L’angelo degli artisti. L’arte del ‘900 e il Ristorante All’Angelo a Venezia
Dal 02 Luglio 2021 al 26 Settembre 2021
Padova
Luogo: Stabilimento Pedrocchi
Indirizzo: Via VIII Febbraio 15
Orari: tutti i giorni (tranne i lunedi non festivi) dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18
Curatori: Giandomenico Romanelli, Pascaline Vatin
Enti promotori:
- Comune di Padova
enezia e Padova legate dall’arte, dalla storia, dalla cucina in una mostra, allestita nella splendida e storica location del Caffè Pedrocchi di Padova, che vuole raccontare un esempio di mecenatismo e una ristorazione che hanno fatto storia e reso grande un luogo come il Ristorante all’Angelo di Venezia, a pochi passi da Piazza San Marco.
Venerdì 2 luglio alle 18.30 viene inaugurata nelle sale del piano nobile dello Stabilimento Pedrocchi la mostra «L’angelo degli artisti. L’arte del ‘900 e il Ristorante All’Angelo a Venezia». La mostra, ospitata fino a poco tempo fa nella prestigiosa sede della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, sarà visitabile fino al 26 settembre, dopo un adattamento al luogo e all’ambiente del Pedrocchi.
Dietro all’allestimento e alla progettazione della mostra padovana non c’è solo Venezia, ma anche un grande personaggio polesano: il critico Giuseppe Marchiori, che fece da guida ai giovani artisti che poi firmarono il Manifesto del Fronte Nuovo delle Arti. La mostra esalta quel momento storico attraverso i capisaldi della collezione, ossia i trittici di Emilio Vedova, Armando Pizzinato e Giuseppe Santomaso.
«La vicenda artistica veneziana del secondo dopoguerra è uno degli episodi più alti della storia dell’arte italiana del 900», dice l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio. «Il Fronte Nuovo delle Arti , pur nella sua breve esistenza, segnò una direzione obbligata, ed è emozionante pensare che gli straordinari trittici dipinti da Vedova, Pizzinato e Santomaso per le sale dell’Angelo, dove quegli artisti discussero il loro manifesto, saranno esposti nelle sale del nostro Caffé Pedrocchi. E’ una bella occasione di riflessione su quei luoghi di incontro e ristorazione che spesso sono stati teatro di discussioni culturali, letterarie e artistiche, e il Pedrocchi nella sua lunga storia ha certamente giocato in modo importante anche questo ruolo».
L’esposizione racconta di un luogo, il ristorante all’Angelo, dove subito dopo la seconda guerra mondiale è nata, cresciuta e decollata a livello internazionale una esperienza artistica di illuminato mecenatismo, in un luogo di ristorazione di ampio respiro, che ha segnato la storia culturale dell’Italia. Dal 1946 in poi e anche in forza delle fortune della Biennale d’Arte, l’Angelo è diventato, fino certo agli anni Ottanta, un polo irrinunciabile della vicenda artistica nazionale e internazionale. E questa storia si è potuta realizzare grazie all’impegno dei fratelli Vittorio e Renato Carrain, proprietari e gestori del Ristorante All’Angelo di quegli anni.Quel luogo oggi è stato acquisito da FedeGroup, società che gestisce da anni a Padova il Caffè Pedrocchi, di proprietà del Comune di Padova. Una congiuntura che ha fornito la possibilità di allestire questa mostra proprio al Pedrocchi, luogo di cultura e di eccellenza enogastronomica.
La mostra è un percorso che consente di godere delle grandi opere presenti all’Angelo che rischiavano di essere disperse. Grazie all’impegno di un collezionista rodigino, l’ingegner Luciano Zerbinati e all’intuizione di Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin, curatori anche del catalogo pubblicato da Lineadacqua, il visitatore potrà trovare al Pedrocchi una settantina di dipinti di artisti italiani e stranieri di primo piano, che facevano parte della collezione dell’Angelo e che sono poi stati acquistati proprio dal collezionista rodigino.
Questi dipinti, assieme ai documenti di vario genere che li accompagnano (lettere originali, libri, cataloghi e altro), consentono di ricostruire la ricchissima storia artistica ed enogastronomica che diede luogo quasi ad una leggenda, quella dell’Angelo. Una leggenda arricchita dalla presenza di Peggy Guggenheim all’interno di quel ristorante: in questa mostra viene esposto il famoso salottino rosso a lei riservato, dove ospitava i suoi amici artisti insieme al critico Giuseppe Marchiori.
Un ampio catalogo che contiene la riproduzione di tutti i materiali esposti e una rassegna storica e critica dell’esperienza dell’Angelo accompagna la mostra e ne costituisce l’indispensabile apparato illustrativo, assieme ad una documentazione video raccontata nella sua interezza dal professor Romanelli.
La mostra si inserisce nei festeggiamenti per i 190 anni del Caffè Padrocchi e dimostra anche che il mondo dell’arte non si deve limitare ai musei e al collezionismo privato, ma può trovare spazio anche in luoghi destinati ad altre attività, come la ristorazione.
