Michele Fanoli, dalla Venezia di Canova alla Parigi della Maison Goupil
Dal 14 Maggio 2021 al 29 Agosto 2021
Cittadella | Padova
Luogo: Palazzo Pretorio
Indirizzo: Via Guglielmo Marconi 30
Curatori: Elena Catra
Enti promotori:
- Comune di Cittadella
E-Mail info: urp@comune.cittadella.pd.it
Le celebrazioni per gli 800 anni della città e della cinta muraria di Cittadella offrono l’occasione di indagare con una mostra, la produzione artistica di Michele Fanoli (Cittadella 1807 – 1876 Milano), il più importante litografo dell’Ottocento italiano, in relazione ad Antonio Canova (Possagno 1757 – 1822 Venezia), il grande scultore del Neoclassicismo italiano di cui nel 2022 si festeggeranno i 200 anni dalla morte.
La mostra e il catalogo porteranno alla riscoperta del pittore e litografo e sveleranno numerose novità grazie ad una accurata ricerca d’archivio.
L’esposizione verrà allestita presso Palazzo Pretorio a Cittadella e ripercorrerà l’intera carriera di Michele Fanoli, dall’apprendistato in Accademia di Belle Arti a Venezia, dove era viva l’influenza di Antonio Canova, fino al trasferimento a Parigi. Fanoli si trasferì in Francia per avere a diposizione le più avanzate tecniche dell’arte litografica che gli permisero di stampare le sue Opere di Antonio Canova nel famoso stabilimento litografico di Lemercier e venderle nella galleria di Goupil, il famosissimo gallerista degli impressionisti e post-impressionisti. Goupil, all’epoca, si occupava esclusivamente di incisioni e litografie tratte da capolavori d’arte antica e da opere contemporanee selezionate ai “Salon” parigini. In seguito ad un suggerimento del pittore Paul Delaroche, Goupil commissionò a Fanoli moltissime riproduzioni litografiche di capolavori di arte antica e contemporanea da vendere nella sua galleria e nelle succursali di New York, Londra, Berlino e l’Aia, garantendo così a Fanoli stipendio e fama.
All’interno della mostra sarà dato un focus particolare alle litografie a tematica canoviana in compresenza con numerose opere provenienti dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno. Accanto a queste, sarà possibile conoscere un episodio della carriera di Fanoli relativo alla committenza del conte Spiridione Papadopoli. Per questa occasione sarà esposta, per la prima volta, la statua di Galileo Galilei, proveniente da una importante collezione privata, facente parte della serie di sei statue di “uomini illustri” realizzate da Bartolomeo Ferrari (Marostica 1780 – Venezia 1844) per il conte veneziano.
La sua esperienza parigina termina negli anni Sessanta, quando si ebbe una calo di interesse per la litografia superata dalla fotografia; per questo motivo Fanoli rientrò in Italia per dedicarsi alla didattica che lo impegnò fino alla morte avvenuta a Milano nel 1876.
SEZIONI
I. L’apprendistato in Accademia
La mostra si apre con il ritratto di Fanoli del conte Leopoldo Cicognara. Le fonti dell’epoca narrano che il conte di ritorno da Possagno dov’era stato in visita ad Antonio Canova si fosse fermato a Cittadella e qui abbia conosciuto il giovane Michele e gli abbia consigliato di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove lui era presidente. Fanoli in Accademia seguì i corsi di Elementi di figura, Ornato, Prospettiva, Anatomia e Pittura distinguendosi tra i migliori allievi ottenendo dei premi, qui per la prima volta esposti al pubblico. È in queste aule che il giovane incontra le opere di Antonio Canova. Queste, alla pari della statuaria antica, erano la base di studio per ogni allievo. L’Accademia di Belle Arti di Venezia infatti, negli anni in cui era frequentata da Fanoli e prima dell’apertura della Gipsoteca di Possagno, era il Museo che possedeva più opere dello scultore neoclassico.
