone scansioni di oggetti di uso comune, trasfigurati in un contesto privo di sfondo; una tensione a riassumere e a cogliere l’essenza, riproposta in un tessuto enigmatico, in una dimensione cerebrale. L’artista, definito uno dei più virtuosi talenti italiani e gran maestro dell’illusione, mostra l’anima recondita di esistenze segrete e nascoste. Una mostra di grande impatto che analizza nella sua completezza l’indagine artis ca del maestro e svela un gusto raffinato volto a riformulare in modo inedito l’esperienza sensibile, la memoria e le percezioni. L’evento espositivo rappresenta una grande occasione non solo per la Sicilia, ma anche per l’Italia stessa, poiché l’artista, ormai pienamente consacrato in ambito internazionale, è solito esporre all’estero. La mostra è curata dagli storici e critici d'arte Daniela Brignone e Giovanni Faccenda. L’esposizione è accompagnata da un’ampia monografia edita da Giorgio Mondadori e include testi di Cristina Acidini, Daniela Brignone, Giovanni Faccenda e Stefano Zecchi.
Armodio nasce a Piacenza il 04.10.1938. La sua formazione dipende in parte dalla frequentazione dell’Istituto d’Arte “Gazzola” della sua città, ma ancora di più dall’incontro con il pittore Luciano Spazzali, il cui studio costituisce il luogo propizio alle sperimentazioni ed alle contaminazioni. Qui conosce il pittore Gustavo Foppiani, prima maestro e poi compagno di strada; i due lavorano assieme ed in seguito si unisce il pittore Carlo Bertè che dividerà lo studio fino al 1980. Si venne così formando quel libero raggruppamento animato da curiosità verso le più varie manifestazioni di cultura, intenzionato a leggere la realtà sotto il segno dell’ironia e propenso alla trasgressione giocosa. La prima personale piacentina è del 1963 alla Galleria Genocchi di Piacenza e nel 1964, per merito di Foppiani, approda alla galleria l’Obelisco di Roma. Negli anni sessanta il pittore soggiorna per un breve periodo a Londra e collabora con l’americana Lily Shepley ed in seguito con la Galleria Forni di Bologna. Del 1972 l’incontro con Philippe Guimiot, che apre all’artista la propria galleria di Bruxelles, avviando cosi una proficua collaborazione. Da quel momento la maggioranza dei suoi dipinti entrano in importanti collezioni private in Europa come negli U.S.A. Dopo un periodo con la Galleria Gian Ferrari di Milano, Armodio approda alla Galleria Braga di Piacenza; terminata quell’esperienza, lavora in esclusiva prima con la Galleria L’Immagine di Arezzo poi con la Galleria Marescalchi di Bologna. Oggi la sua attività è trattata dalle maggiori gallerie italiane ed estere.
L’intero universo poetico di Armodio è qui ben rappresentato e trova, in questa serie di recenti lavori, la giusta collocazione senza nulla togliere al pathos e alla cifra pittorica caratterizzante l’opera dell’autore stesso. Poesia, oniricità, metafisica sono le sostanziali prerogative del lavoro tutto del celebre artista ed in questa mostra tocca livelli emotivi di altissima caratura. Le pitture di Armodio, popolate da oggetti rivisitati ed interpretati in chiave beffarda e trasgressiva, ci proiettano in universi paralleli, costruiti intorno ad un’assenza. Una lettura del reale, che propone scansioni di oggetti di uso comune, trasfigurati in un contesto privo di sfondo; una tensione a riassumere e a cogliere l’essenza, riproposta in un tessuto enigmatico, in una dimensione cerebrale. L’artista, definito uno dei più virtuosi talenti italiani e gran maestro dell’illusione, mostra l’anima recondita di esistenze segrete e nascoste. Una mostra di grande impatto che analizza nella sua completezza l’indagine artis ca del maestro e svela un gusto raffinato volto a riformulare in modo inedito l’esperienza sensibile, la memoria e le percezioni. L’evento espositivo rappresenta una grande occasione non solo per la Sicilia, ma anche per l’Italia stessa, poiché l’artista, ormai pienamente consacrato in ambito internazionale, è solito esporre all’estero. La mostra è curata dagli storici e critici d'arte Daniela Brignone e Giovanni Faccenda. L’esposizione è accompagnata da un’ampia monografia edita da Giorgio Mondadori e include testi di Cristina Acidini, Daniela Brignone, Giovanni Faccenda e Stefano Zecchi.
Armodio nasce a Piacenza il 04.10.1938. La sua formazione dipende in parte dalla frequentazione dell’Istituto d’Arte “Gazzola” della sua città, ma ancora di più dall’incontro con il pittore Luciano Spazzali, il cui studio costituisce il luogo propizio alle sperimentazioni ed alle contaminazioni. Qui conosce il pittore Gustavo Foppiani, prima maestro e poi compagno di strada; i due lavorano assieme ed in seguito si unisce il pittore Carlo Bertè che dividerà lo studio fino al 1980. Si venne così formando quel libero raggruppamento animato da curiosità verso le più varie manifestazioni di cultura, intenzionato a leggere la realtà sotto il segno dell’ironia e propenso alla trasgressione giocosa. La prima personale piacentina è del 1963 alla Galleria Genocchi di Piacenza e nel 1964, per merito di Foppiani, approda alla galleria l’Obelisco di Roma. Negli anni sessanta il pittore soggiorna per un breve periodo a Londra e collabora con l’americana Lily Shepley ed in seguito con la Galleria Forni di Bologna. Del 1972 l’incontro con Philippe Guimiot, che apre all’artista la propria galleria di Bruxelles, avviando cosi una proficua collaborazione. Da quel momento la maggioranza dei suoi dipinti entrano in importanti collezioni private in Europa come negli U.S.A. Dopo un periodo con la Galleria Gian Ferrari di Milano, Armodio approda alla Galleria Braga di Piacenza; terminata quell’esperienza, lavora in esclusiva prima con la Galleria L’Immagine di Arezzo poi con la Galleria Marescalchi di Bologna. Oggi la sua attività è trattata dalle maggiori gallerie italiane ed estere.
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