Marco Bagnoli. Locus Solus/Solis
Dal 27 Aprile 2024 al 23 Giugno 2024
Capri | Napoli
Luogo: Certosa di San Giacomo
Indirizzo: Via Certosa 10
Orari: tutti i giorni 10.00 – 16.00. Lunedì chiuso
Curatori: Marina Guida
Enti promotori:
- In collaborazione con la Direzione Regionale Musei Campania
- Col Patrocinio della Città di Capri
La grande arte contemporanea torna alla Certosa di San Giacomo , tra lo stupore e l'entusiasmo del pubblico, con il progetto site-specific dell'artista toscano Marco Bagnoli "Locus Solus/Solis" .
La mostra, a cura di Marina Guida, resterà visitabile fino al 7 giugno.
Il progetto, pensato specificamente per la Chiesa certosina d’impianto trecentesco, è organizzato dalla galleria torinese Giorgio Persano, da Studio Trisorio, e dall’Atelier Marco Bagnoli, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e con il patrocinio della Città di Capri.
Un percorso espositivo in cui ogni installazione è posta in dialogo con l'architettura e l'atmosfera mistica della sede, creando un'esperienza immersiva ed ipnotica.
Tramite l'immagine evocativa di una mongolfiera che si innalza verso il cielo, la mostra suggerisce una prospettiva affascinante: il fuoco non solo come elemento distruttivo, ma soprattutto come motore di elevazione e trasformazione, elemento spirituale della consapevolezza e della conoscenza e via di accesso per una nuova dimensione percettiva.
Una particolare illuminazione della Chiesa ha reso fruibile la video-proiezione dell’opera: Corpo di Luce, una mongolfiera luminosa, collocata sulla navata centrale, in corrispondenza della monumentale installazione in bambù di oltre 6 metri ( Il Cielo copre, la Terra sostiene), accompagnata da un tappeto sonoro che rievoca il verso delle rane ed il suono di un tamburo.
Il fuoco è il cardine simbolico della mostra. Elemento alchemico per eccellenza, in quanto riscalda, arde, distrugge, ma al tempo stesso purifica, sospinge verso l’alto, trasmuta.
Nel varcare la soglia della chiesa, l’occhio intercetta uno spazio in penombra, misterioso, coglie un gioco di forme, di profili che tendono verso l’alto susseguendosi nella navata in una prosecuzione senza soluzione di continuità. Un sentiero enigmatico in bilico tra visibile ed invisibile, immanenza e trascendenza, piano fisico e metafisico.
Il titolo doppio della mostra (Locus Solus/Locus Solis) rimanda ad una duplice interpretazione: il primo è ispirato al romanzo di Raymond Russel, nella triplice accezione di “luogo solitario”, “luogo singolare” o “luogo unico”. Il secondo titolo si riferisce invece ad un luogo di ricerca interiore e di illuminazione spirituale, un'indicazione di quella Porta-del-Sole di cui scrisse Ananda K. Coomaraswamy nel suo saggio “The “E”at Delphi.
L' idea del "Locus Solus/Solis" è associata ad un luogo straordinario o fantastico, un ambiente che è altro rispetto alla realtà quotidiana. Un territorio diverso e remoto al quale si accede dal varco metafisico che invita ad esplorare nuovi orizzonti concettuali e a sfidare i confini convenzionali della percezione e della comprensione dei piani di esistenza.
Marco Bagnoli, riesce a trasmettere un senso di spaesamento e di enigma attraverso opere che si fondono armoniosamente con l’essenza mistica del luogo. Un viaggio nel mistero e nel silenzio, che riporta alla mente la suggestiva memoria della Grotta Oscura oramai andata perduta, sulla quale fu edificata la Certosa di Capri, che porta con sé il sintomo dell’introspezione, del raccoglimento, come confà ad un recinto isolato nel significato originario della parola Certosa.
Marco Bagnoli è uno dei più significativi esponenti delle tendenze artistiche che si sono imposte in Italia alla fine degli anni Settanta. Dopo una formazione in ambito scientifico, l’artista sviluppa una ricerca che intenzionalmente si riallaccia al Rinascimento italiano, a una tradizione culturale nell’ambito della quale la filosofia e la scienza sono parte integrante del lavoro. Partecipa alla Biennale di Venezia (1982, 1986, 1997) e alla Documenta di Kassel (1982, 1992), sperimentando complesse installazioni che coinvolgono l’ambiente con il concorso di molteplici mezzi espressivi, dal disegno alla pittura, dalla stampa alla scultura. Nel corso degli anni, alimentandosi con continui studi e viaggi, nelle sue opere ha attinto suggestioni dalla cultura islamica, alla poesia mistica del persiano Rumi, dal Sufismo, dalle dottrine dell’Induismo e del Tao, dalla filosofia Pitagorica. Nel 1995 espone con una sua personale al museo Luigi Pecci di Prato. Da ricordare l’altare realizzato tra il ’94 e il ’95 nella chiesa di S. Miniato al Monte a Firenze per volere dei Padri Benedettini. Nel ’96 ha realizzato una installazione per la mostra “Accumulazioni 2” ideata da Rudi Fuchs nella sede di Zerynthia a Paliano. Nel 2017 apre a Montelupo Fiorentino l’Atelier Marco Bagnoli, uno spazio multifunzionale, che l’artista concepisce nel suo insieme come un’opera d’arte totale.