II. Fanoli e la pittura
Fanoli, tra gli anni Venti e Trenta, si dedica al disegno e alla pittura. Nel 1825 l’artista esordisce in Accademia come espositore presentandosi con tre disegni tratti da opere dei grandi maestri del Cinquecento; sarà proprio con questo genere di opere che Fanoli diventerà celebre. Negli anni a seguire si cimenterà abilmente anche con i nuovi temi “romantici”, della ritrattistica e della pittura sacra, producendo opere quali: La partenza dei Promessi Sposi, Dante e Sordello nel Purgatorio, il Ritratto di Giuseppe Japelli, il ciclo dedicato a San Silvestro, la pala di Santa Veronica Giuliani visibile in Duomo ecc.
III. Fanoli e la litografia tra Venezia, Parigi e Londra. Il legame con la “Maison Goupil”
All’inizio degli anni Trenta, Fanoli, come molti suoi compagni di studio, collabora con gli editori dell’epoca per l’illustrazione di pregiati volumi, realizzando soprattutto ritratti. Attratto da questo mondo, l’artista decide di abbandonare la pittura per dedicarsi alla nuova tecnica litografica di cui però a Venezia e negli altri territori dell’Impero mancavano i macchinari. Con i disegni pronti per le cinque litografie a tematica canoviana l’artista di Cittadella partì alla volta di Parigi. Qui trovò la disponibilità del massimo stabilimento litografico parigino, quello di Lemercier, e riuscì a vendere le sue opere tramite Goupil, il famosissimo gallerista degli impressionisti. Il successo fu strepitoso, Goupil lo mise sotto contratto per realizzare litografie tratte da capolavori d’arte antica e da opere contemporanee selezionate ai “Salon” e da vendere nelle succursali della Galleria a New York, Londra, Berlino, l’Aja. Fanoli da questo momento godette di fama incontrastata, vinse medaglie d’oro ai Salon parigini, venne chiamato a Londra per la realizzazione di una serie di litografie da dipinti della scuola Nazarena. Negli anni Sessanta Fanoli dovette però scontrarsi con le sempre più avanzate tecniche di riproduzione, la fotografia si perfezionò al punto che l’arte litografia perse d’interesse, soprattutto a Parigi. In quello stesso momento l’Accademia di Belle Arti di Brera lo chiamò per entrare nelle fila dei suoi docenti ed egli accettò questa nuova sfida assumendo la cattedra della scuola di litografia dal 1861 fino all’anno della sua morte nel 1876.
IV. Il Pantheon degli uomini illustri per il conte Papadopoli. Scultura, incisione e letteratura in rapporto al Washington di Antonio Canova.
Negli anni trenta dell’Ottocento, il conte Antonio Papadopoli fece realizzare a Bartolomeo Ferrari (Marostica 1780 – Venezia 1844) sei statue rappresentanti altrettanti uomini illustri: Pietro Bembo Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Galileo Galilei, Niccolò Macchiavelli e Paolo Sarpi. Quando, alla morte di Antonio, le sculture passarono al fratello Spiridione, questi decise di renderle note al grande pubblico. Per fare ciò decise di coinvolgere Michele Fanoli per la rappresentazione delle statue e Pietro Giordani per la descrizione. Quest’ultimo grande amico ed estimatore di Canova, non poté esimersi nel fare un parallelo con la statua di Washington di Canova e le sculture di Ferrari.
V. Perpetuare la memoria delle opere di Antonio Canova.
Le prossime sezioni della mostra sono dedicate alle cinque litografie dedicate alle Opere di Antonio Canova, pubblicate da Fanoli a Parigi tra il 1841 e il 1846. L’idea dell’opera venne a Michele su suggerimento di Leopoldo Cicognara. Visto lo scarseggiare sul mercato delle incisioni volute dallo stesso Canova per illustrare le sue opere, visto il numero considerevole di queste e il costo proibitivo, Fanoli pensò di realizzare una serie di cinque tavole dal costo accessibile dove fossero presenti tutte le opere dello scultore, radunandole per temi e inserendole in luoghi emblematici. Per rendere al meglio ogni dettaglio delle sculture, l’artista non si basò sulle incisioni preesistenti e accessibili in Accademia ma, in accordo con Giovanni Battista Sartori Canova, fratello dello scultore, si recò personalmente a Possagno dov’era in costruzione la Gipsoteca e realizzò così i disegni di tutte le opere. Quando nel 1855 presentò l’intera serie al Salon parigino di quell’anno nel catalogo venne specificato “disegni secondo i modelli originali esistenti a Possagno patria del Canova”. Le sezioni ci permetteranno di poter confrontare l’opera di Fanoli, con i modelli originali delle opere di Canova che lo stesso litografo ha studiato a Possagno.
