Julia Krahn. L'eterno ritorno
Dal 20 Maggio 2021 al 20 Giugno 2021
Napoli
Luogo: Studio ART1307
Indirizzo: Rampe S. Antonio a Posillipo 104
Curatori: Cynthia Penna
Telefono per informazioni: +39 335 692 4214
E-Mail info: cin@art1307.com
Per la sua prima personale a Napoli Julia Krahn presenta un primo corpo di opere concepito ed elaborato per ART1307 con la curatela di Cynthia Penna che fa parte di un progetto più vasto che sarà presentato in una seconda fase.
L’artista di origini tedesche, ma ormai Campana di adozione, ha scelto di raccontare la storia personale dei suoi antenati Lutz e Hilde per, come afferma Krahn “assaporare una ricerca che prosegue da anni ma che, dal primo lockdown, ha preso una nuova importanza universale: quella di raccontare la speranza e di condividere una resilienza in un momento dove i nostri sogni sembrano velati da una nebbia di paura ed incertezza”.
Una ricerca iniziata già da molti anni quando Krahn è venuta in possesso di alcune cartoline inviate da suo nonno Lutz alla moglie Hilde dal campo di prigionia sovietico in Siberia dove era stato confinato alla fine della seconda guerra mondiale. L’artista si pone come portatrice di un messaggio che fuoriesce dall’intimità della sua famiglia e diventa più universale: quello della ciclicità della storia attraverso “le storie” personali di resilienza e caparbietà nella difesa della propria identità.
Un legame quello tra l’artista e suo nonno, intimo che diventa allo stesso tempo universale poiché tocca veri e propri “sistemi” filosofici come l’amore, l’identità, il Tempo, la resilienza, l’essere come individuo e come collettività.
Attraverso forme organiche mutuate dalla stessa materialità del corpo umano, nelle opere RISONANZE la Krahn crea forme di argilla bianca che acquisiscono una intensa plasticità attraverso astratte torsioni di corpi, intersezioni di organi che sembrano aggrapparsi l’uno all’altro o unirsi in un unico afflato vitale.
E’ come se la vita fluisse nei corpi in un continuo entrare e uscire di immaginari liquidi come sangue, linfa, sperma, ossigeno, saliva e tutto quel che di vitale si possa immaginare esistente nella Natura.
Afferma la Krahn: “Queste sculture in terra cotta respirano le parole di mio nonno e ci collegano a lui. Ognuna rappresenta un ORGANO, una vitalità che risuona attraverso i tempi grazie all’amore”. Il corpo di opere che conferisce il titolo alla mostra L’Eterno Ritorno, è costituito dalle incisioni su vetro dal titolo “ETERNO” che riproducono le originarie lettere inviate da Lutz a sua moglie Hilde incise su lastra di vetro e da “RITORNO”, stampe in serigrafia delle medesime lettere che, come afferma l’artista: “riprendono l’estetica mozzafiato della scrittura originale” insieme ad alcune immagini fotografiche riprese dalla Krahn durante il suo viaggio in Siberia nel 2006/07 sulle tracce del nonno Lutz. Nelle stampe serigrafiche la sovrapposizione di immagini e scrittura viene immersa in una colorazione Pop/Fluo che ne sdrammatizza il contenuto e ne attualizza la forma estetica e le rende avulse dalla loro stessa temporalità. Il dinamismo del colore le astrae da qualsiasi collocazione temporale e le proietta in un presente/futuro conferendo universalità al loro contenuto. Infine le opere del ciclo LACRIMOSA sono ispirate da sua madre che “qui diventa tassello che la connette, attraverso la carne, ai suoi nonni”. (Krahn) La dicotomia tra pesantezza della base in metallo e la levità della lacrima che si libra in aria come una pietra preziosa nel suo alloggiamento, ci danno il senso di un sentimento di integrità e resilienza morale ed esistenziale a fronte di ogni avversità che mira ad annullare perfino l’identità morale ed affettiva. Questa mostra trasforma Julia Krahn nell’artefice dell’ETERNO RITORNO di Lutz ed allo stesso tempo, “connette anche noi a nostri antenati ed ai nostri figli in un sentimento che ci fa sospirare l’eternità e la speranza “(Julia Krahn)
Inaugurazione: 22 Maggio ore 11-20
L’artista di origini tedesche, ma ormai Campana di adozione, ha scelto di raccontare la storia personale dei suoi antenati Lutz e Hilde per, come afferma Krahn “assaporare una ricerca che prosegue da anni ma che, dal primo lockdown, ha preso una nuova importanza universale: quella di raccontare la speranza e di condividere una resilienza in un momento dove i nostri sogni sembrano velati da una nebbia di paura ed incertezza”.