«Crediamo ci sia un filo rosso – conclude Manolo Rigoni direttore del Caffè Pedrocchi – che leghi le vicende dell’Angelo a quelle del Pedrocchi. Il caffè senza porte da sempre e storicamente promuove iniziative musicali a artistiche e rappresenta uno dei più celebri e celebrati monumenti storici di Padova, universalmente riconosciuto anche come un vero caposaldo nella storia della ristorazione intesa come fatto sociale e culturale oltre che commerciale. Questa mostra si inserisce in questa visione e vale come impegno per il futuro: dalla buona ristorazione e da un luogo unico possono nascere cultura e occasioni di crescita per la città. Da parte nostra cerchiamo di fare questo, così come fecero i fratelli Carrain il secolo scorso nel loro ristorante veneziano».
Venerdì 2 luglio alle 18.30 viene inaugurata nelle sale del piano nobile dello Stabilimento Pedrocchi la mostra «L’angelo degli artisti. L’arte del ‘900 e il Ristorante All’Angelo a Venezia». La mostra, ospitata fino a poco tempo fa nella prestigiosa sede della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, sarà visitabile fino al 26 settembre, dopo un adattamento al luogo e all’ambiente del Pedrocchi.
Dietro all’allestimento e alla progettazione della mostra padovana non c’è solo Venezia, ma anche un grande personaggio polesano: il critico Giuseppe Marchiori, che fece da guida ai giovani artisti che poi firmarono il Manifesto del Fronte Nuovo delle Arti. La mostra esalta quel momento storico attraverso i capisaldi della collezione, ossia i trittici di Emilio Vedova, Armando Pizzinato e Giuseppe Santomaso.
«La vicenda artistica veneziana del secondo dopoguerra è uno degli episodi più alti della storia dell’arte italiana del 900», dice l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio. «Il Fronte Nuovo delle Arti , pur nella sua breve esistenza, segnò una direzione obbligata, ed è emozionante pensare che gli straordinari trittici dipinti da Vedova, Pizzinato e Santomaso per le sale dell’Angelo, dove quegli artisti discussero il loro manifesto, saranno esposti nelle sale del nostro Caffé Pedrocchi. E’ una bella occasione di riflessione su quei luoghi di incontro e ristorazione che spesso sono stati teatro di discussioni culturali, letterarie e artistiche, e il Pedrocchi nella sua lunga storia ha certamente giocato in modo importante anche questo ruolo».
L’esposizione racconta di un luogo, il ristorante all’Angelo, dove subito dopo la seconda guerra mondiale è nata, cresciuta e decollata a livello internazionale una esperienza artistica di illuminato mecenatismo, in un luogo di ristorazione di ampio respiro, che ha segnato la storia culturale dell’Italia. Dal 1946 in poi e anche in forza delle fortune della Biennale d’Arte, l’Angelo è diventato, fino certo agli anni Ottanta, un polo irrinunciabile della vicenda artistica nazionale e internazionale. E questa storia si è potuta realizzare grazie all’impegno dei fratelli Vittorio e Renato Carrain, proprietari e gestori del Ristorante All’Angelo di quegli anni.Quel luogo oggi è stato acquisito da FedeGroup, società che gestisce da anni a Padova il Caffè Pedrocchi, di proprietà del Comune di Padova. Una congiuntura che ha fornito la possibilità di allestire questa mostra proprio al Pedrocchi, luogo di cultura e di eccellenza enogastronomica.
La mostra è un percorso che consente di godere delle grandi opere presenti all’Angelo che rischiavano di essere disperse. Grazie all’impegno di un collezionista rodigino, l’ingegner Luciano Zerbinati e all’intuizione di Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin, curatori anche del catalogo pubblicato da Lineadacqua, il visitatore potrà trovare al Pedrocchi una settantina di dipinti di artisti italiani e stranieri di primo piano, che facevano parte della collezione dell’Angelo e che sono poi stati acquistati proprio dal collezionista rodigino.
Questi dipinti, assieme ai documenti di vario genere che li accompagnano (lettere originali, libri, cataloghi e altro), consentono di ricostruire la ricchissima storia artistica ed enogastronomica che diede luogo quasi ad una leggenda, quella dell’Angelo. Una leggenda arricchita dalla presenza di Peggy Guggenheim all’interno di quel ristorante: in questa mostra viene esposto il famoso salottino rosso a lei riservato, dove ospitava i suoi amici artisti insieme al critico Giuseppe Marchiori.
Un ampio catalogo che contiene la riproduzione di tutti i materiali esposti e una rassegna storica e critica dell’esperienza dell’Angelo accompagna la mostra e ne costituisce l’indispensabile apparato illustrativo, assieme ad una documentazione video raccontata nella sua interezza dal professor Romanelli.
La mostra si inserisce nei festeggiamenti per i 190 anni del Caffè Padrocchi e dimostra anche che il mondo dell’arte non si deve limitare ai musei e al collezionismo privato, ma può trovare spazio anche in luoghi destinati ad altre attività, come la ristorazione.
«Crediamo ci sia un filo rosso – conclude Manolo Rigoni direttore del Caffè Pedrocchi – che leghi le vicende dell’Angelo a quelle del Pedrocchi. Il caffè senza porte da sempre e storicamente promuove iniziative musicali a artistiche e rappresenta uno dei più celebri e celebrati monumenti storici di Padova, universalmente riconosciuto anche come un vero caposaldo nella storia della ristorazione intesa come fatto sociale e culturale oltre che commerciale. Questa mostra si inserisce in questa visione e vale come impegno per il futuro: dalla buona ristorazione e da un luogo unico possono nascere cultura e occasioni di crescita per la città. Da parte nostra cerchiamo di fare questo, così come fecero i fratelli Carrain il secolo scorso nel loro ristorante veneziano».
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