Claudio Mainardi. La Habana, la perla e l’ombra
Dal 12 Settembre 2014 al 12 Ottobre 2014
Padova
Luogo: Galleria Cavour
Indirizzo: piazza Cavour
Orari: 10-13 / 15-19; lunedì chiuso
Curatori: Carlo Silvestrin
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Padova
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 049 8204529
E-Mail info: donolatol@comune.padova.it
Sito ufficiale: http://padovacultura.padovanet.it
L’assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Padova presenta la mostra CLAUDIO MAINARDI: La Habana, la perla e l’ombra a cura di Carlo Silvestrin.
L ’esposizione propone circa 150 fotografie in bianco e nero realizzate dal 2002 al 2013 che raccontano con stile realistico la affascinante e fragile città caraibica.
Claudio Mainardi non è capitato all’Avana per caso e per raccontarla ha tirato fuori tutta la discrezione, la compostezza, quasi la castità del bianco e nero con lo sguardo ammirato di chi sa innamorarsi. Ci sono candore e pietà, silenziosi e partecipi, nel suo cogliere movimenti e ammicchi, rovine e cosmetica, vitalità e memoria, consunzione e ironia. Su e giù per i quattro luoghi cardinali dell’Avana, i suoi quattro fantasmi tenuti insieme dal Malecón: il porto, la città coloniale, il centro e il Vedado. Mainardi non fissa i luoghi celebri, monumentali, retorici o folclorici.
Al contrario. Indovina le forme sedimentate dal tempo in un bislacco palinsesto e l’espressività umanissima degli avanesi. Una vetrina con dentro quasi nulla, o appena una ghirlanda di chissà quale remota festa.
L'Avana è un immenso chiaroscuro tra cielo e mare. È intessuta d'acqua e di vento almeno quanto di vetro e di mattoni. L'Avana è un immenso chiaroscuro tra cielo e mare. Una città divelta e nuda, che si lascia fotografare senza pudore. Ma è anche una città segreta, che ti fa percorrere labirinti su labirinti in cerca dei suoi spazi più nascosti, e ti prende in giro come un enigma barocco d'arte povera. Ti spedisce tra soppalchi e gradini, corridoi e portoni, tetti e tende, cortili e cucine e alla fine ti ritrovi daccapo. Claudio Mainardi per raccontarla ha tirato fuori tutta la discrezione, la compostezza, quasi la castità del bianco e nero. Con lo sguardo ammirato e dolente insieme di chi sa innamorarsi, ma anche compatire. Ci sono candore e pietà, silenziosi e partecipi, nel suo cogliere movimenti e ammicchi, rovine e cosmetica, vitalità.
Questo viaggio fotografico nasce come progetto nel 2002 e dopo dodici anni di lavoro viene ora presentato a Padova. La mostra sarà accompagnata dal libro omonimo La Habana, la perla e l’ombra, con un testo di Danilo Manera (Vianello Libri 2010).
L ’esposizione propone circa 150 fotografie in bianco e nero realizzate dal 2002 al 2013 che raccontano con stile realistico la affascinante e fragile città caraibica.
Claudio Mainardi non è capitato all’Avana per caso e per raccontarla ha tirato fuori tutta la discrezione, la compostezza, quasi la castità del bianco e nero con lo sguardo ammirato di chi sa innamorarsi. Ci sono candore e pietà, silenziosi e partecipi, nel suo cogliere movimenti e ammicchi, rovine e cosmetica, vitalità e memoria, consunzione e ironia. Su e giù per i quattro luoghi cardinali dell’Avana, i suoi quattro fantasmi tenuti insieme dal Malecón: il porto, la città coloniale, il centro e il Vedado. Mainardi non fissa i luoghi celebri, monumentali, retorici o folclorici.
Al contrario. Indovina le forme sedimentate dal tempo in un bislacco palinsesto e l’espressività umanissima degli avanesi. Una vetrina con dentro quasi nulla, o appena una ghirlanda di chissà quale remota festa.
L'Avana è un immenso chiaroscuro tra cielo e mare. È intessuta d'acqua e di vento almeno quanto di vetro e di mattoni. L'Avana è un immenso chiaroscuro tra cielo e mare. Una città divelta e nuda, che si lascia fotografare senza pudore. Ma è anche una città segreta, che ti fa percorrere labirinti su labirinti in cerca dei suoi spazi più nascosti, e ti prende in giro come un enigma barocco d'arte povera. Ti spedisce tra soppalchi e gradini, corridoi e portoni, tetti e tende, cortili e cucine e alla fine ti ritrovi daccapo. Claudio Mainardi per raccontarla ha tirato fuori tutta la discrezione, la compostezza, quasi la castità del bianco e nero. Con lo sguardo ammirato e dolente insieme di chi sa innamorarsi, ma anche compatire. Ci sono candore e pietà, silenziosi e partecipi, nel suo cogliere movimenti e ammicchi, rovine e cosmetica, vitalità.
Questo viaggio fotografico nasce come progetto nel 2002 e dopo dodici anni di lavoro viene ora presentato a Padova. La mostra sarà accompagnata dal libro omonimo La Habana, la perla e l’ombra, con un testo di Danilo Manera (Vianello Libri 2010).
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