Eulalia Valldosera. We Are One Body
Dal 26 Ottobre 2012 al 26 Novembre 2012
Napoli
Luogo: Studio Trisorio
Indirizzo: via Riviera di Chiaia 215
Orari: da lunedì a venerdì 10-13.30/ 16-19.30; sabato 10-13
Telefono per informazioni: +39 081 414306
E-Mail info: info@studiotrisorio.com
Sito ufficiale: http://www.studiotrisorio.com
Giovedì 25 ottobre 2012 alle ore 19, presso lo Studio Trisorio, in via Riviera di Chiaia 215 a Napoli, sarà inaugurata una mostra personale di Eulalia Valldosera.
L'artista catalana articola negli spazi della galleria una mostra composta da video, proiezioni di luci e ombre, fotografie, oggetti che interagiscono e si animano in una coinvolgente "messa in scena" sul tema delle relazioni familiari e sentimentali condizionate dalle forze mascoline e femmininee che sono nel profondo di ogni individuo. Le sue opere indagano in senso più universale il subconscio individuale e collettivo, la valenza simbolica degli oggetti d’uso quotidiano e in particolare il tema dei rapporti di potere nelle relazioni sociali.
Saranno in mostra le installazioni Mother & Father e We Are One Body e alcune fotografie della serie Family Ties.
Nel teatro delle ombre dell'opera Mother & Father un uomo e una donna eseguono una sequenza di azioni come in un rituale di amore e odio. I ruoli di madre e padre che abbiamo interiorizzato costituiscono il nostro apparato emotivo e relazionale. Le immagini, proiettate da un’unica fonte, sono catturate da una moltitudine di specchi che riflettono frammenti di luci e ombre su oggetti d’uso quotidiano in una stanza da bagno esattamente ricostruita nello spazio della galleria. Le luci e le ombre rimbalzano da un oggetto all’altro e coinvolgono lo spettatore in un gioco di riflessi multipli. Nell'installazione We Are One Body le immagini della recente rivolta ateniese trovate in rete scorrono sulla superficie di un vecchio vaso di terracotta, mentre dal ventre di un altro vaso esce il sonoro della guerriglia alternato alle dichiarazioni profetiche e metafisiche della ipnotista americana Dolores Cannon e alle proiezioni sul soffitto di immagini geometriche astratte che guidano verso la trascendenza. La dislocazione delle immagini e del sonoro spiazza lo spettatore rispetto alla fruizione consueta del linguaggio televisivo a cui è assuefatto. I protagonisti della guerriglia urbana, i manifestanti e la polizia, rimandano all'archetipo greco del guerriero che difendeva il suo territorio a costo della sua stessa vita e ci ricordano il dramma sociale che stiamo vivendo a livello globale. I vasi, simili agli orci usati per far fermentare il vino, alludono al fermento sociale in atto.
Nelle fotografie della serie Family Ties i soggetti delle immagini sono membri di due diverse tipologie di famiglia, una strutturata in modo convenzionale e l'altra corrispondente a un modello contemporaneo molto diffuso, che potremmo chiamare a struttura fluida. L'artista ha chiesto a ciascun soggetto di interpretare il suo ruolo consueto nella vita reale e ha sovrapposto scene in piena luce e in ombra, scene di corpi che interagiscono e si fondono, esprimendo la complessità dei legami familiari e la varietà dei paesaggi emotivi interiori che sfumano l'uno nell'altro.
Sarà disponibile in mostra il catalogo Blood Ties edito da Carroll&Fletcher, Londra 2012, con testi di Tom Morton, Barbara Rodrìguez Muñoz, Eulalia Valldosera.
Eulalia Valldosera è nata nel 1963 a Barcellona dove vive e lavora. Ha esposto in importanti gallerie e musei in tutto il mondo, tra cui il Reina Sofia di Madrid, il Museé d’Art Contemporain di Montreal, il PS1 di New York. Ha partecipato alla Biennale di Lione nel 2009, alla Biennale di San Paolo nel 2004, alla Biennale di Venezia nel 2001, alla Biennale di Sidney nel 1996, alle Biennali di Johannesburg e di Istanbul nel 1997, allo Skulptur Projeckts di Münster nel 1997. Nel 2010 ha realizzato il video Dependencia Mutua in collaborazione col Museo Archeologico di Napoli e lo Studio Trisorio.