La mostra, a cura di Marina Guida, resterà visitabile fino al 7 giugno.
Il progetto, pensato specificamente per la Chiesa certosina d’impianto trecentesco, è organizzato dalla galleria torinese Giorgio Persano, da Studio Trisorio, e dall’Atelier Marco Bagnoli, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e con il patrocinio della Città di Capri.
Un percorso espositivo in cui ogni installazione è posta in dialogo con l'architettura e l'atmosfera mistica della sede, creando un'esperienza immersiva ed ipnotica.
Tramite l'immagine evocativa di una mongolfiera che si innalza verso il cielo, la mostra suggerisce una prospettiva affascinante: il fuoco non solo come elemento distruttivo, ma soprattutto come motore di elevazione e trasformazione, elemento spirituale della consapevolezza e della conoscenza e via di accesso per una nuova dimensione percettiva.
Una particolare illuminazione della Chiesa ha reso fruibile la video-proiezione dell’opera: Corpo di Luce, una mongolfiera luminosa, collocata sulla navata centrale, in corrispondenza della monumentale installazione in bambù di oltre 6 metri ( Il Cielo copre, la Terra sostiene), accompagnata da un tappeto sonoro che rievoca il verso delle rane ed il suono di un tamburo.
Il fuoco è il cardine simbolico della mostra. Elemento alchemico per eccellenza, in quanto riscalda, arde, distrugge, ma al tempo stesso purifica, sospinge verso l’alto, trasmuta.
Nel varcare la soglia della chiesa, l’occhio intercetta uno spazio in penombra, misterioso, coglie un gioco di forme, di profili che tendono verso l’alto susseguendosi nella navata in una prosecuzione senza soluzione di continuità. Un sentiero enigmatico in bilico tra visibile ed invisibile, immanenza e trascendenza, piano fisico e metafisico.
Il titolo doppio della mostra (Locus Solus/Locus Solis) rimanda ad una duplice interpretazione: il primo è ispirato al romanzo di Raymond Russel, nella triplice accezione di “luogo solitario”, “luogo singolare” o “luogo unico”. Il secondo titolo si riferisce invece ad un luogo di ricerca interiore e di illuminazione spirituale, un'indicazione di quella Porta-del-Sole di cui scrisse Ananda K. Coomaraswamy nel suo saggio “The “E”at Delphi.
L' idea del "Locus Solus/Solis" è associata ad un luogo straordinario o fantastico, un ambiente che è altro rispetto alla realtà quotidiana. Un territorio diverso e remoto al quale si accede dal varco metafisico che invita ad esplorare nuovi orizzonti concettuali e a sfidare i confini convenzionali della percezione e della comprensione dei piani di esistenza.
Marco Bagnoli, riesce a trasmettere un senso di spaesamento e di enigma attraverso opere che si fondono armoniosamente con l’essenza mistica del luogo. Un viaggio nel mistero e nel silenzio, che riporta alla mente la suggestiva memoria della Grotta Oscura oramai andata perduta, sulla quale fu edificata la Certosa di Capri, che porta con sé il sintomo dell’introspezione, del raccoglimento, come confà ad un recinto isolato nel significato originario della parola Certosa.
Marco Bagnoli è uno dei più significativi esponenti delle tendenze artistiche che si sono imposte in Italia alla fine degli anni Settanta. Dopo una formazione in ambito scientifico, l’artista sviluppa una ricerca che intenzionalmente si riallaccia al Rinascimento italiano, a una tradizione culturale nell’ambito della quale la filosofia e la scienza sono parte integrante del lavoro. Partecipa alla Biennale di Venezia (1982, 1986, 1997) e alla Documenta di Kassel (1982, 1992), sperimentando complesse installazioni che coinvolgono l’ambiente con il concorso di molteplici mezzi espressivi, dal disegno alla pittura, dalla stampa alla scultura. Nel corso degli anni, alimentandosi con continui studi e viaggi, nelle sue opere ha attinto suggestioni dalla cultura islamica, alla poesia mistica del persiano Rumi, dal Sufismo, dalle dottrine dell’Induismo e del Tao, dalla filosofia Pitagorica. Nel 1995 espone con una sua personale al museo Luigi Pecci di Prato. Da ricordare l’altare realizzato tra il ’94 e il ’95 nella chiesa di S. Miniato al Monte a Firenze per volere dei Padri Benedettini. Nel ’96 ha realizzato una installazione per la mostra “Accumulazioni 2” ideata da Rudi Fuchs nella sede di Zerynthia a Paliano. Nel 2017 apre a Montelupo Fiorentino l’Atelier Marco Bagnoli, uno spazio multifunzionale, che l’artista concepisce nel suo insieme come un’opera d’arte totale.
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