Luca Stoppini. Tra il muro della terra e i martìri
Dal 01 Aprile 2023 al 13 Aprile 2023
Napoli
Luogo: Chiesa S. Giuseppe delle Scalze
Indirizzo: Salita Pontecorvo 65
Orari: lunedì-sabato 10-16
Curatori: Maria Savarese
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sabato 1 aprile alle ore 11, nella splendida cornice della Chiesa S. Giuseppe delle Scalze a Napoli, si inaugura Tra il muro della terra e i martìri, la prima mostra fotografica a Napoli dell’artista e fotografo Luca Stoppini, con la curatela di Maria Savarese.
Una mostra che vuole restituire al pubblico quel forte impatto emozionale che l’artista ha provato entrando per la prima volta a “Le Scalze”. Come lui stesso afferma: “Immagino esista una ventiquattresima coppia di cromosomi composta da molecole del Pieno e molecole del Vuoto che riempiendosi e svuotandosi costantemente modificano fluide la geometria della forma del corpo. Le emozioni sono il motore che genera questo movimento perpetuo e il mio continuo scansirlo vuole renderle visibili. Appena entrato alle Scalze questo scambio tra pieno e vuoto mi ha colpito fisicamente …”.
Un senso di pieno e vuoto reso ancora più visibile e palpabile che si percepisce non appena varcata la navata centrale grazie all’intervento dell’artista: nella zona absidale sono state posizionate tre grandi fotografie (3x4m.) a terra e in controfacciata una di altrettanti dimensioni (3x4m.), mentre lungo tutto il perimetro delle pareti, sette opere di grandezza inferiore. Fotografie di rara eleganza, dalle forme sinuose che sembrano un tutt’uno con il contesto circostante e che avviano un dialogo visivo capace di riempire quel senso di smarrimento che si avverte quando si percorre la chiesa. Non a caso lo stesso Luca Stoppini definisce così la sensazione che si prova: “In questo luogo il pieno e il vuoto è lì, davanti a te pronto allo scambio. Apparentemente immobile ma immediatamente reattivo alle tue emozioni. La luce e il buio, l’enorme e il microscopico, il suono e il silenzio e ovviamente il sacro e il profano. Esiste lì una decadenza che vive di luce propria.
Attraversandola ti fai alto più di dieci volte la tua statura e minuscolo nello scoprirla”. Un dialogo ancora possibile in un luogo in cui il tempo sembra sospeso e la percezione degli spazi modifica anche la percezione del sé: “come uno specchio, queste immagini vogliono riflettere l’emozione che ha modificato la forma del mio corpo durante questo periodo” afferma l’artista. Lui, il luogo o per meglio dire, lei, la Chiesa, situata in pieno centro a Napoli a pochi metri di distanza da Piazza Dante, lungo Salita Pontecorvo è uno spazio denso di storia di indubbia bellezza, un esempio di architettura barocca napoletana seicentesca che deve il suo nome all’ordine monastico San Giuseppe delle Scalze.
Come un ponte tra passato, presente e futuro, Le Scalze si inserisce all’interno del tessuto culturale di Napoli e restituisce ai suoi abitanti, anche grazie a questa mostra, quell’amore per i valori più autentici tipici della nostra storia. Valori che ispirano da sempre realtà come Kiton che ha voluto dare il suo supporto all’evento che celebra e promuove l’arte. Da sempre sinonimo di eleganza e stile a livello internazionale, l’azienda si distingue per aver saputo esportare in tutto il mondo i principi
Luca Stoppini è un professionista dell’immagine a 360°. Per più di trent’anni direttore artistico di Vogue Italia e de L’Uomo Vogue, oggi direttore creativo di ICON Mondadori, ha curato il concept visuale di molte campagne e pubblicazioni della moda, affiancando sul set molti dei più grandi e conosciuti fotografi di moda e vanta collaborazioni con case editrici internazionali come Skira, Rizzoli International, Thames&Hudson e musei come Triennale di Milano, Victoria and Albert Museum di Londra. Designer grafico, ma anche artista puro, Stoppini ha sperimentato una varietà di materiali e di tecniche, per realizzare opere immagini bi e tridimensionali che sono state esposte nel contesto di personali e collettive in diverse parti del mondo, entrando a far parte di alcune importanti collezioni d’arte contemporanea. Fra i suoi strumenti più consoni, veloce e versatile per prendere appunti visivi non stop, per annotare estemporaneamente situazioni e momenti, ma anche per registrare e trasporre soggetti, suggestioni, colori e patine della vita nel suo lavoro d’artista, la macchina fotografica digitale si è trasformata in una congeniale, irrinunciabile estensione dello sguardo di Luca Stoppini. Un mezzo per accostare, rilevare e penetrare situazioni diverse, un modo di accostare, decodificare, penetrare le forme della vita vita e le dinamiche dell’arte.