L'artista catalana articola negli spazi della galleria una mostra composta da video, proiezioni di luci e ombre, fotografie, oggetti che interagiscono e si animano in una coinvolgente "messa in scena" sul tema delle relazioni familiari e sentimentali condizionate dalle forze mascoline e femmininee che sono nel profondo di ogni individuo. Le sue opere indagano in senso più universale il subconscio individuale e collettivo, la valenza simbolica degli oggetti d’uso quotidiano e in particolare il tema dei rapporti di potere nelle relazioni sociali.
Saranno in mostra le installazioni Mother & Father e We Are One Body e alcune fotografie della serie Family Ties.
Nel teatro delle ombre dell'opera Mother & Father un uomo e una donna eseguono una sequenza di azioni come in un rituale di amore e odio. I ruoli di madre e padre che abbiamo interiorizzato costituiscono il nostro apparato emotivo e relazionale. Le immagini, proiettate da un’unica fonte, sono catturate da una moltitudine di specchi che riflettono frammenti di luci e ombre su oggetti d’uso quotidiano in una stanza da bagno esattamente ricostruita nello spazio della galleria. Le luci e le ombre rimbalzano da un oggetto all’altro e coinvolgono lo spettatore in un gioco di riflessi multipli. Nell'installazione We Are One Body le immagini della recente rivolta ateniese trovate in rete scorrono sulla superficie di un vecchio vaso di terracotta, mentre dal ventre di un altro vaso esce il sonoro della guerriglia alternato alle dichiarazioni profetiche e metafisiche della ipnotista americana Dolores Cannon e alle proiezioni sul soffitto di immagini geometriche astratte che guidano verso la trascendenza. La dislocazione delle immagini e del sonoro spiazza lo spettatore rispetto alla fruizione consueta del linguaggio televisivo a cui è assuefatto. I protagonisti della guerriglia urbana, i manifestanti e la polizia, rimandano all'archetipo greco del guerriero che difendeva il suo territorio a costo della sua stessa vita e ci ricordano il dramma sociale che stiamo vivendo a livello globale. I vasi, simili agli orci usati per far fermentare il vino, alludono al fermento sociale in atto.
Nelle fotografie della serie Family Ties i soggetti delle immagini sono membri di due diverse tipologie di famiglia, una strutturata in modo convenzionale e l'altra corrispondente a un modello contemporaneo molto diffuso, che potremmo chiamare a struttura fluida. L'artista ha chiesto a ciascun soggetto di interpretare il suo ruolo consueto nella vita reale e ha sovrapposto scene in piena luce e in ombra, scene di corpi che interagiscono e si fondono, esprimendo la complessità dei legami familiari e la varietà dei paesaggi emotivi interiori che sfumano l'uno nell'altro.
Sarà disponibile in mostra il catalogo Blood Ties edito da Carroll&Fletcher, Londra 2012, con testi di Tom Morton, Barbara Rodrìguez Muñoz, Eulalia Valldosera.
Eulalia Valldosera è nata nel 1963 a Barcellona dove vive e lavora. Ha esposto in importanti gallerie e musei in tutto il mondo, tra cui il Reina Sofia di Madrid, il Museé d’Art Contemporain di Montreal, il PS1 di New York. Ha partecipato alla Biennale di Lione nel 2009, alla Biennale di San Paolo nel 2004, alla Biennale di Venezia nel 2001, alla Biennale di Sidney nel 1996, alle Biennali di Johannesburg e di Istanbul nel 1997, allo Skulptur Projeckts di Münster nel 1997. Nel 2010 ha realizzato il video Dependencia Mutua in collaborazione col Museo Archeologico di Napoli e lo Studio Trisorio.
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