Nero Project | Antonello Fresu. Novecento
Dal 07 Dicembre 2013 al 15 Febbraio 2014
Oristano
Luogo: Pinacoteca comunale Carlo Contini
Indirizzo: via Sant’Antonio
Orari: da lunedì a sabato 10.30-13/ 17-19.30
Curatori: Giannella Demuro e di Ivo Serafino Fenu
Enti promotori:
- Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano
- Regione Autonoma della Sardegna
- Fondazione Banco di Sardegna
Telefono per informazioni: +39 0783 791262/ 079 214052
E-Mail info: pinacoteca@comune.oristano.it
Sito ufficiale: http://www.comune.oristano.it
La Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano presenta Novecento, un progetto artistico di Nero Project | Antonello Fresu a cura di Giannella Demuro e di Ivo Serafino Fenu, realizzato in collaborazione con il PAV – Progetto Arti Visive dell’Associazione culturale Time in Jazz.
Opere di grande formato, diorami, libri, pop-up e installazioni rileggono i grandi conflitti del secolo appena passato e raccontano il fallimento della civiltà occidentale contemporanea.
La mostra inedita, che sarà inaugurata il prossimo venerdi 6 dicembre alle ore 18,30, mira a rileggere il cosiddetto “secolo breve” attraverso le sue più importanti vicende belliche che, a livello planetario, ne hanno scandito, come una dolorosa “danza macabra”, il suo percorso umano e temporale. In questa prospettiva il Novecento è parso, viceversa, interminabile, tanto da proiettare, ancor oggi, le sue ombre lunghissime e funeree. Fallimento della civiltà del secolo appena passato, che non ha potuto impedire guerre e stermini, e che, anzi, più di altri, può essere ricordato come il secolo delle grandi stragi.
Le grandi immagini che occupano le sale della Pinacoteca, alcune delle quali aperte al pubblico solo per questa occasione, provengono dagli archivi dei maggiori musei mondiali di storia e di fotografia, da archivi privati d’epoca o dall’iconografia familiare delle riviste di propaganda del tempo, ma anche, le più recenti, dal serbatoio infinito della “rete”, rielaborate attraverso la tecnica del “pop-up”, tecnica prettamente infantile che Antonello Fresu ha adottato per descrivere l’amara disillusione dell’innocenza infantile di fronte alla tragica brutalità del mondo.
La mostra, voluta dal curatore della Pinacoteca oristanese Ivo Serafino Fenu, si protrarrà fino al 15 febbraio 2014, aprendo simbolicamente le celebrazioni che dal prossimo anno e fino al 2018 ricorderanno in tutta Italia gli avvenimenti drammatici e luttuosi del primo conflitto mondiale.
Inserito per la sua peculiarità anche nel programma dell’iniziativa Oristano, Letture&Visioni, tesa ad esplorare i complessi rapporti tra scrittura e visualità e finalizzata ad avvicinare diverse fasce di pubblico alla lettura e ad una comprensione più profonda dei testi attraverso gli aspetti “visivi” della lettura, Novecento è un progetto multimediale che, tuttavia, propone un ribaltamento del rapporto tra testo scritto e immagine a tutto vantaggio di quest’ultima. I diversi conflitti mondiali, i protagonisti, le “menti”, i carnefici e le vittime – entrambi burattini eterodiretti, seppur con ruoli e responsabilità affatto differenti – rivivono e si raccontano in un percorso à rebours attraverso le immagini di repertorio di un foto-giornale quale fu Life e di quelle apparse su Tempo, che al settimanale statunitense si ispirò e della cui cura grafica si occupò Bruno Munari, non a caso maestro della contaminazione tra parola e immagine.
Mediante la tecnica del “pop-up”, mutuata dall’editoria per l’infanzia, innocente quanto depistante, la guerra e i suoi disastri si staccano dal fondo neutro e piatto di una storia raccontata in modo cronachistico e distante e riacquistano quell’ineluttabile tragicità e quell’inquietante attualità che solo l’arte, assieme alla vita, sanno e possono restituire.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo a colori, con testi critici dei curatori, per le Edizioni PAV/Time in Jazz, che verrà presentato al pubblico nel corso della mostra.
Opere di grande formato, diorami, libri, pop-up e installazioni rileggono i grandi conflitti del secolo appena passato e raccontano il fallimento della civiltà occidentale contemporanea.
La mostra inedita, che sarà inaugurata il prossimo venerdi 6 dicembre alle ore 18,30, mira a rileggere il cosiddetto “secolo breve” attraverso le sue più importanti vicende belliche che, a livello planetario, ne hanno scandito, come una dolorosa “danza macabra”, il suo percorso umano e temporale. In questa prospettiva il Novecento è parso, viceversa, interminabile, tanto da proiettare, ancor oggi, le sue ombre lunghissime e funeree. Fallimento della civiltà del secolo appena passato, che non ha potuto impedire guerre e stermini, e che, anzi, più di altri, può essere ricordato come il secolo delle grandi stragi.
Le grandi immagini che occupano le sale della Pinacoteca, alcune delle quali aperte al pubblico solo per questa occasione, provengono dagli archivi dei maggiori musei mondiali di storia e di fotografia, da archivi privati d’epoca o dall’iconografia familiare delle riviste di propaganda del tempo, ma anche, le più recenti, dal serbatoio infinito della “rete”, rielaborate attraverso la tecnica del “pop-up”, tecnica prettamente infantile che Antonello Fresu ha adottato per descrivere l’amara disillusione dell’innocenza infantile di fronte alla tragica brutalità del mondo.
La mostra, voluta dal curatore della Pinacoteca oristanese Ivo Serafino Fenu, si protrarrà fino al 15 febbraio 2014, aprendo simbolicamente le celebrazioni che dal prossimo anno e fino al 2018 ricorderanno in tutta Italia gli avvenimenti drammatici e luttuosi del primo conflitto mondiale.
Inserito per la sua peculiarità anche nel programma dell’iniziativa Oristano, Letture&Visioni, tesa ad esplorare i complessi rapporti tra scrittura e visualità e finalizzata ad avvicinare diverse fasce di pubblico alla lettura e ad una comprensione più profonda dei testi attraverso gli aspetti “visivi” della lettura, Novecento è un progetto multimediale che, tuttavia, propone un ribaltamento del rapporto tra testo scritto e immagine a tutto vantaggio di quest’ultima. I diversi conflitti mondiali, i protagonisti, le “menti”, i carnefici e le vittime – entrambi burattini eterodiretti, seppur con ruoli e responsabilità affatto differenti – rivivono e si raccontano in un percorso à rebours attraverso le immagini di repertorio di un foto-giornale quale fu Life e di quelle apparse su Tempo, che al settimanale statunitense si ispirò e della cui cura grafica si occupò Bruno Munari, non a caso maestro della contaminazione tra parola e immagine.
Mediante la tecnica del “pop-up”, mutuata dall’editoria per l’infanzia, innocente quanto depistante, la guerra e i suoi disastri si staccano dal fondo neutro e piatto di una storia raccontata in modo cronachistico e distante e riacquistano quell’ineluttabile tragicità e quell’inquietante attualità che solo l’arte, assieme alla vita, sanno e possono restituire.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo a colori, con testi critici dei curatori, per le Edizioni PAV/Time in Jazz, che verrà presentato al pubblico nel corso della mostra.
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