Una ricerca iniziata già da molti anni quando Krahn è venuta in possesso di alcune cartoline inviate da suo nonno Lutz alla moglie Hilde dal campo di prigionia sovietico in Siberia dove era stato confinato alla fine della seconda guerra mondiale. L’artista si pone come portatrice di un messaggio che fuoriesce dall’intimità della sua famiglia e diventa più universale: quello della ciclicità della storia attraverso “le storie” personali di resilienza e caparbietà nella difesa della propria identità.
Un legame quello tra l’artista e suo nonno, intimo che diventa allo stesso tempo universale poiché tocca veri e propri “sistemi” filosofici come l’amore, l’identità, il Tempo, la resilienza, l’essere come individuo e come collettività.
Attraverso forme organiche mutuate dalla stessa materialità del corpo umano, nelle opere RISONANZE la Krahn crea forme di argilla bianca che acquisiscono una intensa plasticità attraverso astratte torsioni di corpi, intersezioni di organi che sembrano aggrapparsi l’uno all’altro o unirsi in un unico afflato vitale.
E’ come se la vita fluisse nei corpi in un continuo entrare e uscire di immaginari liquidi come sangue, linfa, sperma, ossigeno, saliva e tutto quel che di vitale si possa immaginare esistente nella Natura.
Afferma la Krahn: “Queste sculture in terra cotta respirano le parole di mio nonno e ci collegano a lui. Ognuna rappresenta un ORGANO, una vitalità che risuona attraverso i tempi grazie all’amore”. Il corpo di opere che conferisce il titolo alla mostra L’Eterno Ritorno, è costituito dalle incisioni su vetro dal titolo “ETERNO” che riproducono le originarie lettere inviate da Lutz a sua moglie Hilde incise su lastra di vetro e da “RITORNO”, stampe in serigrafia delle medesime lettere che, come afferma l’artista: “riprendono l’estetica mozzafiato della scrittura originale” insieme ad alcune immagini fotografiche riprese dalla Krahn durante il suo viaggio in Siberia nel 2006/07 sulle tracce del nonno Lutz. Nelle stampe serigrafiche la sovrapposizione di immagini e scrittura viene immersa in una colorazione Pop/Fluo che ne sdrammatizza il contenuto e ne attualizza la forma estetica e le rende avulse dalla loro stessa temporalità. Il dinamismo del colore le astrae da qualsiasi collocazione temporale e le proietta in un presente/futuro conferendo universalità al loro contenuto. Infine le opere del ciclo LACRIMOSA sono ispirate da sua madre che “qui diventa tassello che la connette, attraverso la carne, ai suoi nonni”. (Krahn) La dicotomia tra pesantezza della base in metallo e la levità della lacrima che si libra in aria come una pietra preziosa nel suo alloggiamento, ci danno il senso di un sentimento di integrità e resilienza morale ed esistenziale a fronte di ogni avversità che mira ad annullare perfino l’identità morale ed affettiva. Questa mostra trasforma Julia Krahn nell’artefice dell’ETERNO RITORNO di Lutz ed allo stesso tempo, “connette anche noi a nostri antenati ed ai nostri figli in un sentimento che ci fa sospirare l’eternità e la speranza “(Julia Krahn)
Inaugurazione: 22 Maggio ore 11-20
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Lisetta Carmi. Molto vicino, incredibilmente lontano