VITTORIO CORSINI. Tra voci, carte, rovi e notturni
Vittorio Corsini, Meno270, 2002
Dal 17 Marzo 2012 al 10 Giugno 2012
Modena
Luogo: Galleria civica di Modena, Palazzina dei Giardini
Indirizzo: corso Canalgrande
Orari: mercoledì-venerdì 10.30-13; 16-19.30; sabato domenica e festivi 10.30-19.30
Curatori: Galleria Civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 059 2032911/2032940
E-Mail info: galcivmo@comune.modena.it
Sito ufficiale: http://www.galleriacivicadimodena.it
Promossa e organizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, a cura di Marco Pierini, la mostra presenta soltanto opere nuove, ad eccezione di una – datata 1990 ma mai esposta prima – tutte incentrate sulle tematiche del territorio.
Installazioni, sculture e un video d'animazione per una mostra interamente dedicata al paesaggio, inteso non come paradigma costituito e inalterabile da riprodurre e perpetuare, ma come elemento fluido nel quale si svolge la vita quotidiana, si stabiliscono rapporti, si susseguono trasformazioni.
La ricerca di Corsini si concentra fin dagli inizi sul concetto e sui modi dell’abitare, sulle dinamiche che interessano la vita negli spazi domestici e negli spazi pubblici e sulle relazioni che all’interno di questi luoghi si instaurano fra gli individui. Ricerca che si esplicita, nella mostra modenese, attraverso il ricorso a tecniche e linguaggi diversi e l'impiego di materiali eterogenei – vetro, metallo, carta, inchiostro, segatura, neon – attraverso i quali l'artista tesse un racconto a trama larga, alla scoperta di quello che la rappresentazione cartografica del paesaggio, da sola, non può raccontare.
La voce registrata di Paolo Nori che legge una storia appositamente concepita costituisce l'ambiente per un'opera su carta che si estende per gran parte della superficie muraria di una delle ali della palazzina. Vi è disegnato, al tratto, un paesaggio delle colline modenesi, entro il quale la presenza umana è indicata dai nomi e dai soprannomi degli abitanti.
Il territorio torna in “Geografia” restituito questa volta sotto forma di curve di livello disegnate con la segatura bianca e nera sul pavimento a formare una sorta di tappeto che – come il paesaggio di cui è semplificata scrittura – si altera a ogni nostro transito, pur rimanendo sempre riconoscibile.
Sul segno che "scrive" il paesaggio insiste la piccola scultura di una montagna percorsa e marcata da rivoli di inchiostro nero e ancora il video di animazione, lenta panoramica di un territorio dove si susseguono piccoli, naturalissimi, accadimenti.
Se "Risaia" (1990) l'opera in metallo e vetro installata sotto la cupola della palazzina, si confronta ancora con un'idea storica della natura, "Eros 10.5" ed "Eros 10.7" ne offrono una lettura aggiornata in cui Eros si manifesta nel rifrangersi colorato di un'esclamazione – non più di una sillaba – sinesteticamente affidata alla scrittura di luce dei neon inseriti all'interno di un rigoglioso cespuglio in acciaio e di un analogo canneto metallico.
L'ultima sala ospita alcuni monocromi nei quali ogni segno che rimanda al paesaggio è azzerato mentre la luce che si staglia alla loro destra suggerisce la dimensione di un notturno profondo.
Il catalogo edito da Silvana Editoriale è bilingue e contiene un testo del curatore, Marco Pierini, un racconto inedito di Paolo Nori e un saggio di Franco Farinelli, ordinario di Geografia all'Università degli Studi di Bologna.
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