Le sezioni seguono l’ordine cronologico di pubblicazione a Parigi delle tavole.
o Statue gentili e amorose
o Soggetti eroici in un’arena
o Ritratti in un Pantheon
o Tombe e mausolei in un vasto sotterraneo
o Soggetti religiosi in una chiesa
La mostra e il catalogo porteranno alla riscoperta del pittore e litografo e sveleranno numerose novità grazie ad una accurata ricerca d’archivio.
L’esposizione verrà allestita presso Palazzo Pretorio a Cittadella e ripercorrerà l’intera carriera di Michele Fanoli, dall’apprendistato in Accademia di Belle Arti a Venezia, dove era viva l’influenza di Antonio Canova, fino al trasferimento a Parigi. Fanoli si trasferì in Francia per avere a diposizione le più avanzate tecniche dell’arte litografica che gli permisero di stampare le sue Opere di Antonio Canova nel famoso stabilimento litografico di Lemercier e venderle nella galleria di Goupil, il famosissimo gallerista degli impressionisti e post-impressionisti. Goupil, all’epoca, si occupava esclusivamente di incisioni e litografie tratte da capolavori d’arte antica e da opere contemporanee selezionate ai “Salon” parigini. In seguito ad un suggerimento del pittore Paul Delaroche, Goupil commissionò a Fanoli moltissime riproduzioni litografiche di capolavori di arte antica e contemporanea da vendere nella sua galleria e nelle succursali di New York, Londra, Berlino e l’Aia, garantendo così a Fanoli stipendio e fama.
All’interno della mostra sarà dato un focus particolare alle litografie a tematica canoviana in compresenza con numerose opere provenienti dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno. Accanto a queste, sarà possibile conoscere un episodio della carriera di Fanoli relativo alla committenza del conte Spiridione Papadopoli. Per questa occasione sarà esposta, per la prima volta, la statua di Galileo Galilei, proveniente da una importante collezione privata, facente parte della serie di sei statue di “uomini illustri” realizzate da Bartolomeo Ferrari (Marostica 1780 – Venezia 1844) per il conte veneziano.
La sua esperienza parigina termina negli anni Sessanta, quando si ebbe una calo di interesse per la litografia superata dalla fotografia; per questo motivo Fanoli rientrò in Italia per dedicarsi alla didattica che lo impegnò fino alla morte avvenuta a Milano nel 1876.
SEZIONI
I. L’apprendistato in Accademia
La mostra si apre con il ritratto di Fanoli del conte Leopoldo Cicognara. Le fonti dell’epoca narrano che il conte di ritorno da Possagno dov’era stato in visita ad Antonio Canova si fosse fermato a Cittadella e qui abbia conosciuto il giovane Michele e gli abbia consigliato di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove lui era presidente. Fanoli in Accademia seguì i corsi di Elementi di figura, Ornato, Prospettiva, Anatomia e Pittura distinguendosi tra i migliori allievi ottenendo dei premi, qui per la prima volta esposti al pubblico. È in queste aule che il giovane incontra le opere di Antonio Canova. Queste, alla pari della statuaria antica, erano la base di studio per ogni allievo. L’Accademia di Belle Arti di Venezia infatti, negli anni in cui era frequentata da Fanoli e prima dell’apertura della Gipsoteca di Possagno, era il Museo che possedeva più opere dello scultore neoclassico.
II. Fanoli e la pittura
Fanoli, tra gli anni Venti e Trenta, si dedica al disegno e alla pittura. Nel 1825 l’artista esordisce in Accademia come espositore presentandosi con tre disegni tratti da opere dei grandi maestri del Cinquecento; sarà proprio con questo genere di opere che Fanoli diventerà celebre. Negli anni a seguire si cimenterà abilmente anche con i nuovi temi “romantici”, della ritrattistica e della pittura sacra, producendo opere quali: La partenza dei Promessi Sposi, Dante e Sordello nel Purgatorio, il Ritratto di Giuseppe Japelli, il ciclo dedicato a San Silvestro, la pala di Santa Veronica Giuliani visibile in Duomo ecc.
