Roberto Sanchez. Tangram
Dal 06 Maggio 2022 al 20 Maggio 2022
Napoli
Luogo: A’Mbasciata Gallery Palazzo Venezia
Indirizzo: Via Benedetto Croce 19
Orari: da lunedì a sabato dalle 15 alle 19
L’avvio del nuovo decennio del secolo scorso, che ha visto proliferare ideologie, prospettive, dinamiche sociali, orientamenti religiosi in modo vasto ed ha assistito anche ad immense tragedie e conflitti, si lasciava alle spalle l’esperienza del Gruppo Sud che tra il 1947 e il ’49 era unito dalla speranza di rinnovamento da parte di artisti con progetti differenti che arrivò poi all’esperienza del Gruppo 58 ponte dell’avanguardia tra Napoli e l’Europa per rappresentare la volontà concreta di un superamento dell’astrattismo attraverso una nuova figurazione.
Alcuni artisti, tra cui Sanchez, hanno sentito l’esigenza di fare, attraverso le loro opere, un’attenta riflessione sulla loro validità rispetto al panorama evolutivo internazionale per affrontare l’arte e il suo linguaggio. Nel percorso espositivo di “Tangram”, (un rompicapo basato sulla scomposizione e ricomposizione di un quadrato di materiale rigido divisibile in cinque triangoli, un quadrato e un rombo, che possono essere usati anche per comporre a piacere figure schematiche che suggeriscono oggetti della realtà) che sarà inaugurato venerdì 6 maggio a Palazzo Venezia, l’artista napoletano presenta una trentina di lavori più recenti al cui interno emerge la continuità della sua proposta di carattere astrattista. Sanchez, attraverso la sua ricerca intende affermare la libertà assoluta del fare artistico nell’identità di un pensiero che ne anima la struttura e che consenta quella forza emotiva ed intuitiva attraverso cui ritrovare il proprio ruolo in questa società. Come un alchimista, Sanchez, arricchisce le suggestioni geometriche delle immagini con accostamenti di piani inserendo il concetto di scomposizione per riuscire ad analizzare il movimento nel tentativo di ricostruire la realtà nella sua massima integrità. A volte usando pastelli a cera oleosi l’artista, analizza il movimento e la scomposizione della realtà in piani nel tentativo di ricostruirla nella sua massima integrità.
Percorrendo i diversi sentieri dell’immaginario geometrico, Sanchez, arriva ad una fase di sintesi totale in cui il colore si sensibilizza, la nettezza delle forme geometriche di partenza è volutamente messa in crisi e dove compaiono interessi materici.
L’opera, si presenta a sè stessa indagando il suo metodo con i suoi stessi strumenti linguistici creando uno spazio controllato e rigoroso sul piano formale, ma suggestivo e risonante e non di rado poetico ed intimista per riuscire ad indagare l’universo così complesso, ma formato da elementi relativamente limitati. L’arte aniconica, detta anche non figurativa, non oggettiva, non referenziale, rappresenta una riflessione estetica maturata già nel secolo scorso. La rappresentatività del reale perde potere a favore dell’intuizione di una verità poetica che oltre a sè stessa non ha bisogno di altro. La mostra, presentata, non è una rigida sequenza, ma un relativo, libero e modificabile alternarsi di piani e colori secondo un diagramma che non è mai sempre lo stesso. “Quella di Sanchez-scrive Rosario Pinto- è una particolare declinazione delle logiche astrattive e si profila come intervento caratterizzato da forte impronta segnica, che introduce una poetica creativa coniugando le scansioni analitiche del dato con la consistenza della robustezza materica”. Contemporaneamente durate il vernissage Antonio Gatto presenta “Cararavaggiocaos”, una videopera con musiche di Giuseppe Capuano che affronta il tema della contraddizione tra quello che si ha e quello che si vorrebbe avere, tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere.
Alcuni artisti, tra cui Sanchez, hanno sentito l’esigenza di fare, attraverso le loro opere, un’attenta riflessione sulla loro validità rispetto al panorama evolutivo internazionale per affrontare l’arte e il suo linguaggio. Nel percorso espositivo di “Tangram”, (un rompicapo basato sulla scomposizione e ricomposizione di un quadrato di materiale rigido divisibile in cinque triangoli, un quadrato e un rombo, che possono essere usati anche per comporre a piacere figure schematiche che suggeriscono oggetti della realtà) che sarà inaugurato venerdì 6 maggio a Palazzo Venezia, l’artista napoletano presenta una trentina di lavori più recenti al cui interno emerge la continuità della sua proposta di carattere astrattista. Sanchez, attraverso la sua ricerca intende affermare la libertà assoluta del fare artistico nell’identità di un pensiero che ne anima la struttura e che consenta quella forza emotiva ed intuitiva attraverso cui ritrovare il proprio ruolo in questa società. Come un alchimista, Sanchez, arricchisce le suggestioni geometriche delle immagini con accostamenti di piani inserendo il concetto di scomposizione per riuscire ad analizzare il movimento nel tentativo di ricostruire la realtà nella sua massima integrità. A volte usando pastelli a cera oleosi l’artista, analizza il movimento e la scomposizione della realtà in piani nel tentativo di ricostruirla nella sua massima integrità.
Percorrendo i diversi sentieri dell’immaginario geometrico, Sanchez, arriva ad una fase di sintesi totale in cui il colore si sensibilizza, la nettezza delle forme geometriche di partenza è volutamente messa in crisi e dove compaiono interessi materici.
L’opera, si presenta a sè stessa indagando il suo metodo con i suoi stessi strumenti linguistici creando uno spazio controllato e rigoroso sul piano formale, ma suggestivo e risonante e non di rado poetico ed intimista per riuscire ad indagare l’universo così complesso, ma formato da elementi relativamente limitati. L’arte aniconica, detta anche non figurativa, non oggettiva, non referenziale, rappresenta una riflessione estetica maturata già nel secolo scorso. La rappresentatività del reale perde potere a favore dell’intuizione di una verità poetica che oltre a sè stessa non ha bisogno di altro. La mostra, presentata, non è una rigida sequenza, ma un relativo, libero e modificabile alternarsi di piani e colori secondo un diagramma che non è mai sempre lo stesso. “Quella di Sanchez-scrive Rosario Pinto- è una particolare declinazione delle logiche astrattive e si profila come intervento caratterizzato da forte impronta segnica, che introduce una poetica creativa coniugando le scansioni analitiche del dato con la consistenza della robustezza materica”. Contemporaneamente durate il vernissage Antonio Gatto presenta “Cararavaggiocaos”, una videopera con musiche di Giuseppe Capuano che affronta il tema della contraddizione tra quello che si ha e quello che si vorrebbe avere, tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere.
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