Renzo Fortin. Percorsi
Dal 21 Aprile 2018 al 12 Maggio 2018
Arquà Petrarca | Padova
Luogo: Foresteria Callegari
Indirizzo: via Castello 6
Orari: dal martedì alla domenica ore 10-12 / 16-19
Curatori: Sonia Strukul
Enti promotori:
- Città di Arquà Petrarca
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@arquapetrarca.com
Sito ufficiale: http://www.arquapetrarca.com
Sabato 21 aprile alle ore 18.00 presso gli spazi espositivi della Foresteria Callegari nello splendido borgo storico di Arquà Petrarca(Padova), inaugura la mostra “Percorsi” di Renzo Fortin a cura di Sonia Strukul. La mostra, con il patrocinio della Città di Arquà Petrarca, rimarrà aperta ad ingresso libero fino al 12 maggio, dal martedì alla domenica ore 10.00-12.00 e 16.00-19.00.
“Percorsi”, titolo esplicativo per una mostra in cui vengono presentanti i due filoni artistici intrapresi nella ricerca artistica di Renzo Fortin: notturni e presenze. Fil rouge dell’arte di Fortin è la componente spirituale, manifesta o celata, che vede l’opera come mezzo di elevazione verso quella parte di divino che è in noi.
I “notturni” di Renzo Fortin sono caratterizzati da un’atmosfera meditativa, quasi trasognata: la natura nel silenzio sembra parlare con lievi sussurri mentre luce ed ombra si incontrano. La pittura ad olio con cui l’artista esegue i suoi notturni è caratterizzata da numerosi passaggi e velature, uno stile raffinato che riconduce al Simbolismo, ma anche ai Preraffaelliti per lo studio diretto della natura e per il formato ovale ricorrente nei quadri di Fortin, molto usato in quel periodo. «L’ovale - come spiega l’artista - ricorda la figura umana fatta di curve e rotondità.» La forma ovale rispetto al cerchio ha due centri, lo sguardo entra nell’opera e ne percorre la superficie pittorica come un’ellissi cosmica. In queste opere è racchiuso l’inizio e la fine del giorno, la luce e il buio che si rincorrono all’infinito come simboleggia l’Uroboro, il serpente che si mangia la coda, animale che ricorre spesso nell’arte di Fortin.
Totalmente diverso lo stile delle opere grafiche del ciclo “presenze” in cui Fortin raffigura volti di persone defunte, sconosciuti che non hanno nessun legame con l’artista se non quello di essere vissute e aver lasciato un segno del loro passaggio: l’oggi c’è grazie a chi è venuto prima di noi e rivive nella memoria collettiva. In queste opere c’è grande attenzione al supporto con cui sono realizzate: manoscritti, atti notarili, quietanze, lettere datate anche oltre un secolo fa e vergate da una calligrafia ordinata. Attimi di vita quotidiana.
«Non si può dimenticare l’importanza fondamentale del Sacro nel percorso creativo di Renzo Fortin. – spiega Sonia Strukul - Il fulcro della sua poetica è l’Uomo inteso come creatura divina, creato ad immagine e somiglianza di Dio e in cui la Natura si riflette».
Renzo Fortin nasce a Este nel 1949, si diploma in pittura all'Istituto d'Arte Pietro Selvatico di Padova con Paolo Meneghesso, prosegue gli studi in pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Bruno Saetti, C. Zotti, M. Guadagnino e dello storico e critico d' arte G. De Logu.
È stato per moltissimi anni docente di “Disegno e Storia dell’Arte”. Nel corso della sua lunga carriera artistica ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, inoltre ha illustrato libri di poesie e racconti. Nella chiesa di Prà d' Este e nell’Abbazia di Carceri (PD) sono esposte opere a carattere sacro. Dal 1990 dopo collaborazioni con maestri liutai costruisce violini rifacendosi alla tradizione cremonese.
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