III. Fanoli e la litografia tra Venezia, Parigi e Londra. Il legame con la “Maison Goupil”
All’inizio degli anni Trenta, Fanoli, come molti suoi compagni di studio, collabora con gli editori dell’epoca per l’illustrazione di pregiati volumi, realizzando soprattutto ritratti. Attratto da questo mondo, l’artista decide di abbandonare la pittura per dedicarsi alla nuova tecnica litografica di cui però a Venezia e negli altri territori dell’Impero mancavano i macchinari. Con i disegni pronti per le cinque litografie a tematica canoviana l’artista di Cittadella partì alla volta di Parigi. Qui trovò la disponibilità del massimo stabilimento litografico parigino, quello di Lemercier, e riuscì a vendere le sue opere tramite Goupil, il famosissimo gallerista degli impressionisti. Il successo fu strepitoso, Goupil lo mise sotto contratto per realizzare litografie tratte da capolavori d’arte antica e da opere contemporanee selezionate ai “Salon” e da vendere nelle succursali della Galleria a New York, Londra, Berlino, l’Aja. Fanoli da questo momento godette di fama incontrastata, vinse medaglie d’oro ai Salon parigini, venne chiamato a Londra per la realizzazione di una serie di litografie da dipinti della scuola Nazarena. Negli anni Sessanta Fanoli dovette però scontrarsi con le sempre più avanzate tecniche di riproduzione, la fotografia si perfezionò al punto che l’arte litografia perse d’interesse, soprattutto a Parigi. In quello stesso momento l’Accademia di Belle Arti di Brera lo chiamò per entrare nelle fila dei suoi docenti ed egli accettò questa nuova sfida assumendo la cattedra della scuola di litografia dal 1861 fino all’anno della sua morte nel 1876.
IV. Il Pantheon degli uomini illustri per il conte Papadopoli. Scultura, incisione e letteratura in rapporto al Washington di Antonio Canova.
Negli anni trenta dell’Ottocento, il conte Antonio Papadopoli fece realizzare a Bartolomeo Ferrari (Marostica 1780 – Venezia 1844) sei statue rappresentanti altrettanti uomini illustri: Pietro Bembo Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Galileo Galilei, Niccolò Macchiavelli e Paolo Sarpi. Quando, alla morte di Antonio, le sculture passarono al fratello Spiridione, questi decise di renderle note al grande pubblico. Per fare ciò decise di coinvolgere Michele Fanoli per la rappresentazione delle statue e Pietro Giordani per la descrizione. Quest’ultimo grande amico ed estimatore di Canova, non poté esimersi nel fare un parallelo con la statua di Washington di Canova e le sculture di Ferrari.
V. Perpetuare la memoria delle opere di Antonio Canova.
Le prossime sezioni della mostra sono dedicate alle cinque litografie dedicate alle Opere di Antonio Canova, pubblicate da Fanoli a Parigi tra il 1841 e il 1846. L’idea dell’opera venne a Michele su suggerimento di Leopoldo Cicognara. Visto lo scarseggiare sul mercato delle incisioni volute dallo stesso Canova per illustrare le sue opere, visto il numero considerevole di queste e il costo proibitivo, Fanoli pensò di realizzare una serie di cinque tavole dal costo accessibile dove fossero presenti tutte le opere dello scultore, radunandole per temi e inserendole in luoghi emblematici. Per rendere al meglio ogni dettaglio delle sculture, l’artista non si basò sulle incisioni preesistenti e accessibili in Accademia ma, in accordo con Giovanni Battista Sartori Canova, fratello dello scultore, si recò personalmente a Possagno dov’era in costruzione la Gipsoteca e realizzò così i disegni di tutte le opere. Quando nel 1855 presentò l’intera serie al Salon parigino di quell’anno nel catalogo venne specificato “disegni secondo i modelli originali esistenti a Possagno patria del Canova”. Le sezioni ci permetteranno di poter confrontare l’opera di Fanoli, con i modelli originali delle opere di Canova che lo stesso litografo ha studiato a Possagno.
Le sezioni seguono l’ordine cronologico di pubblicazione a Parigi delle tavole.
o Statue gentili e amorose
o Soggetti eroici in un’arena
o Ritratti in un Pantheon
o Tombe e mausolei in un vasto sotterraneo
o Soggetti religiosi in una chiesa
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