Marcello Jori. Giacimento di Passioni
Dal 29 Settembre 2012 al 28 Ottobre 2012
Padova
Luogo: Galleria Cavour
Indirizzo: piazza Cavour
Orari: da martedì a domenica 16-20
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 049 8752747
E-Mail info: infocultura@comune.padova.it
Sito ufficiale: http://padovacultura.padovanet.it
Artista colto, multiforme e brillante, Marcello Jori torna a Padova dopo quasi trent'anni con un'esposizione che mette in scena una parte importante del suo ricchissimo percorso artistico. Nella Galleria Civica di Piazza Cavour Jori ha voluto andare molto indietro nel tempo, e arrivare fino a oggi con una selezione di opere significative per un viaggio che comincia dalla scrittura e finisce nella scrittura.
Durante il percorso si incontrano tutte le variazioni con cui Jori ha vissuto la pittura, la scrittura, la lettura, giungendo a creare un personale linguaggio basato su preziosi cristalli declinati in giacimenti grezzi, foreste notturne, straordinarie città ideali.
Si comincia dai primi cartigli degli anni ottanta, nei quali una scrittura pittorica e avventurosa si snoda lungo gli angoli delle pareti, sui soffitti e i pavimenti, per arrivare alla scrittura e agli acquerelli di oggi negli Albi dell’avventura, libri scritti e acquerellati a mano in copia unica.
Durante il percorso si incontrano tutte le variazioni con cui Jori ha vissuto la pittura, la scrittura, la lettura, giungendo a creare un personale linguaggio basato su preziosi cristalli declinati in giacimenti grezzi, foreste notturne, straordinarie città ideali. A riprova della sua curiosa e inarrestabile versatilità Jori, meranese di nascita ma cresciuto artisticamente nella vivacissima Bologna di metà anni '70, è stato tra i fondatori del Nuovo fumetto italiano, si è tuffato nel rock disegnando copertine (per Patty Pravo) e scenografie (per Vasco Rossi), ha mescolato pittura, fotografia, design e scrittura, con la rara capacità di scivolare dalla comunicazione di massa ai templi del sistema dell'arte, come le grandi gallerie o la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma.
Dall'allestimento di vecchi e nuovi capolavori - nel senso di opere chiave del suo discorso - esce a Padova un'esposizione che ripercorrendo molto del suo lavoro ne suggerisce un'entusiasmante lettura d'insieme, proprio nel momento in cui le opere concettuali dei suoi esordi prendono la strada delle maggiori collezioni private italiane, in una riscoperta storicizzante, e cresce l'interesse dei mercati extraeuropei verso la sua attività.
All’interno di questo progetto di arte totale si inserisce, quasi a completamento, l’esposizione di Arte e Design nella Galleria Daniele in Piazzetta S.Nicolò 1 dove, a partire dalle ore 19.00 del 28 settembre, si scoprirà un’altra delle mille sfaccettature dell’arte di Jori: la pittura diventata utile, la pittura straripata nel vivere, quando i colori e le forme si adoperano per mangiare, dormire, abitare, in altre parole si entra nel design.
Marcello Jori nasce a Merano nel 1951. Fra i protagonisti della scena artistica italiana, partecipa a tre Biennali di Venezia, alla Biennale di Parigi, a due Quadriennali di Roma. Tiene mostre in gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Galleria d’Arte Moderna, Roma; Studio Morra e Galleria Trisorio Napoli, Castel Sant’Elmo Napoli; Studio Marconi, Milano; Galleria De’ Foscherari e Galleria d’Arte Moderna, Bologna. Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento.Hayward Gallery, Londra; Kunstverein, Francoforte; Holly Solomon, New York.
Negli anni 90 partecipa alla mostra Psicho, curata da C. Leight, A. Dannat e D. Kuspit, e a un’importante esposizione a quattro, con Dan Flavin, Sol LeWitt e James Croak, al Kunst Hall di New York. Tiene anche una personale all’ Art Institute di Boston.
Fin dall’inizio della sua attività, persegue un progetto di arte totale che oggi lo porta a rivestire una posizione di grande attualità nella definizione dell’eclettismo contemporaneo.