Una mostra che vuole restituire al pubblico quel forte impatto emozionale che l’artista ha provato entrando per la prima volta a “Le Scalze”. Come lui stesso afferma: “Immagino esista una ventiquattresima coppia di cromosomi composta da molecole del Pieno e molecole del Vuoto che riempiendosi e svuotandosi costantemente modificano fluide la geometria della forma del corpo. Le emozioni sono il motore che genera questo movimento perpetuo e il mio continuo scansirlo vuole renderle visibili. Appena entrato alle Scalze questo scambio tra pieno e vuoto mi ha colpito fisicamente …”.
Un senso di pieno e vuoto reso ancora più visibile e palpabile che si percepisce non appena varcata la navata centrale grazie all’intervento dell’artista: nella zona absidale sono state posizionate tre grandi fotografie (3x4m.) a terra e in controfacciata una di altrettanti dimensioni (3x4m.), mentre lungo tutto il perimetro delle pareti, sette opere di grandezza inferiore. Fotografie di rara eleganza, dalle forme sinuose che sembrano un tutt’uno con il contesto circostante e che avviano un dialogo visivo capace di riempire quel senso di smarrimento che si avverte quando si percorre la chiesa. Non a caso lo stesso Luca Stoppini definisce così la sensazione che si prova: “In questo luogo il pieno e il vuoto è lì, davanti a te pronto allo scambio. Apparentemente immobile ma immediatamente reattivo alle tue emozioni. La luce e il buio, l’enorme e il microscopico, il suono e il silenzio e ovviamente il sacro e il profano. Esiste lì una decadenza che vive di luce propria.
Attraversandola ti fai alto più di dieci volte la tua statura e minuscolo nello scoprirla”. Un dialogo ancora possibile in un luogo in cui il tempo sembra sospeso e la percezione degli spazi modifica anche la percezione del sé: “come uno specchio, queste immagini vogliono riflettere l’emozione che ha modificato la forma del mio corpo durante questo periodo” afferma l’artista. Lui, il luogo o per meglio dire, lei, la Chiesa, situata in pieno centro a Napoli a pochi metri di distanza da Piazza Dante, lungo Salita Pontecorvo è uno spazio denso di storia di indubbia bellezza, un esempio di architettura barocca napoletana seicentesca che deve il suo nome all’ordine monastico San Giuseppe delle Scalze.
Come un ponte tra passato, presente e futuro, Le Scalze si inserisce all’interno del tessuto culturale di Napoli e restituisce ai suoi abitanti, anche grazie a questa mostra, quell’amore per i valori più autentici tipici della nostra storia. Valori che ispirano da sempre realtà come Kiton che ha voluto dare il suo supporto all’evento che celebra e promuove l’arte. Da sempre sinonimo di eleganza e stile a livello internazionale, l’azienda si distingue per aver saputo esportare in tutto il mondo i principi
Luca Stoppini è un professionista dell’immagine a 360°. Per più di trent’anni direttore artistico di Vogue Italia e de L’Uomo Vogue, oggi direttore creativo di ICON Mondadori, ha curato il concept visuale di molte campagne e pubblicazioni della moda, affiancando sul set molti dei più grandi e conosciuti fotografi di moda e vanta collaborazioni con case editrici internazionali come Skira, Rizzoli International, Thames&Hudson e musei come Triennale di Milano, Victoria and Albert Museum di Londra. Designer grafico, ma anche artista puro, Stoppini ha sperimentato una varietà di materiali e di tecniche, per realizzare opere immagini bi e tridimensionali che sono state esposte nel contesto di personali e collettive in diverse parti del mondo, entrando a far parte di alcune importanti collezioni d’arte contemporanea. Fra i suoi strumenti più consoni, veloce e versatile per prendere appunti visivi non stop, per annotare estemporaneamente situazioni e momenti, ma anche per registrare e trasporre soggetti, suggestioni, colori e patine della vita nel suo lavoro d’artista, la macchina fotografica digitale si è trasformata in una congeniale, irrinunciabile estensione dello sguardo di Luca Stoppini. Un mezzo per accostare, rilevare e penetrare situazioni diverse, un modo di accostare, decodificare, penetrare le forme della vita vita e le dinamiche dell’arte.
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