In quanti modi raccontare la storia di Marcello Jori? Di suo, Jori sfugge ad ogni narrazione. Non ama essere raggiunto: lo fermi qui ed è già lì, lo cerchi lì ed è già altrove. Non c’è modo di allineare il suo formidabile eclettismo, il suo progetto di arte totale , che forse è perfino più romantico che postmoderno e spande logica e sentimento in ogni possibile piega del contemporaneo. Si può solo tentare di inseguirlo, ammantarsi di un tessuto gemmato ed entrare in scena, nel suo teatro, come lui recitando simultaneità, ubiquità e paratassi. (dal testo in catalogo di Stefano Annibaletto)
Durante il percorso si incontrano tutte le variazioni con cui Jori ha vissuto la pittura, la scrittura, la lettura, giungendo a creare un personale linguaggio basato su preziosi cristalli declinati in giacimenti grezzi, foreste notturne, straordinarie città ideali.
Si comincia dai primi cartigli degli anni ottanta, nei quali una scrittura pittorica e avventurosa si snoda lungo gli angoli delle pareti, sui soffitti e i pavimenti, per arrivare alla scrittura e agli acquerelli di oggi negli Albi dell’avventura, libri scritti e acquerellati a mano in copia unica.
Durante il percorso si incontrano tutte le variazioni con cui Jori ha vissuto la pittura, la scrittura, la lettura, giungendo a creare un personale linguaggio basato su preziosi cristalli declinati in giacimenti grezzi, foreste notturne, straordinarie città ideali. A riprova della sua curiosa e inarrestabile versatilità Jori, meranese di nascita ma cresciuto artisticamente nella vivacissima Bologna di metà anni '70, è stato tra i fondatori del Nuovo fumetto italiano, si è tuffato nel rock disegnando copertine (per Patty Pravo) e scenografie (per Vasco Rossi), ha mescolato pittura, fotografia, design e scrittura, con la rara capacità di scivolare dalla comunicazione di massa ai templi del sistema dell'arte, come le grandi gallerie o la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma.
Dall'allestimento di vecchi e nuovi capolavori - nel senso di opere chiave del suo discorso - esce a Padova un'esposizione che ripercorrendo molto del suo lavoro ne suggerisce un'entusiasmante lettura d'insieme, proprio nel momento in cui le opere concettuali dei suoi esordi prendono la strada delle maggiori collezioni private italiane, in una riscoperta storicizzante, e cresce l'interesse dei mercati extraeuropei verso la sua attività.
All’interno di questo progetto di arte totale si inserisce, quasi a completamento, l’esposizione di Arte e Design nella Galleria Daniele in Piazzetta S.Nicolò 1 dove, a partire dalle ore 19.00 del 28 settembre, si scoprirà un’altra delle mille sfaccettature dell’arte di Jori: la pittura diventata utile, la pittura straripata nel vivere, quando i colori e le forme si adoperano per mangiare, dormire, abitare, in altre parole si entra nel design.
Marcello Jori nasce a Merano nel 1951. Fra i protagonisti della scena artistica italiana, partecipa a tre Biennali di Venezia, alla Biennale di Parigi, a due Quadriennali di Roma. Tiene mostre in gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Galleria d’Arte Moderna, Roma; Studio Morra e Galleria Trisorio Napoli, Castel Sant’Elmo Napoli; Studio Marconi, Milano; Galleria De’ Foscherari e Galleria d’Arte Moderna, Bologna. Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento.Hayward Gallery, Londra; Kunstverein, Francoforte; Holly Solomon, New York.
Negli anni 90 partecipa alla mostra Psicho, curata da C. Leight, A. Dannat e D. Kuspit, e a un’importante esposizione a quattro, con Dan Flavin, Sol LeWitt e James Croak, al Kunst Hall di New York. Tiene anche una personale all’ Art Institute di Boston.
Fin dall’inizio della sua attività, persegue un progetto di arte totale che oggi lo porta a rivestire una posizione di grande attualità nella definizione dell’eclettismo contemporaneo.
In quanti modi raccontare la storia di Marcello Jori? Di suo, Jori sfugge ad ogni narrazione. Non ama essere raggiunto: lo fermi qui ed è già lì, lo cerchi lì ed è già altrove. Non c’è modo di allineare il suo formidabile eclettismo, il suo progetto di arte totale , che forse è perfino più romantico che postmoderno e spande logica e sentimento in ogni possibile piega del contemporaneo. Si può solo tentare di inseguirlo, ammantarsi di un tessuto gemmato ed entrare in scena, nel suo teatro, come lui recitando simultaneità, ubiquità e paratassi. (dal testo in catalogo di Stefano Annibaletto)
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